Fujifilm X-Pro1 - Fujinon XF 18-55 @ ISO 250 |
mercoledì 29 maggio 2013
Nell'architettura
lunedì 27 maggio 2013
610
Fujifilm X-Pro1 - XF 18-55 F/2.8-4 @ ISO 1250 |
lunedì 20 maggio 2013
venerdì 17 maggio 2013
Il rapporto di ingrandimento
Ci sono fotografi che fanno della fotografia macro la loro ragione di esistere, sinceramente a volte li invidio. Intanto hanno uno scopo ben preciso. Seconda cosa sanno esattamente cosa vogliono dalla propria attrezzatura. Terzo, fateci caso se ne conoscete alcuni, sono mediamente più soddisfatti del proprio operato rispetto agli altri...
Chi mi segue avrá certamente notato che io non sono un fotografo dedito alla macrofotografia. Sopratutto non se consideriamo macrofotografia la ripresa di tutti quegli esserini a 6 o più zampe che popolano per la gran parte il nostro pianeta (ah, notizia: sono loro la forma di vita dominante del pianeta, non noi, per chi ancora ci credesse al centro dell'universo). Il genere insetti&co non fa proprio al caso mio.
Però macrofotografia non è necessariamente fotografare insetti. Ci sono i piccoli fiori, i dettagli di oggetti, e anche tutte quelle cose che,ingrandite a sufficienza, diventano qualcos'altro. Ecco qualche volta a questo mi dedico volentieri.
Uno dei concetti meno capiti, o forse maggiormente fraintesi, della macrofotografia è il rapporto di ingrandimento, o sarebbe credo meglio dire rapporto di riproduzione. Se girate in rete non sarà difficile trovare migliaia di spiegazioni, spesso sbagliate, su cosa sia questo numero (ma qualcuna anche giusta). Ricordate il motto: La risposta è dentro un forum (o un blog), e, ma, però, è sbagliata.
Per rapporto di riproduzione, che chiameremo R, si intende la proporzione tra le dimensioni fisiche dell'immagine che la lente proietta sul piano del sensore e le dimensioni dell'oggetto reale che stiamo riprendendo.
Essendo un rapporto è naturale esprimerlo sotto forma di numero frazionario. Ad esempio se la dimensione dell'immagine è la metá di quelle dell'oggetto ripreso, avremo R = 1:2. Se l'immagine avrá la stessa dimensione dell'oggetto avremo R=1:1. Se l'immagine avesse dimensione doppia dell'oggetto reale otterremmo un rapporto di riproduzione R=2:1.
La cosa importante però è capire che il rapporto di riproduzione non ha nulla a che vedere con la dimensione del sensore che stiamo utilizzando. Un soggetto, ad esempio un francobollo, di dimensioni 24x36mm ripreso in modo da avere un rapporto di riproduzione 1:1 (R=1) produrrá un'immagine esattamente di 24x36mm.
Se usiamo un sensore Full Frame avremo un'inquadratura completa del francobollo, con un sensore APS-C riusciremo invece a riprenderne solo una parte. Con sensori più grandi, la nostra immagine del francobollo non riempirá il fotogramma.
Questo, chiaramente, non è legato alle dimensioni dell'immagine che otterremo nella stampa finale, questa dipenderá infatti dalle dimensioni di stampa scelte. Forse questo concetto non è così evidente, visto che spesso si sente fare confusione proprio su questo punto.
In un prossimo post, appena avrò il tempo di scriverlo, entrerò un po' più nel dettaglio, non troppo, e fornirò qualche riferimento di web-lettura per chi volesse approfondire.
Chi mi segue avrá certamente notato che io non sono un fotografo dedito alla macrofotografia. Sopratutto non se consideriamo macrofotografia la ripresa di tutti quegli esserini a 6 o più zampe che popolano per la gran parte il nostro pianeta (ah, notizia: sono loro la forma di vita dominante del pianeta, non noi, per chi ancora ci credesse al centro dell'universo). Il genere insetti&co non fa proprio al caso mio.
Però macrofotografia non è necessariamente fotografare insetti. Ci sono i piccoli fiori, i dettagli di oggetti, e anche tutte quelle cose che,ingrandite a sufficienza, diventano qualcos'altro. Ecco qualche volta a questo mi dedico volentieri.
Uno dei concetti meno capiti, o forse maggiormente fraintesi, della macrofotografia è il rapporto di ingrandimento, o sarebbe credo meglio dire rapporto di riproduzione. Se girate in rete non sarà difficile trovare migliaia di spiegazioni, spesso sbagliate, su cosa sia questo numero (ma qualcuna anche giusta). Ricordate il motto: La risposta è dentro un forum (o un blog), e, ma, però, è sbagliata.
Per rapporto di riproduzione, che chiameremo R, si intende la proporzione tra le dimensioni fisiche dell'immagine che la lente proietta sul piano del sensore e le dimensioni dell'oggetto reale che stiamo riprendendo.
Essendo un rapporto è naturale esprimerlo sotto forma di numero frazionario. Ad esempio se la dimensione dell'immagine è la metá di quelle dell'oggetto ripreso, avremo R = 1:2. Se l'immagine avrá la stessa dimensione dell'oggetto avremo R=1:1. Se l'immagine avesse dimensione doppia dell'oggetto reale otterremmo un rapporto di riproduzione R=2:1.
La cosa importante però è capire che il rapporto di riproduzione non ha nulla a che vedere con la dimensione del sensore che stiamo utilizzando. Un soggetto, ad esempio un francobollo, di dimensioni 24x36mm ripreso in modo da avere un rapporto di riproduzione 1:1 (R=1) produrrá un'immagine esattamente di 24x36mm.
Se usiamo un sensore Full Frame avremo un'inquadratura completa del francobollo, con un sensore APS-C riusciremo invece a riprenderne solo una parte. Con sensori più grandi, la nostra immagine del francobollo non riempirá il fotogramma.
Questo, chiaramente, non è legato alle dimensioni dell'immagine che otterremo nella stampa finale, questa dipenderá infatti dalle dimensioni di stampa scelte. Forse questo concetto non è così evidente, visto che spesso si sente fare confusione proprio su questo punto.
In un prossimo post, appena avrò il tempo di scriverlo, entrerò un po' più nel dettaglio, non troppo, e fornirò qualche riferimento di web-lettura per chi volesse approfondire.
domenica 12 maggio 2013
Cosa penso di Adobe CC
Mi unisco alla schiera di quelli che hanno deciso di dedicare un post ad Adobe CC. Se non sapete di cosa parlo, cercate con google, avrete l'imbarazzo della scelta.
Personalmente: La licenza completa, quasi 70 euro al mese, che comprende l'accesso a tutti i prodotti, e' per me troppo.
Il solo Photoshop, circa 25 Euro al mese e' sicuramente alla portata di un professionista. Ma anche della maggior parte dei fotoamatori che prendano sul serio la propria attività (suvvia quanto spendiamo in un anno in attrezzatura?). A un certo punto lo faro'.
Detto questo ho sempre ritenuto che in Adobe manchi una versione realmente intermedia di Photoshop. Insomma una specie di Elements un po' piu' completo, con trattamento dei file a 16 bit e adatto per gestire la stampa delle foto. Con un prezzo che sia una via di mezzo tra Elements e il Photoshop completo. Eventualmente anche in versione solo CC, non e' poi quello il problema.
Solo una cosa. Se chi sviluppa GIMP si desse una mossa a completare la transizione al supporto a 16bit, per molti photoshop diventerebbe inutile. Sono anni, tanti, che ne parlate e ve lo chiedono: ma che cavolo (e potrei sentirmi autorizzato a essere piu' esplicito) aspettate? La befana? Babbo Natale?
A volte mi sorge il dubbio che questa cosa venga procrastinata ad arte per lasciare strada spianata ad Adobe...(sapete che a pensar male si commette peccato...)
Personalmente: La licenza completa, quasi 70 euro al mese, che comprende l'accesso a tutti i prodotti, e' per me troppo.
Il solo Photoshop, circa 25 Euro al mese e' sicuramente alla portata di un professionista. Ma anche della maggior parte dei fotoamatori che prendano sul serio la propria attività (suvvia quanto spendiamo in un anno in attrezzatura?). A un certo punto lo faro'.
Detto questo ho sempre ritenuto che in Adobe manchi una versione realmente intermedia di Photoshop. Insomma una specie di Elements un po' piu' completo, con trattamento dei file a 16 bit e adatto per gestire la stampa delle foto. Con un prezzo che sia una via di mezzo tra Elements e il Photoshop completo. Eventualmente anche in versione solo CC, non e' poi quello il problema.
Solo una cosa. Se chi sviluppa GIMP si desse una mossa a completare la transizione al supporto a 16bit, per molti photoshop diventerebbe inutile. Sono anni, tanti, che ne parlate e ve lo chiedono: ma che cavolo (e potrei sentirmi autorizzato a essere piu' esplicito) aspettate? La befana? Babbo Natale?
A volte mi sorge il dubbio che questa cosa venga procrastinata ad arte per lasciare strada spianata ad Adobe...(sapete che a pensar male si commette peccato...)
Per chi non lo conoscesse
http://zarias.tumblr.com e http://zackarias.com/blog/ due blog di Zack Arias. Attenzione: Può causare assuefazione.
sabato 11 maggio 2013
m-street
Qualche scatto per calare la EOS M ed il suo notevole 22mm in un genere che mi sembrava le si addicesse. Lo Street.
Torino - Piazza S.Carlo durante i festeggiamenti per lo scudetto della Juventus.
lunedì 6 maggio 2013
Ilford - Prestige Galerie Gold Mono Silk 270
Un po' di tempo fa ho trovato questa carta nell'espositore di uno dei miei rivenditori. Complice il packaging, mi sono fatto tentare dall'acquisto di un pacco di carta A4 e di uno A3+.
La carta è esplicitamente dedicata alla stampa bianco nero. Come resistere?
Questa sera ho stampato diverse fotografie e, per farla breve: wow!
Io di solito non amo le carte lucide, e questa lo è abbastanza, ma i risultati sono strepitosi. Contrasto, nitidezza, resa dei neri e delle alte luci...ottima.
Le stampe effettuate per test e calibrazione mi hanno però indicato di non seguire pedissequamente le ricette di stampa Ilford. I migliori risultati li ho ottenuti impostando il driver di stampa Epson (per la R2400) selezionando la modalità Advanced Black and White e, nelle impostazioni avanzate, la resa 'Normal'. A questo punto da Photoshop modifico i livelli, selezionando nelle caselle dei valori di output 1 per i neri e 254 per i bianchi. Valori misurati dalle stampe delle scale graduate che effettuo sempre per taratura sulle carte che non conosco.
Stampe neutre e fedeli. La procedura indicata da Ilford, sebbene corretta in teoria visto che lascia la gestione al profilo, non produce stampe dai toni altrettanto neutri e fedeli.
Se stampate in bianco e nero provatene un pacco.
La carta è esplicitamente dedicata alla stampa bianco nero. Come resistere?
Questa sera ho stampato diverse fotografie e, per farla breve: wow!
Io di solito non amo le carte lucide, e questa lo è abbastanza, ma i risultati sono strepitosi. Contrasto, nitidezza, resa dei neri e delle alte luci...ottima.
Le stampe effettuate per test e calibrazione mi hanno però indicato di non seguire pedissequamente le ricette di stampa Ilford. I migliori risultati li ho ottenuti impostando il driver di stampa Epson (per la R2400) selezionando la modalità Advanced Black and White e, nelle impostazioni avanzate, la resa 'Normal'. A questo punto da Photoshop modifico i livelli, selezionando nelle caselle dei valori di output 1 per i neri e 254 per i bianchi. Valori misurati dalle stampe delle scale graduate che effettuo sempre per taratura sulle carte che non conosco.
Stampe neutre e fedeli. La procedura indicata da Ilford, sebbene corretta in teoria visto che lascia la gestione al profilo, non produce stampe dai toni altrettanto neutri e fedeli.
Se stampate in bianco e nero provatene un pacco.
mercoledì 1 maggio 2013
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