La volta scorsa ho introdotto la scala zonale, ma non ho spiegato come si usa. In realtà e' semplice: per come e' definita la scala, e per come sono fatti il sistema dei diaframmi e dei tempi, si può agilmente cambiare l'esposizione di un soggetto da una zona (ad esempio la V) a quella precedente (la IV) o successiva (la VI) chiudendo o aprendo l'esposizione di uno stop. Per farlo e' indifferente agire sui tempi o sui diaframmi.
In altre parole: supponendo di avere un elemento all'interno della nostra inquadratura, che sappiamo verra' esposto in zona V come grigio medio ( e questo lo dice l'esposimetro ), se decidessimo di volerlo in zona VI dovremmo aprire di un diaframma o raddoppiare il tempo di esposizione. Volendo andare in zona VII dovremmo aprire di due diaframmi o quadruplicare il tempo di esposizione.
Questa proprieta' non e' sempre rispettata, ma si può tranquillamente dire che essa e' sicuramente valida per le zone dalla III alla VII, dove si dice che la sensibilità della macchina fotografica ha una risposta "lineare". Nelle zone dalla 0 alla II e dalla VIII alla X le fotocamere possono avere (come era vero per la pellicola), un comportamento non lineare: vale a dire che aumentare di uno stop l'esposizione di un soggetto misurato in zona VIII potrebbe non portarlo in zona IX. Piu' ci avviciniamo agli estremi della scala e meno il comportamento sara' lineare. In linea di principio comunque le fotocamere digitali hanno un comportamento molto più lineare di quanto non fosse il comportamento della pellicola, ma questa e' un'altra storia.
Diciamo comunque che per quanto riguarda l'esposizione non si commettono grossi errori se si considerano anche le zone II e VIII all'interno della parte lineare. E questo comprende tutte le zone importanti per decidere la nostra esposizione e quindi i valori di tempo e diaframma, le zone 0-I e IX-X, pur molto importanti per l'immagine finale, sono quelle che verranno poi gestite nelle fasi di sviluppo del file RAW e di post-produzione.
Ogni gatto nella sua zona
A questo punto siamo pronti per introdurre un nuovo strumento nella cassetta degli attrezzi che abbiamo chiamato sistema zonale: la 'previsualizzazione'. Il punto fondamentale attorno a cui ruota tutto il sistema e' il fatto che deve necessariamente essere il Fotografo a decidere in quale zona della scala tonale far 'cadere' gli elementi significativi della propria inquadratura. Ritornando ai nostri gatti grigi:
Molly e' una bella miciona nera, vogliamo che si distingua la trama creata dai rifilessi di luce sulla pelliccia rendendo al contempo giustizia al suo colore scurissimo. Riprendendo la definizione della scala tonale troviamo:
- Zona II
Una zona scura, tendente al nero in cui si iniziano a percepire dei dettagli.
- Zona III
La zona usata per modellare le ombre, i soggetti scuri presentano una trama leggibile.
Quindi l'ideale e' optare per un esposizione che porti i valori tonali del soggetto a cavallo tra zona III e zona II. Per ragioni che saranno piu' chiare in seguito, optiamo per la zona III.
Il nostro esposimetro ci aveva dato una coppia tempo/diaframma adatta per esporre il nostro soggetto in zona V (grigio medio), ad esempio 1/100 a F/5.6. Per portarlo in zona III dobbiamo 'chiudere' di 2 stop (5-3 =2) ad esempio impostando 1/100 a F/11, 1/400 a F5.6 oppure 1/200 a F/8. A questo punto ci troveremo con un'esposizione che riporta Molly ad un nero vicino al risultato cercato o, per meglio dire previsualizzato. In fase di sviluppo del RAW e di postproduzione potremo poi raffinare ulteriormente il risultato.
Venendo al nostro gatto bianco, Max:
La sostanza e' la stessa, solo che la pelliccia in questo caso e' bianca, lucida e vogliamo renderne il candore senza perdere i dettagli della trama.
Ritorniamo quindi alla scala tonale:
- Zona VII
Zona luminosa e ricca di dettagli, carnagioni chiare.
- Zona VIII
Alte luci con trame leggibili nei bianchi.
Rispetto alla nostra 'previsualizzazione' del soggetto, la zona piu' adatta sembra essere la VIII. Per rendere al meglio il nostro soggetto dovremo 'aprire' di tre stop rispetto alla lettura dell'esposimetro.
Supponendo di avere novamente una lettura di 1/100 a F/5.6 potremo usare un'esposizione impostata su 1/15 a F/5.6, 1/100 a F/2 o un'altra coppia tempo/diaframma equivalente. Anche in questo caso otterremo un'esposizione vicina al risultato ricercato, che potremo poi raffinare in fase di sviluppo del RAW.
Piu' chei dettagli tecnici della scelta della coppia tempo diaframma, si vede come lo strumento veramente importante sia la 'previsualizzazione': vale a dire l'atto operato dal Fotografo di decidere, prima di scattare, in che 'zona' far ricadere quest'ultimo o, meglio, le varie parti dell'inquadratura.