Ieri sera ho approfittato della pioggia per andare a fotografare in centro citta', lo scopo era fare fotografia notturna alle installazioni luminose di Torino note come "Luci d'artista". La piogga ha reso piu' interessanti i riflessi sulle superfici.
Fotografare di notte e con la pioggia richiede tempo, quindi ho ripreso un'unica installazione, Palomar. L'inverno e' lungo, le altre installazioni per un po' non se ne andranno da dove sono state piazzate.
Fotografare sotto la pioggia non si improvvisa. Bisogna mettere addosso e nello zaino le cose giuste. L'uomo infreddolito e bagnato non fa belle foto. L'attrezzatura bagnata non funziona al meglio, posto poi che funzioni.
Par questa volta parliamo dell'attrezzatura.
Lo so, avete l'ultimo grido in fatto di fotocamere e ottiche tropicalizzate. Bene, e' un buon punto di partenza. Per pioggerelle leggere probabilmente e' sufficiente, per me di solito lo e'. Per la verità almeno un paio di volte ho inzuppato di pioggia o neve la 5DMKII e il 24-105 e mi e' andata bene, ma questo termine tropicalizzazione e' un po' fuorviante. In pratica significa che hanno messo delle guarnizioni, ma non dice molto sull'effettivo grado di resistenza alle intemperie.
Per andare sul sicuro con un corpo e un'ottica (!) tropicalizzati, ma anche per proteggere l'attrezzatura ordinaria, io uso regolarmente le rainsleeve della op/tech USA.
In pratica un sacchetto di nylon con un foro per l'ottica, regolabile con un laccetto, e una manica dove infilare la mano. C'e' anche una piccola apertura dove far passare il mirino ottico da chiudere poi con l'oculare in gomma. Semplice, funzionale, efficace.
Leggere ed economiche, compratene una confezione (ogni confezione ne contiene due) e tenetene una sempre nello zaino.
Esistono in due varianti. Una semplice come quella mostrata in figura ed una con un'ulteriore protuberanza per alloggiare il flash. Io opto per il secondo tipo, poi vi spiego il perché.
In un giorno di pioggia spesso non c'e' molta luce. Certo dipende da cosa volete fotografare, ma un cavalletto, uno scatto remoto e una livella a bolla potrebbero essere una buona idea.
Ottiche: se avete un corpo tropicalizzato, optate per un'ottica tropicalizzata anch'essa, altrimenti l'acqua vi entra dall'ottica. Non portatevi dietro troppe ottiche, sotto l'acqua meglio non cambiare lenti. Uno zoom tutto fare e' l'ideale.
Molte ottiche per completare la tropicalizzazione richiedono che venga usato un filtro a vite avvitato sul portafiltri. Va bene qualunque filtro, uno anti UV sarà perfetto. Se ne avete un paio anche meglio, potrete montare il secondo al posto del primo se quest'ultimo dovesse bagnarsi.
Portatevi un kit di pulizia composto da cartine per pulire le lenti, un pennello e un panno adatto ad asciugare l'attrezzatura (meglio se abbastanza morbido da usare anche sul filtro).
Se avete optato per l'uso del cavalletto vi tornera' utile il rainsleeve in versione flash. E perche' mai? Semplice se tagliate con un paio di forbici la parte terminale della protuberanza destinata al flash ottenete una seconda manica che potra' comodamente avvolgere la testa del treppiedi e parte della colonna. Questo evita che si bagni la testa, cosa che ne rende piu' precisi i movimenti e vi lascia libera la manica principale della custodia per tenerci, all'asciutto, la vostra mano destra.
Se poi state usando il cavalletto starete usando anche il telecomando. E' buona pratica, visto il costo (insensato?) di questi aggeggi, evitarsi problemi inserendo la parte contente l'elettronica in un sacchettino di nylon che chiuderete con un po' di giri di scotch o meglio con un bell'elastico.
Altro?
Si. Lo zaino o la borsa. Serve una cosa leggera e ben impermeabile. Purtroppo nessun tessuto e' impermeabile per sempre. Portatevi quindi dietro dei sacchetti di nylon da congelatore, in discreto numero, e usateli per metterci dentro le cose che riporrete nello zaino. Perche' come dice un mio amico: It is better to be safe than sorry.
Venendo al titolo del post. Felice? Certo, far foto mi rende felice. Fradicio? Con un po' di accortezza no. Ma questa e' un'altra storia.