mercoledì 30 maggio 2012

Lightroom 4.1, adobe dng converter e la Fuji X-Pro1

Fujifilm X-Pro1 - 35 F1.4 @ ISO 6400 


Lo so, qualcuno avrà notato che quest'immagine l'ho già pubblicata. La novità e' che questa e' stata processata con Lightroom 3.6 partendo da un file DNG ottenuto con il nuovo Adobe DNG Converter 7.1, che finalmente supporta la Fujifilm X-Pro 1.

Notate che non ho dovuto usare Photoshop CS6 o Lightroom 4.1, grazie al DNG ho potuto usare il Lightroom 3.

Insomma: Evviva!

Unico consiglio, nelle preferenze del DNG converter, per sicurezza selezionate l'opzione per includere il file originale dentro il DNG (Embed originale RAW file).

sabato 26 maggio 2012

Questa non me l'aspettavo...

Dopo mesi ad aspettare che adobe o apple o uno dei grandi nomi del software fotografico mondiale uscissero con una versione dei loro software di sviluppo raw che supportasse la Fujifilm x-Pro1, ecco che oggi controllo gli update delle app installate sul mio IPad e cosa scopro? Un update di PhotoRaw che dice di supportare la X-Pro1. Ed é vero, ho appena giocato con qualche raw della Fuji correttamente sviluppato usando l'ipad che sto usando per scrivere.

Complmenti agli sviluppatori di PhotoRaw, per quanto ne so hanno tagliato il traguardo per primi, e su di un tablet.

Certo, lo sviluppo di un raw su un ipad non é quello che definirei un workflow ideale tranne che in casi di emergenza, la qualità dei file ottenibili da questo programma é poi probabilmente inferiore a quanto si possa fare con la blasonata concorrenza, ma...qui é l'impegno che conta.

lunedì 14 maggio 2012

Il sistema zonale - seconda parte

Nella prima parte di questa succinta spiegazione del sistema zonale abbiamo visto che trovare la giusta esposizione non e' poi così banale come a qualcuno può sembrare e affidarsi ciecamente all'esposimetro può portare a risultati meno che ottimali. Certo gli esposimetri delle moderne fotocamere sono oggetti sofisticati e precisi, che in molte situazioni se la cavano egregiamente, ma non sempre è così ed è il caso di approfondire.


I gatti sono grigi

Ora, perché i gatti sono grigi? Semplice, perché tutto, proprio tutto, per l'esposimetro é grigio. Non un grigio qualsiasi: grigio medio. Il grigio medio é quella tonalità che sta esattamente a metà tra il bianco puro e il nero puro. Visto che siamo in era digitale, quel grigio che ha valori RGB tutti pari a 127.

Un altro modo di vedere la cosa é dire che il grigio medio é quella tonalità che vediamo guardando un oggetto che riflette il 18% della luce incidente.

Ora, prima di creare equivoci, é il caso di far notare come gli esposimetri di tutte le macchine fotografiche moderne sono più complessi di così. Sono capaci ormai di valutare la scena e cercare di darne un'interpretazione esposimetrica, facilitandoci enormemente la vita, ma in linea di base interpretano quello che vedono come una scena che riflette il 18% della luce che la illumina, magari dando più peso al centro del fotogramma o cercando qualche buon compromesso tra le zone più luminose e quelle in ombra. In ogni caso, in mancanza di riferimenti, ci troviamo con un...gatto grigio. Grigio medio al 18%. Perché questa é la taratura di base del nostro esposimetro.

Certo, scegliendo queste due situazioni di ripresa sono stato un po' cattivello, ma lo scopo era proprio dimostrare che quella massa di tessuto che abbiamo dentro il cranio vale ancor un po' più di un minuscolo chip di silicio.

La scala tonale

Un signore di nome Ansel Adams (che per la cronaca e' uno dei più grandi fotografi mai esistiti), mise in moto la suddetta massa di tessuto e risolse, brillantemente, il problema di valutare da un punto di vista esposimetrico una scena con l'utilizzo di pochi ferri del mestiere ed un metodo operativo. 

Questo metodo e' appunto il sistema zonale; i ferri del mestiere li introdurremo, e neanche tutti, lungo il percorso. Il primo lo abbiamo già incontrato: un esposimetro che ci dia una lettura in termini di tempi e diaframmi di un soggetto, di modo che questo, esposto secondo tali parametri venga di un bel grigio medio.

Il secondo strumento e' la scala che vedete raffigurata qui di fianco. Nota come scala tonale (o zonale). 

La scala raffigura undici toni di grigio, o zone, mappate dalla 0 del nero assoluto, alla X del bianco puro. Le tonalità di grigio ivi raffigurate vanno intese come tonalità che si possono ottenere nella stampa, o visualizzazione a monitor, di una fotografia.

Il grigio medio usato come riferimento dagli esposimetri è quello in zona V.  

Più precisamente, facendo sempre riferimento a quella che sarà nelle nostre intenzioni il risultato finale della nostra fotografia le varie zone si possono descrivere come segue:

- Zona 0

Nero. La massima tonalità nera ottenibile in fase di stampa o a monitor.

- Zona I

Quasi nero, appena più chiara della zona 0. Non si distinguono dettagli.

- Zona II

Una zona scura, tendente al nero in cui si iniziano a percepire dei dettagli.

- Zona III

La zona usata per modellare le ombre, i soggetti scuri presentano una trama leggibile.

- Zona IV

Zona di transizione tra le ombre e le luci. Ricca di dettagli, usata spesso per rendere soggetti in ombra.

- Zona V

La zona di riferimento per l'esposimetro.

- Zona VI

Paesaggi assolati, carnagione non molto chiara.

- Zona VII 

Zona luminosa e ricca di dettagli, carnagioni chiare.

- Zona VIII

Alte luci con trame leggibili nei bianchi.

- Zona IX

Quasi bianco. Appena distinguibile dal bianco della carta o di un monitor ben calibrato.

- Zona X

Bianco puro. La massima quantità di luce riflessa dalla carta o emessa dal monitor.


Il terzo strumento e' noto come 'previsualizzazione', ne parleremo nella prossima parte e, unitamente a questa scala ci permetterà di restituire dignità tonale ai nostri due gatti.

lunedì 7 maggio 2012

Fujifilm X-Pro1 - qualche conclusione

Fujifim X-Pro1 - Fuji XF 35 F1.4 R @ ISO 6400


Ok, per la verità trarre conclusioni e' prematuro. Dopo solo qualche settimana di utilizzo posso solo essermi fatto un'idea della situazione e nulla più. Diciamo che abbiamo appena finito l'aperitivo.

Cose che mi piacciono

- Qualita' dell'immagine: veramente buona a qualsiasi ISO.
- Peso e ingombro: la porto sempre con me nella borsa che uso per l'ipad.
- Il doppio mirino OVF/EVF: geniale, copre ogni situazione di ripresa (ma, c'e' un ma...piu' avanti).
- Ergonomia: casca bene in mano e quasi ogni parametro e' impostabile con un controllo dedicato.
- I Jpeg: con altre macchine non li uso mai, qui i profili che simulano le varie pellicole producono file ottimi e usabilissimi.
- L'interfaccia utente. Ha qualche stranezza ma la parte informatica dell'aggeggio e' al 90% ben disegnata.
- Le esposizioni multiple (doppie per la precisione) in RAW (ma vanno spostate in un menu più accessibile).
- Il look: perché non dirlo, e' anche bella, che male fa?
- La livella a bolla elettronica nel mirino, funziona meglio di quella vista in tante altre macchine.
- L'istogramma nel mirino. Molto preciso, decisamente meglio di quello della Panasonic GH2, giusto per fare un esempio.
- L'esposimetro, molto preciso.

Cose che non mi piacciono

- Se non l'aveste capito, l'autofocus. Primo: in modalita' OVF fidarsi del risultato e' un azzardo, una volta su due, per essere gentili, mette a fuoco lo sfondo. Questo in modalita' EVF non succede: e' precisissimo. Seconda cosa: se non c'e troppa luce e' lento...veramente lento. Vista l'eccellente qualità agli alti ISO questo va migliorato... in altre parole: che me ne faccio di una foto, qualitativamente ineccepibile a iso 6400, di un soggetto che se ne e' andato mentre l'ottica andava a caccia disperatamente di qualcosa?

- Firmware: quando si esegue l'aggiornamento del firmware tutte le impostazioni vengono resettate ai valori di fabbrica. Follia pura.

- Modalità video. Il livello qualitativo dei filmati e' buono (notate che non ho grosse pretese su questo), ma  la macchina continua a cercare di mettere a fuoco, secondo logiche imperscrutabili ciò che 'vede', con effetti da mal di mare. Possibile che non si possa fare di meglio? Io per il momento faccio i filmati mettendo a fuoco in manuale.

- Messa a fuoco manuale: c'e da farsi venire male al polso tanto e', per così dire, de-moltiplicata. Dovrebbe funzionare diversamente: una rotazione veloce per far passare, in diciamo un quarto di giro da un estremo all'altro del campo di messa a fuoco, se il movimento e' lento si attua invece una correzione fine. Alla Fuji non hanno mai usato un mouse (funzionano esattamente come ho descritto)? Inoltre servirebbe una modalità di visualizzazione che permetta di evidenziare, ad esempio in falsi colori, le aree dell'immagine ritenute a fuoco. Sarebbe molto più proficuo che non l'approccio di ingrandire al massimo un singolo dettaglio.

- Silkypix per i raw....no comment.

- La durata della batteria, non e' eccezionale, ma qui temo non si possa fare molto.

- La lentezza in accensione, sembra di essere tornati agli anni della Canon EOS 300D, o peggio.

Molte di queste cose si possono aggiustare via firmware, e spero lo facciano in fretta, molto in fretta.

sabato 5 maggio 2012

Il sistema zonale, prima parte

Si, lo so. L'avete già sentito. L'avete già letto. Sapete cos'é. Sapete come si usa e a cosa serve. Ottimo. Ma qualcuno che non lo conosce, o che pensa che sia una roba buona per nostro nonno che sviluppava le pellicole nel cucinino di casa di sicuro c'é e potrebbe imbattersi in questo blog, perché dunque non dare sfogo alla mia vena cattedratica e parlarne?

Ok, la mia Prof. di lettere del liceo che, giustamente, insisteva sul fatto che un discorso dovesse sempre avere un'introduzione l'ho accontentata ( sicuramente avrebbe qualcosa da ridire sul mio modo di scrivere, ma pace, mica per niente ho poi studiato da scienziato...).

Trovare la giusta esposizione per uno scatto non é cosa semplice, non lo é mai stato. Anzi, é forse la singola cosa più importante e più difficile da capire per poter iniziare a fare delle buone fotografie. Ho forse sentito qualcuno dire: Come difficile? Ma se c'é l'esposimetro?

Si é difficile, la difficoltà é sia oggettiva che soggettiva.

Veniamo per ora alle difficoltà oggettive:

Ipotizziamo di avere il nostro bel soggetto: Molly, una bella miciona nera, che per complicarci la vita fotograferemo su un bello sfondo nero. Puntiamo la nostra bella macchina fotografica inquadrando la micia e la porzione che meglio crediamo di sfondo, purché lo sfondo sia tutto nero. Scegliamo il sistema di misurazione dell'esposizione che vogliamo (più o meno, evitiamo magari di usare quella spot) e impostiamo la macchina sulla priorità di quel che vi pare (diaframmi? vada per i diaframmi). Ora scattiamo.

Risultato?

Una bella gatta grigia su sfondo grigio. Oops. (si va beh, tanto c'é photoshop...lo so)

Ora cambiamo soggetto. Diciamo che adesso prendiamo Max, un bel gattone bianco. Su sfondo bianco, stesse regole di prima. Inquadratura che comprenda solo il gatto e lo sfondo, stessa modalità di misurazione esposimetrica, priorità di diaframmi, stesso diaframma di prima impostato. Scattiamo.

Risultato?

Un bel gatto grigio su sfondo grigio. Ri-oops.

Meno male che misurare l'esposizione era facile...

Ok, da qualche parte lo avrete letto o qualcuno ve lo ha già spiegato. Nel caso di Molly (nera) dovrete sottoesporre rispetto alla lettura dell'esposimetro. Nel caso di Max (bianco) dovrete sovraesporre.

E il sistema zonale che c'entra?

Il sistema zonale, quando lo conosceremo, ci dirà in modo semplicissimo di quanto sovra o sotto esporre, senza dover fare prove a casaccio per ottenere un gatto abbastanza bianco o abbastanza nero.

E questa sarà solo la sua applicazione più banale, ma per ora ho solo voluto farvi venire l'appetito...ci sono voluti decenni per metterlo a punto, non vorrete certo che ve lo spieghi in dieci minuti.