lunedì 31 ottobre 2011

Appena un po' più in la...

Canon Powershot G9 @ISO 100 - Filtro Hoya INFRARED R72 - Exp.Time 5.Sec

Saltuariamente mi capita di dedicarmi alla fotografia agli infrarossi. Quella che ti permette di fotografare la radiazione elettromagnetica appena più in la di quello che il nostro occhio permette di vedere.

La fotografia ad infrarossi può stravolgere l'aspetto di un soggetto donandogli magia o drammaticità a seconda delle condizioni di luce. Un esperimento affascinante che consiglio a tutti di provare.

venerdì 28 ottobre 2011

DNG o non DNG?

Questo e' il problema....

La mia risposta e' DNG.

Veniamo alla vera domanda. Sul forum di discussione del sito fotozona.it, un utente ha riscontrato un interessante problema:

Egli ha convertito i suoi file RAW, con il programma Adobe DNGConverter su un computer avente una versione recente di Adobe Camera RAW, da cui i DNG venivano correttamente letti.

Provando poi ad utilizzare i file DNG su un computer con una versione meno recente di Photoshop (CS4), con una versione più vecchia di CameraRAW, non riusciva a leggere i file.

Giustamente ha iniziato a chiedersi, ma la garanzia del DNG di poter utilizzare i miei file al dispetto dei cambiamenti di software allora e' vera oppure no?

Io avrei giurato di si, ed effettivamente e' così, ma per esserne certo ho voluto verificare.

Devo fare una premessa. Nelle preferenze di Adobe DNGConverter e' presente un menu a tendina che permette di selezionare le opzioni di retro-compatibilita' del file DNG che viene generato.


Più e' basso il valore (es: 2.4), più vecchia sarà la versione di PhotoShop o Lightroom in grado di leggere il file generato.

La domanda e' stata. Ma se io ho già inavvertitamente generato il file DNG con l'opzione sbagliata?

Se la macchina e' recente c'e' il caso che una vecchia versione di  CameraRaw, e quindi di PS e LR, non sia in grado di leggere il file. Bel problema?

No.

In questo caso basta riconvertire il DNG (es. con compatibilità 5.4) in DNG con compatibilità più vecchia (es. 2.4). A quel punto le vecchie versioni di CameraRaw saranno in grado di leggere il nuovo DNG.

Notare che abbiamo cosi' riconvertito il DNG, non siamo passati dal file RAW originale che potremmo ragionevolmente non avere piu' a disposizione.

Io ho verificato la cosa prendendo un file RAW della Panasonic Lumix GH2 (Piu' nuova di PS CS4 e rispettivi CameraRaw) e provandolo a leggere i file con PS CS4 e CS5, rispettivamente versioni DI CR 5.0 e 6.4.1.

1.Ho provato il file RAW originale.
2.Il file RAW convertito in compatibilita' 5.4+,
3.Il file RAW convertito in DNG con compatibilità 2.4+ (24+Dir),
4.Il file DNG di prima (punto 2), riconvertito in DNG  con compatibilità 2.4+ (24+Conv).

Il risultato:



Tutto bene dunque. Possiamo usare tranquillamente i nostri DNG.

Per chi comunque voglia stare ancora  più tranquillo c'e' sempre la possibilità di salvare all'interno del file DNG una copia del RAW originale...

lunedì 24 ottobre 2011

La valigia dell'attore

Panasonic Lumix GH2 - Lumix vario G 20 F1.7 @ ISO 640

Ogni qual volta metto piede in un albergo mi si ficca in testa il motivetto di una nota canzone di Francesco De Gregori che, se solo ne fossi capace, avrei potuto tranquillamente scrivere io tanto mi è familiare la situazione:

Eccoci qua
siamo venuti per poco
perché per poco si va
e il sipario è calato già
su questa vita che tanto pulita non è
e ricorda il colore di certe lenzuola
di certi hotel
che il nostro nome ce l'hanno già
e ormai nemmeno ti chiedono più
il documento d'identità
e allora eccoci, siamo qua
siamo venuti per niente
perché per niente si va...

Certo non sono un attore, e neanche un cantante, ma non si è forse stabilito che in questa vita siamo tutti dei commedianti?

domenica 23 ottobre 2011

Augusto Pieroni - Leggere la fotografia

Ci sono libri che si fanno leggere più volte. Ci sono libri che si debbono leggere più volte. Questo l'ho letto due volte. Tre per alcuni passaggi. So che lo rileggerò ancora. E' un libro che, seppur scorrevole e piacevole, richiede un po' d'impegno. 

Ripaga però dello sforzo con una più vasta e profonda comprensione del mezzo fotografico. Un mezzo nel senso che non è un fine.  E' un linguaggio con cui dovremmo voler esprimere delle idee. Il linguaggio che quindi dovremmo tentare di imparare.

Questo libro mi ha aiutato a trovare la strada verso una fotografia meno banale e verso la comprensione delle fotografie altrui. Fate un favore a voi stessi e leggetevelo.

Augusto Pieroni
Leggere la Fotografia
Edizioni EDUP

sabato 22 ottobre 2011

Lo sapevo che dovevo portare il cavalletto.

Quante volte mi saro' ripetuto questa frase? Non riesco neanche a contarle.

Tutte le volte che parto per un viaggio di lavoro la cosa su cui sono più indeciso quando preparo i bagagli e' sempre: Il cavalletto lo porto o non lo porto?

Quando come in occasione dell'ultimo viaggio ho ragione di ritenere che non avrò proprio tempo per fotografare finisce che la decisione e' di lasciarlo a casa, viaggiando giusto per scrupolo con l'attrezzatura minima da viaggio. Che in questo periodo e' composta da una Panasonic Lumix GH2 con gli obiettivi 14-140 e 20 F1.7.

Sul non avere tempo di fotografare avevo perfettamente ragione. Non ne ho avuto. Sul non portarmi dietro il cavalletto invece ho avuto torto.

Non ho avuto tempo di fotografare il posto in cui sono stato, ma in albergo ci sono stato e quando ho visto la tristezza del minibar che ho trovato in camera ho deciso che dovevo immortalare la cosa per i posteri. La foto l'ho postata ieri e la ripropongo solo per completezza.

Come ogni fotografo che si rispetti una semplice istantanea con sparata di flash da postare su facebook non era sufficiente a placare il mio ego.

Doveva essere una foto ben fatta. Significativa. Magari anche artistica.

Volevo rendere appieno la desolazione di quanto davanti ai miei occhi.

Avevo bisogno di poco contrasto, oggetti rischiarati dalla semplice luce ambiente fornita dalla fioca illuminazione elettrica della stanza. Composizione quadrata, statica. Desolatamente frontale.

L'esposizione a 320 ISO richiedeva 20 secondi. ma anche fossero stati meno, come fare senza cavalletto? Beh... ci si arrangia con quello che si trova in stanza. Una sedia, un paio di asciugamani per raggiungere l'altezza voluta, un po' di imprecazioni per trovare la posizione giusta e qualche tentativo fino ad avere un esposizione nitida.

Ecco a voi il backstage di "Sad MiniBar".


venerdì 21 ottobre 2011

Sad MiniBar

Panasonic Lumix GH2 - Lumix Vario G 14-140 HD @ ISO 320
Viaggiare non mi entusiasma. Non e' un segreto.

L'ironia e' che sono costretto a viaggiare molto. Certo viaggiare ha i suoi lati positivi, uno per tutti la possibilità di scoprire nuovi soggetti da fotografare.

Un lato negativo sono gli Hotel. Quando viaggi da solo tendono ad essere deprimenti, la seconda cosa che faccio quando entro in una stanza d'albergo e' sempre, puntualmente,  fare la conoscenza del minibar. E' dai minibar che si capiscono gli alberghi.

Questo, conosciuto nel mio ultimo viaggio, vince la categoria del più triste.


giovedì 20 ottobre 2011

Il numero guida

Lo avete sicuramente sentito nominare. Non é un esoterico e complicatissimo concetto della matematica di frontiera o della fisica teorica. É solo un utile ed innocuo numerello che ci permette di capire quanto 'in la' un flash é in grado di illuminare. Permettendoci dunque di paragonare tra di loro diversi flash e, udite udite, di calcolare l'esposizione necessaria per illuminare un soggetto senza bisogno di un esposimetro.

Tutto questo in un numero. E poi dicono che la matematica non é bella.

Dunque, quando l'espertone di turno mi dice che il mio flash ha un numero guida di 36, di che sta parlando?

Intanto quei 36 sono metri. Il numero guida si misura in metri, o in piedi per chi misura con i piedi, noi usiamo i metri che ci piacciono di piú.

E cosa significa? Significa che a piena potenza, il mio flash esporrebbe correttamente un oggetto posto a 36 metri di distanza se lo stessi fotografando con un obiettivo di apertura F/1.

Sempre? No. Va inteso a ISO 100.

E se io lo sto fotografando con un ottica che apre a F/5.6 ?

Semplice, alla massima potenza il mio flash illumina correttamente lo stesso soggetto alla distanza di 36/5.6 = 6.3 metri.

Ma la distanza é dal flash o dalla fotocamera? Dal flash, la fotocamera può anche essere a un chilometro di distanza, se inquadro il soggetto e il flash é a 6.3 metri, questo verrà esposto correttamente.
Numero guida - Schema

La formuletta, per chi ci piacciono queste cose, che lega il numero guida (ng), la distanza flash-soggetto (d) e l'apertura del diaframma (f) é:

d = ng / f

Semplicissima.

E se gli ISO non sono 100?

Semplice: se gli ISO raddoppiano, il numero guida va moltiplicato per 1.4 ( la radice quadrata di 2), se si dimezzano si moltiplica per 0.7, che poi é come dividere per 1.4, e così via per gli altri valori di sensibilità.







lunedì 17 ottobre 2011

Religioni





Canon EOS 450D - SIGMA EX DC 10-20 F4-5.6 HSM @ ISO 100
A ognuno le sue. O cosí almeno sembrerebbe.

venerdì 14 ottobre 2011

Per strada

Canon EOS 7D - EF L 70-300 F4-5.6 IS USM @ ISO 1250

Concentrato su se stesso non si preoccupa se le persone si fermano a guardarlo oppure passano senza notarlo. Lo spettacolo continua, a beneficio anche solo di uno sguardo fuggevole.

giovedì 13 ottobre 2011

Angolo di campo su sensori micro 4/3

Per non far torto a nessuno pubblico la tabellina degli angoli di campo sui sensori micro 4/3, analogamente a quanto avevo già fatto nel post principale per i sensori full frame e in uno successivo per quelli Canon APS-C e Nikon DX. La nuova tabellina include anche alcune focali di uso comune su micro 4/3 non presenti nelle tabelle precedenti.

Angolo di campo per i sensori Micro4/3 a diverse focali. Per lato corto,lungo e diagonale.

Angolo di campo dei sensori Nikon DX (APS-C)

Giusto perche' non si pensi che sono di parte, riporto la tabella dell'angolo di campo al variare della focale anche per i sensori Nikon DX.
Notate che a differenza di altre marche, la dimensione dei sensori Nikon di formato ridotto, cambia leggermente da un modello all'altro. Le differenze sono pero' irrisorie all'atto pratico.

Riporto come al solito lato corto, lungo e diagonale.
Angolo di campo dei sensori Nikon DX al variare della focale.

martedì 11 ottobre 2011

Canon EF L 70-300 F/4-5.6 IS USM

Canon EF L 70-300 F/4-5.6 IS USM
Categoria: Teleobiettivo.
Provato su: EOS 5D mkII, EOS 7D

Quando ho sentito l'annuncio di quest'ottica devo dire di essere rimasto perplesso. Un range di focali e un'apertura relativa normalmente associate ad ottiche di fascia medio bassa da un lato,
la prestigiosa denominazione L e un prezzo non proprio abbordabile dall'altro.

Qualche tempo fa, avendo deciso di svecchiare il mio corredo ho, tra le varie cose,  sostituito il mio seppur ottimo 70-200 F/4 L USM non stabilizzato con quest'ottica. Confesso di essere uscito dal negozio con un misto di eccitazione e di inquietudine: stabilizzatore, tropicalizzazione e maggior escursione avrebbero compensato il maggior peso, il costo e la minore apertura?

Per farla breve, non ho sentito la mancanza del 70-200 neanche per un solo scatto. E ora vi spiego perche', anche se questa recensione va presa per quello che é, cioe poco piú che delle impressioni iniziali dovute a qualche centinaio di scatti.

Costruzione ed ergonomia

Quello che si nota immediatamente prendendo in mano l'ottica e' il peso di poco piu' di un Kg. Si fa sentire e sembra ancora piu' accentuato dalla compattezza dell'ottica quando e' "chiusa" sulla focale minima. E' molto piu' compatto del menzionato 70-200, almeno sulla lunghezza, mentre e' viceversa dotato di un barilotto decisamente piu' massiccio. La cosa non mi dispiace, riposto in una borsa o in uno zaino e' la lunghezza di un'ottica la cosa piu' difficoltosa da gestire, non il suo diametro.

Ho parlato della lunghezza alla focale minore. Vero perche' l'ottica si estende, e non poco, zoomando. A 300 millimetri la sua lunghezza e' importante e diventa un fattore di cui tenere decisamente conto sia nell'uso manuale che su cavalletto, dato lo spostamento in avanti del baricentro del sistema macchina+ottica e la conseguente sindrome da naso pesante.

Se montato su cavalletto consiglio di usarlo con l'opportuna staffa, purtroppo non in dotazione (male), o con un supporto universale (come il Manfrotto 293).

Sul barilotto e' presente un selettore per bloccare l'ottica alla focale piu' corta. Indispensabile per evitare la deriva dell'ottica verso le focali lunghe con la fotocamera appesa alla spalla o al collo.

La sensazione di robustezza trasmessa, anche grazie all'uso abbondante di metallo, é notevole.

L'ottica é tropicalizzata. Questo non significa che potete immergerla, ma solo che un po' di polvere o pioggia non dovrebbero metterla in crisi. Senza esagerare...

Almeno a sentire il costruttore non é compatibile con i moltiplicatori di focale.

Sull'ergonomia nulla da eccepire, casca bene in mano con ghiere fluide sia per la messa a fuoco che per lo zoom. L'unica nota degna di merito e' che a differenza di gran parte delle ottiche Canon, la disposizione delle ghiere e' invertita, presentando sul fronte della lente la ghiera dello zoom e sulla parte posteriore quella di messa a fuoco. La cosa al principio mi ha un po' confuso e mi ci e' voluto qualche scatto per non azionare la ghiera sbagliata, ma e' comunque una scelta giusta dato che la ghiera dello zoom, in questo modo, rimane nella posizione piu' comoda per tenere l'ottica in buon equilibrio.

Angolo di campo

Questa é un'ottica adatta sia al formato pieno che all'APS-C, dove diventa un teleobiettivo decisamente lungo.

L'angolo di campo diagonale ricoperto va dai 34.4 agli 8.3 gradi per il full-frame e dai 21.5 ai 5.1 per il formato ridotto.

Qualita'


Ineccepibile. Poca distorsione, aberrazione cromatica virtualmente assente. Ottima definizione e sfocato molto piacevole. Inutile aggiungere altro.

Lo stabilizzatore


Canon parla di 4 stop. Sinceramente non ho avuto problemi fino ai 3 stop, sempre nitidi su entrambi i formati. Sui 4 stop invece molti scatti mi sono venuti con un leggero micromosso, che porta di solito a scatto utilizzabili, ma non perfettamente nitidi. Ho provato in più condizioni su più soggetti e i risultati sono stati abbastanza costanti, magari sono solo io che ultimamente non ho la mano molto ferma, ma non scenderei sotto il tempo di 1/40 di secondo alla focale più lunga. Intendiamoci, non e' un'analisi scientificamente esaustiva, solo il risultato delle mia, per ora un po' limitata, esperienza sul campo.


Eos 5DMKII - Scatto a 1/60s 260mm F7.1 - crop 100%
Eos 5DMKII - Scatto a 1/25s 260mm F7.1 - crop 100%

Conclusioni

Quest'ottica mi piace. É compatta e maneggevole, non mi scoraggia portarmela dietro, permette di portare a casa delle belle fotografie. Produce scatti nitidi e tridimensionali, con un bello sfocato nonostante la ridotta apertura relativa. Adatta anche allo sport se c'é abbastanza luce. Non puó sostituire i telezoom luminosi in caso di scatti d'azione in scarsa luce ambiente o se si debba ridurre la profonditá di campo piú di quanto permetta l'apertura di questa, ma per tutti gli altri casi é utilissima. Su full-frame, unita a un 24-105 e ad un Sigma 12-24 EX DG, permette un corredo di prima qualità versatilissimo ed estremamente portatile. Alcuni scatti di prova in alta risoluzione li potete trovare qui.

















lunedì 10 ottobre 2011

Passaggi - Torino - Via Roma

Leica M8 - Voigtlander Heliar 75 F2.5 @ ISO 320 - Fusione di piu' scatti

Un'altra foto della serie sui passaggi urbani.

sabato 8 ottobre 2011

Bycicle

Panasonic Lumix GH2 - Lumix Vario G 14-140 F4-5.8 Mega O.I.S. @ ISO 320
I don't believe in Peter Pan
Frankenstein or Superman
All I wanna do is

Bicycle bicycle bicycle

venerdì 7 ottobre 2011

L'angolo di campo dei sensori APS-C Canon

In un post di qualche tempo fa ho spiegato cosa sia l'angolo di campo, insieme con il concetto di focale equivalente. In quel post ho fornito anche una tabellina degli angoli di campo calcolati per le focali più comuni montate su sensori full-frame.

Riporto ora la tabella per i sensori APS-C di Canon, sempre con indicati lato corto, lungo e diagonale.

Tabella degli angoli di campo per sensori APS-C Canon

martedì 4 ottobre 2011

Come usare il cavalletto

Il cavalletto é uno strumento importante. Un nostro buon amico in molte situazioni, quando c'é poca luce, quando la precisione é essenziale, quando la qualità é essenziale o più semplicemente quando abbiamo voglia e tempo di fare le cose con calma. Ma come tutti i rapporti di amicizia, per funzionare, deve essere reciproco. Questo per dire che buoni risultati si ottengono solo usandolo bene.

Quale cavalletto?

Uno robusto, ma non troppo. Serve un cavalletto che venga garantito per supportare il peso dell'attrezzatura che userete, corpo più lente, anche qualcosa di più, ma senza esagerare, un cavalletto robustissimo ma che non ci portiamo dietro non serve a molto.

Quale testa?

Boh, io una perfetta per ogni occasione non l'ho ancora trovata. Per certe cose preferisco quelle a sfera, per altre quelle a tre movimenti. Se qualcuno trova quella perfetta per ogni occasione faccia un fischio.

Come si apre il cavalletto?

Con gli sblocchi sulle gambe, si certo...ma il modo più veloce é sbloccare tutti gli snodi che servono, lasciare che la gravità estenda le gambe e poi serrare gli sblocchi. É più veloce che agire sulle sezioni una per volta. Cercate di aprire le gambe di modo che la base della testa sia più o meno orizzontale al terreno.
Accertatevi che il tutto sia stabile. Alcuni cavalletti hanno un gancio sotto la colonna centrale, potete appenderci qualcosa per appesantire e stabilizzare il tutto.

La colonna centrale

Quella se possibile é meglio non usarla. É per le emergenze. Quindi meglio scegliere un cavalletto che raggiunga una buona altezza di lavoro con la colonna centrale retratta. La colonna centrale può essere estratta di qualche centimetro per una regolazione fine dell'inquadratura, ma se estratta completamente pregiudica la stabilità del sistema.

Come si chiude il cavalletto?

Al contrario di come lo avete aperto. Lo rovesciate (senza ferire nessuno) sbloccate gli snodi e lasciate che la gravita' faccia nuovamente il suo corso, chiudendo le gambe per voi. Poi bloccatele.

Come lo si trasporta?

Io trovo che una borsa per cavalletto, con una tasca capiente per tenere anche la livella a bolla e il telecomando sia il modo più comodo per trasportarlo.

Un ultimo avviso ai naviganti, se usate una reflex, meglio pre-sollevare lo specchio per ridurre il micromosso, accertatevi inoltre che la tracolla della macchina non sbandieri al vento, vanificando ogni vostro sforzo di ottenere nitidezza dai vostri scatti.

lunedì 3 ottobre 2011

Twitter, Facebook, Spritz?

Panasonic Lumix GH2 - Lumix G VARIO 14-140 F4-5.8 Mega O.I.S. @ ISO 160

A ognuno il suo modo di stare con gli amici, che sia su internet, seduti su un gradino per strada, oppure accomodati al tavolino di un bar sorseggiando un aperitivo.