Quando Fujifilm ha lanciato sul mercato la X-Pro1 ha seguito una linea decisamente in controtendenza: ha lanciato il corpo della sua ammiraglia prima di quello delle sorelle minori e, scelta ancora più coraggiosa, presentandola con 'sole' tre ottiche fisse: un 18, un 35 e un 60. Guarda caso la classica terna 28-50-90, una volta convertite le focali nel formato full-frame. Un caso? Ovviamente no.
Il classico zoom, che di solito accompagna in kit più o meno le macchine di tutte le case ha dovuto attendere parecchi mesi anche solo per essere annunciato e rilasciato (e l'attesa e' indubbiamente valsa la pena, aggiungo, vista la qualità dell'ottica rilasciata).
Del 35 mm abbiamo già parlato. Ottica superlativa non c'e' che dire. Il 18 mm non ha mai incontrato riscontri entusiastici, non essendo una delle mie focali predilette non l'ho neanche preso in considerazione, se proprio mi serve uso il 18-55 a quella focale e sono contento così.
Un medio-tele da ritratto pero' proprio non e' una cosa cui si possa rinunciare. E allora ho preso il 60 appena ne ho avuto l'occasione. E cosa ne penso? (E chi se ne importa direte voi...)
Beh, intanto vediamo di cosa stiamo parlando:
- Focale Equivalente: 90mm
- Angolo di campo: 26.6 gradi
- Apertura massima: F/2.4
- Apertura minima: F/22
- Lamelle del diaframma: 9 Arrotondate
- Minima distanza di messa a fuoco: 26.7 cm
- Rapporto di ingrandimento: 1:2
- Dimensioni: 64.1 x 70.9 mm
- Peso: 215g
- Diametro filtri: 39mm
Dunque un medio-tele di discreta apertura, adatto per il ritardo e che strizza l'occhio alla fotografia, se non proprio macro, almeno da distanza ravvicinata.
Come già il 35mm, anche quest'ottica ci accoglie con una costruzione ricca di metallo, piacevole sensazione di robustezza, buona qualità costruttiva ed un paraluce di metallo di generose dimensioni, come se ne vedono pochi.
Unico neo il paraluce è così voluminoso che non si riesce praticamente a maneggiare la lente se questo è montato rovesciato sull'ottica.
Sul barilotto sono presenti due ghiere, la più grande dedicata alla messa a fuoco (che ricordiamo e' di tipo fly by wire) ed una più piccola dedicata, come in tutte le ottiche della serie R, alla selezione del diaframma di lavoro.
Qualità Immagine
Le immagini che possiamo ottenere sono mediamente da buone a molto buone. A diaframmi medio chiusi, diciamo attorno a F7.1, il livello di incisione è molto elevato con una resa piena di dettagli. Aprendo il diaframma la resa diventa man mano più plastica con un bon livello di dettaglio sul piano di messa a fuoco che lascia gradatamente e con naturalezza spazio a uno sfocato molto piacevole.
In quasi tutte le situazioni di ripresa la qualità dell'immagine è ottima, ma nell'uso ho scoperto uno strano comportamento che merita di essere analizzato più a fondo. Se si usa la lente alla minima distanza di messa a fuoco, quindi al suo maggior rapporto di ingrandimento, compare una specie di 'hot spot' a forma di stella verso il centro del fotogramma. In pratica una zona più chiara e in cui il contrasto scende drasticamente. Questo fenomeno tende a scomparire molto velocemente all'aumentare della distanza di messa a fuoco e aumentando l'apertura del diaframma. Inoltre il fenomeno dipende in qualche misura dal tipo e dalla direzione dell'illuminazione presente. Una forte luce diffusa dall'alto è un'ottima ricetta per visualizzare l'effetto. Nella serie di scatti riportati nel post si può vedere chiaramente l'hot spot in questione. Sono stati scattati a varie aperture, in condizioni di illuminazione identiche ed alla minima distanza di messa a fuoco inquadrando un semplice sfondo nero. Il primo scatto è stato effettuato a F/4 chiudendo di uno stop via via fino a F/22. A F2.4 il fenomeno è praticamente inesistente.
Ho potuto verificare il fenomeno in condizioni controllate solo su una lente, quella in mio possesso. Su un'altra presa in prestito ho notato la presenza dell'hot spot, ma non sono stato in grado di stabilire se questo era presente con più o meno intensità o si comportasse in modo differente. Non so a voi, ma a me questo sembra un errore di progettazione. Quindi, se pensate di usare questa lente per la macro, provatene una in vere condizioni di ripresa prima di acquatarla, magari la mia è una lente sfortunata. Visto poi che non mi serve per la macro, non ci ho perso il sonno.
L'autofocus
Diciamolo chiaro, anche dopo tutti gli update di firmware che Fuji ha rilasciato, la X-Pro1 in generale e questa lente in particolare non verranno ricordate per la velocità dell'autofocus. Questa lente è la più lenta del corredo, penalizzata sicuramente dalla grossa escursione del gruppo di messa a fuoco, effetto collaterale della sua vena 'macro'. Utilizzabile, ma consiglio l'EVF. In modalità OVF l'errore di parallasse, che cresce all'aumentare delle focali, rende troppo incerto l'utilizzo dell'autofocus.
Conclusioni
Una lente che lascia in bocca un sapore agrodolce. La bella resa nei ritratti, la lentezza dell'autofocus. Il bellissimo sfocato, quello strano problema dell' hot spot, la qualità costruttiva, il paraluce un po' troppo voluminoso...forse Fujifilm dovrebbe riconsiderare alcune delle caratteristiche della lente, perché le cose che fa bene, le fa veramente bene. Per concludere ho scoperto di apprezzare molto questa lente anche per la street, ma consiglio in questo caso di non usare il paraluce (si avete sentito bene). Il paraluce rende la lente così voluminosa che risulta impossibile passare inosservati ma, per fortuna, l'elemento frontale è incassato di un paio di centimetri nel corpo della lente, quindi è sufficientemente protetto dagli urti ed anche un minimo da riflessi parassiti anche senza l'utilizzo del paraluce, è proprio vero che ogni regola ha le sue eccezioni.
Link a qualche scatto in alta risoluzione