lunedì 28 novembre 2011

Solo per gioco

Canon EOS 5D MKII - Canon EF L 17-40 F4 @ ISO 100

Qualche volta le ragioni per una foto non sono molte. Solo il piacere di giocare con la luce e con le infinite tonalità che questa ci può regalare.

domenica 27 novembre 2011

Reporter illuminatore X6 LEDPRO

Il faretto a LED X6 LEDPRO
Ogni tanto capita di sentirne qualcuna veramente spettacolare. Qualche tempo fa mi è capitato di sentir parlare un espertone di fotografia che illustrava le magnificenze dei nuovi sistemi portatili di illuminazione a LED ad un povero ragazzetto che, temo, avrà ora le idee piuttosto confuse.

Il discorso era per sommi capi: Oramai è inutile usare per una reflex dei flash a slitta pesanti, ingombranti, costosi e difficili da usare. Molto meglio procurarsi uno di questi dispositivi a LED che si attaccano sulla slitta della macchina fotografica e finiscono per costare anche meno di un flash. Perché? Perché i LED hanno un'efficienza energetica altissima (vi risparmio le stime energetiche del nostro esperto...) e l'energia fornita dalle nostre batterie stilo finisce praticamente tutta in luce, e non in calore!
In pratica abbiamo la stessa capacità di illuminare del nostro (per lui obsoleto) flash e tutta la semplicità della luce continua.

Sentendo questo discorso nel mio cervello si è formata un'unica parola: Cavolate! (no la parola non era PRECISAMENTE quella, ma voi fate finta...)

Per non rimanere nell'ambito delle opinioni personali è stato quindi il caso di fare qualche misura con uno di questi aggeggi, guarda caso in mio possesso...un illuminatore a LED X6 LEDPRO importato in Italia dalla Reporter, dotato di 63 LED e alimentato da 4 batterie a stilo ricaricabili. Il dispositivo in se e per se è interessante, ma ne parleremo più avanti. Veniamo alle misure.

Esposimetro alla mano abbiamo misurato alla distanza di un metro l'intensità luminosa del nostro aggeggio misurando in luce incidente a quale diaframma si ottiene una esposizione corretta. Lo scopo era misurare un parametro di riferimento per la potenza della luce flash noto a tutti: Il Numero Guida (NG).

Ora dalla definizione di Numero Guida, avendo misurato l'esposizione alla distanza di un metro, il valore del diaframma rilevato dall'esposimetro è anche, molto comodamente, proprio il Numero Guida che cerchiamo.

La misura è stata eseguita per due valori di sensibilità. ISO 100 e 200. Qui sotto la tabellina dei risultati ottenuti al variare del tempo di esposizione.



Al variare del tempo di esposizione? Ma il tempo di esposizione non ha influenza sul calcolo dell'esposizione usando un flash. Vero ma, enorme differenza, qui la luce è continua, quindi il diaframma varia col tempo di esposizione. Ovvio (ma forse non per il nostro grande esperto di cui sopra).

Una rapida occhiata ci mostra, nella sua evidenza, la tragica verità: per avere un diaframma decente a ISO 100, diciamo F 5.6, alla distanza di un metro (stendete un braccio, ecco più o meno ci siete...); dunque l'equivalente di un NG 5.6, dobbiamo usare un tempo di esposizione di 1/8 di secondo. Questo significa solo scatti su cavalletto a un soggetto bello fermo. A meno di non alzare gli ISO, si intende.

Per fare un raffronto il minuscolo flash con NG 11 montato sulla maggior parte delle reflex fa più luce e vi congela il movimento del soggetto.

Buttiamo dunque via i nostri flash? Non credo proprio.

Teniamo poi in conto che la cosa più importante della luce flash è proprio l'estrema velocità dell'impulso luminoso, che permette di congelare un movimento anche con tempi di otturazione relativamente lunghi. Con la luce continua questo non si può fare.

E questo illuminatore a cosa può servire dunque? A tante cose:

Per le riprese video (non a caso è venduto a questo scopo).
Per fotografare piccoli oggetti (lo uso spesso per le foto di questo sito).
Per aggiungere spot luminosi in luce ambiente nella fotografia d'interni.
Come luce di riempimento o d'accento in un ritratto sempre in luce ambiente.
Per aiutare un amico a fotografare con la sua compatta la torta di compleanno dei figli.
Come torcia elettrica per trovare le cose quando si fotografa al buio.

L'oggetto in questione è fatto bene: Ha in dotazione dei filtri per portare la temperatura di colore a 5600K e 3200K (di suo sarebbe a 6500K). Un paio di alette per direzionare meglio il fascio luminoso ed un diffusore. L'intensità luminosa è regolabile tramite un potenziometro. La durata delle batterie, che non so quantificare, è comunque almeno di qualche ora con le ricaricabili.

lunedì 21 novembre 2011

Solo un po' di luce

Canon EOS 5D MKII - Canon EF 100 F2.8 Macro @ ISO 100

Alla fine è solo luce. Tutto quello che fa la differenza. Una passeggiata di Domenica mattina, nel parco dietro casa. Il tempo di fumare mezzo toscano dopo colazione, approfittando del regalo fattomi da mia moglie di lasciarmi una mattinata libera da figli e impegni.

Diretto verso casa, tra le fronde degli alberi la luminosità delle foglie in controluce sullo sfondo, ed il contrasto con i tronchi scuri, attira la mia attenzione.

Il tempo di montare il cavalletto, prendere qualche esposizione, impacchettare il tutto e riprendere la strada verso casa. Alla fine è solo luce. Ma che luce!

sabato 19 novembre 2011

Lione - Sotto il ponte


Panasonic Lumix GH2- Panasonic VARIO G 14-140 F4-5.8 Mega O.I.S. @ ISO 640
Mi piacciono i ponti. Mi piace particolarmente vedere come la luce, filtrando dalle campate dipinge l'acqua di mille sfumature. Mi piacciono i riflessi che questa stessa luce crea sulle strutture del ponte. Mi piace l'acqua che, sotto i ponti, diventa turbolenta e sempre cangiante. Tutto questo é ipnotico, potrei guardarlo per ore.

Neanche ricordavo questo scatto fatto a Lione qualche mese fa, me lo ha fatto notare mia moglie perché le piaceva molto. Piace molto anche a me.

giovedì 17 novembre 2011

Bwindi Light Masks

Canon EOS 7D - EF L 24 TS-E @ ISO 100
Di Richi Ferrero per Luci d'artista a Torino. Quest'anno nel cortile del Rettorato dell'Università degli Studi di Torino.

Non e' mia abitudine dedicarmi alla realizzazione di video, e non lo so neanche fare. Per rendere l'idea dell'installazione pero' questa volta era proprio il caso di farne almeno un filmato documentale.

martedì 15 novembre 2011

Panasonic Lumix 20 mm F 1.7


Panasonic Lumix G 20mm F1.7 ASPH



Categoria: Normale "largo"

Provato su: Panasonic Lumix G1 e GH2


Introduzione

Quando un paio di anni or sono, piú o meno in questa stagione mi avvicinai al formato micro 4/3, acquistai una Panasonic Lumix G1 in kit con un 14-45 ed un 45-200. Qualche centinaio di scatti dopo, passate le vacanze del periodo natalizio, ero abbastanza deciso a rivende il tutto.

La G1 era indubbiamente leggera, comoda da portare ovunque e le ottiche in dotazione molto versatili in quanto a focali. L'ergonomia indubbiamente di prima qualità. E allora perché venderla?

Semplice, nonostante tutto le immagini che producevo non mi esaltavano, abituato com'ero alla qualità' di certe ottiche Canon, i file tirati fuori dalla G1 con le ottiche in kit erano solo passabili. La luminosità scarsa poi mi limitava enormemente proprio nel genere di foto per cui mi ero procurato l'attrezzatura: lo street e il reportage urbano.

Con questa disposizione d'animo mi sono così recato dal mio spacciatore di fiducia (di attrezzatura...ovvio) il quale, sapendo fare il suo lavoro mi ha fatto una controproposta:

Anziché vendere tutto mi ha suggerito di provare il 20mm F1.7 uscito da non molto e, guarda caso, appena arrivatogli in negozio. Se dopo aver usato un'ottica un po' piu' frizzante fossi rimasto dell'idea di rivenderla, mi avrebbe preso indietro tutto il malloppo.

Come e' andata a finire potete immaginarlo. Sono a tutt'oggi il (ora) felice possessore di un paio di micro4/3 Panasonic. Solo non ho più il 45-200, quello si che non sono mai riuscito a farmelo piacere fino in fondo.



Angolo di campo

Venendo ai fatti. Cosa significa che quest'ottica e' un normale 'largo'? Beh, intanto l'apertura massima, F1.7 non e' da buttare, permette di portare a casa scatti anche la sera in condizioni di luce artificiale con tempi di scatti abbastanza veloci da scongiurare il mosso del fotografo e, più importante, il mosso delle persone. Fondamentale per lo street.

Quest'ottica e' pero' larga anche come angolo di campo. Montata su sensori Micro 4/3 (ma dai?) fornisce una focale equivalente di 40mm e un'inquadratura di 33.4 e 48.5 gradi sui due lati del fotogramma e di 56.8 gradi sulla diagonale. Il risultato e' un angolo di visione ancora simile a quello dell'occhio umano rimanendo pero' un po' più ampio del classico cinquantino. Anche questo la rende un'ottima scelta per lo street.



Vale la pena notare che l'uso di un sensore di formato ridotto aumenta la profondita' di campo quel tanto che basta da rendere agevole l'uso dell'ottica anche a tutta apertura alle normali distanze di lavoro di qualche metro dai soggetti.


Qualità costruttiva

L'ottica e' leggera, compattissima, in pratica ve la potete mettere nella tasca della giacca senza problemi, attenzione solo a ricordarvi di toglierla prima di farle fare un giro in lavatrice...la garanzia non coprirebbe il danno.

Ovviamente, lenti e innesto (di metallo) a parte e' tutto plastic-fantastic. Non ci sono selettori sul barilotto (non e' stabilizzata). La ghiera di messa a fuoco, ben dimensionata e' la solita degli obiettivi Panasonic, con la sgradevole sensazione, tipica del fly by wire, di non avere un vero controllo su cosa si sta facendo. Difficile anche l'impostazione sulla distanza iperfocale, se si vuole va fatto ad occhio. Panasonic su questo dovrebbe fare qualcosa a livello di software. Basterebbe una semplice modalità di messa a fuoco che imposta automaticamente la distanza sull'iperfocale. Suvvia sarebbero poche linee di codice, Panasonic ce lo vuoi fare questo regalo in un prossimo update del firmware?

Qualità ottica

Buona. Inutile soffermarsi troppo. La nitidezza c'e' ed e' tutto quello che si può valutare oggettivamente quando parliamo di ottiche per EVIL. Distorsioni ed aberrazioni vengono sempre corrette via software, quindi inutile preoccuparsene. L'unica cosa degna di nota e' la tendenza, in alcune condizioni, di produrre degli aloni attorno alle alte luci nelle foto. Sopratutto quelle tipiche dell'illuminazione stradale. Un po' un peccato vista la vocazione da reportage urbano di quest'ottica. Questo fortunatamente non succede sempre e in generale la resistenza al controluce e' buona.


In qualche occasione si presenta un alone attorno alle alte luci puntiformi

Conclusioni

Un po' costosa se comprata nuova. Un affare se la si trova usata. Non c'e ragione per non averla se si possiede una EVIL Micro 4/3.

Ultima nota. L'ottica non ha un paraluce in dotazione, certo il paraluce fa dire addio alla compattezza, ma dovrebbe essere usato. Sempre. L'unica soluzione per avere un paraluce e' cercarne uno di quelli universali in gomma, ripiegabili. Difficilmente pero' lo si puo' trovare con la filettatura da 46mm che servirebbe, ma se ne puo' facilmente adattare uno da 52 o da 58 con un anello di step-up.


Qualche scatto di prova in alta risoluzione lo potete trovare qui.


Sempre un po' più in la...

Panasonic G1 - Lumix 45-200 F4-5.6 - Filtro Hoya INFRARED R72 - @ISO400

La fotografia agli infrarossi può rendere interessanti anche scatti ordinari. Questa foto panoramica non e' forse tecnicamente perfetta. L'albero caduto nel lago e' leggermente sfocato a causa della difficoltà di mettere a fuoco fotografando agli infrarossi. Nonostante questo lo scatto continua a piacermi.

sabato 12 novembre 2011

Scende la pioggia...

The North Face, giacca plasma thermal jacket della linea Summit Series
Recentemente ho descritto come proteggo la mia attrezzatura quando fotografo sotto la pioggia. Purtroppo, o per fortuna, macchina fotografica, ottiche ed accessori vari, sono solo metà di quello che ci serve per fare delle buone foto.

L'altra metà siamo ovviamente noi. Il fotografo bagnato non fa belle foto, e di solito si becca anche il raffreddore. Meglio evitare.

Negli anni mi sono trovato a voler o dover fotografare sotto ogni genere di pioggia, anche acquazzoni decimante spettacolari.

Nel caso si preveda pioggia, tra protezioni per l'attrezzatura e per noi, non é raro finire per avere uno zaino stra pieno di roba, quasi tutta dedicata a riparare dalla pioggia e riscaldare e quasi nulla, o il minimo indispensabile, di vera e propria attrezzatura fotografica.

Diventa importante scegliere l'abbigliamento in modo ragionato, limitandone il piú possibile il peso e massimizzandone le caratteristiche fondamentali:

Protezione dall'acqua senza compromessi.
Protezione dal vento.
Isolamento termico.
Capacita di traspirazione.
Leggerezza.

Purtroppo non esiste il capo perfetto e adatto a qualsiasi condizione, ma almeno tre capi di vestiario sono di fondamentale importanza e bisogna dedicarci la giusta attenzione e spesa:

Gli scarponcini
Dei sovrapantaloni impermeabili
Una giacca termica impermeabile

In tutti i casi, con gli anni ho capito che qualsiasi siano le nostre esigenze, l'abbigliamento tecnico da montagna o trekking é la scelta migliore.

In particolare per la giacca e i sovrapantaloni.

Recentemente mi sono dotato di una giacca della: The North Face, della linea summit series e in particolare la plasma thermal jacket. Protegge egregiamente da acqua e vento ed ha una protezione termica discretamente efficace (io sono freddoloso). Magari se proprio fa un freddo cane e si deve stare ore esposti al vento freddo é meglio aggiungerci un sotto giacca termico. Oggi ad esempio alla Maratona di Torino avevo sottovalutato il vento e alla fine della gara ero un po' provato.

Come sovrapantaloni sto usando dei Raintec waterproof RTC pants che mi hanno tenuto asciutto addirittura seduto dentro una pozzanghera di qualche centimetro di profondità.

Gli scarponcini perfetti non li ho ancora trovati, se mai dovessi trovarli non mancherò di scriverne.

Update (14/11/2011) - Rileggendo il post ho notato che manca una cosa: un buon paio di guanti! Non c'e' la ricetta giusta. Devono essere caldi, impermeabili ed antivento. Purtroppo poche macchine (nessuna?) sono realmente utilizzabili con i guanti in tutte le loro funzioni, ma le Canon e le Nikon di fascia alta si riescono ad usare abbastanza bene anche con guanti di medio spessore.

venerdì 11 novembre 2011

Volo su...

Canon EOS 5D MKII -  EF L 24 F3.5 TS-E @ ISO 100 (Unione di tre scatti)
Di Francesco Casorati. Per Luci d'artista a Torino. Quest'anno su...Via Po.

Il casino, si è il termine scientifico, di via Po alle 6 di sera mi stava scoraggiando dal riuscire a fotografare quest'opera.

Passeggiando lungo il marciapiede esterno ai portici ho visto il riflesso di una delle illuminazioni in una pozzanghera, all'interno di un posto auto per disabili che quindi era uno dei pochi rimasti liberi da autovetture. Mi viene immediatamente l'idea di questa foto, per farla avrei avuto bisogno di unire più foto effettuate decentrando l'obiettivo. Certo sarebbe bastato forse un grandangolo più corto, ma non lo avevo con me.

Apro il cavalletto, lo piazzo in posizione, metto tutto in bolla. Calcolo l'esposizione. Monto il cavetto di scatto. Decentro l'ottica verso il basso. Scatto due o tre esposizioni. Tolgo il decentramento per l'esposizione di mezzo e....

...due signori di una certa età, ma decisamente non disabili, parcheggiano sulla pozzanghera occupando, ovviamente, il posteggio per disabili. Con la massima naturalezza se ne vanno a farsi un giro, lasciando la loro auto nel posteggio e cosa gravissima (ironia) in primo piano nella mia inquadratura....rabbia.

Aspetto qualche minuto. Niente. Decido di prendere l'esposizione non decentrata e poi quella decentrata verso l'alto ugualmente, sperando che ci sia comunque abbastanza sovrapposizione con la prima per eliminare l'automobile dal primo piano. Aspetto altri 20 minuti, sperando che i due simpaticoni (sprovvisti del talloncino per i disabili, a quel punto ho controllato) ritornino, magari riuscirò a fare altri scatti per stare sul sicuro. Niente. Mi arrendo smonto tutto e me ne vado.

Sono stato fortunato, lo stitch e' stato possibile.

giovedì 10 novembre 2011

Iperfocale - grafico interattivo sensore Micro 4/3

Un grafico interattivo dell'iperfocale. Passando il mouse sulla linea per una determinata focale viene visualizzata la distanza iperfocale per una data apertura del diaframma. Le distanze si intendono espresse in metri.

Ricordate che mettendo a fuoco sull'iperfocale la profondità di campo utile si estenderà da meta' della distanza iperfocale all'infinito.

mercoledì 9 novembre 2011

Iperfocale - grafico interattivo sensore APS-C

Un grafico interattivo dell'iperfocale. Passando il mouse sulla linea per una determinata focale viene visualizzata la distanza iperfocale per una data apertura del diaframma. Le distanze si intendono espresse in metri.

Ricordate che mettendo a fuoco sull'iperfocale la profondità di campo utile si estenderà da meta' della distanza iperfocale all'infinito.

martedì 8 novembre 2011

Fradicio ma felice.

Mi piace fotografare sotto le intemperie. Neve e pioggia mi mettono proprio voglia di uscire a fotografare. E' più forte di me. L'unica cosa che mal sopporto e' il vento. A quello faccio fatica ad abituarmi e, sinceramente, raramente una giornata ventosa rende un soggetto più interessante, almeno ai miei occhi.

Ieri sera ho approfittato della pioggia per andare a fotografare in centro citta', lo scopo era fare fotografia notturna alle installazioni luminose di Torino note come "Luci d'artista". La piogga ha reso piu' interessanti i riflessi sulle superfici.

Fotografare di notte e con la pioggia richiede tempo, quindi ho ripreso un'unica installazione, Palomar. L'inverno e' lungo, le altre installazioni per un po' non se ne andranno da dove sono state piazzate.

Fotografare sotto la pioggia non si improvvisa. Bisogna mettere addosso e nello zaino le cose giuste. L'uomo infreddolito e bagnato non fa belle foto. L'attrezzatura bagnata non funziona al meglio, posto poi che funzioni.

Par questa volta parliamo dell'attrezzatura.

Lo so, avete l'ultimo grido in fatto di fotocamere e ottiche tropicalizzate. Bene, e' un buon punto di partenza. Per pioggerelle leggere probabilmente e' sufficiente, per me di solito lo e'. Per la verità almeno un paio di volte ho inzuppato di pioggia o neve la 5DMKII e il 24-105 e mi e' andata bene, ma questo termine tropicalizzazione e' un po' fuorviante. In pratica significa che hanno messo delle guarnizioni, ma non dice molto sull'effettivo grado di resistenza alle intemperie.

Per andare sul sicuro con un corpo e un'ottica (!) tropicalizzati, ma anche per proteggere l'attrezzatura ordinaria, io uso regolarmente le rainsleeve della op/tech USA.

In pratica un sacchetto di nylon con un foro per l'ottica, regolabile con un laccetto, e una manica dove infilare la mano. C'e' anche una piccola apertura dove far passare il mirino ottico da chiudere poi con l'oculare in gomma. Semplice, funzionale, efficace.

Leggere ed economiche, compratene una confezione (ogni confezione ne contiene due) e tenetene una sempre nello zaino.

Esistono in due varianti. Una semplice come quella mostrata in figura ed una con un'ulteriore protuberanza per alloggiare il flash. Io opto per il secondo tipo, poi vi spiego il perché.

In un giorno di pioggia spesso non c'e' molta luce. Certo dipende da cosa volete fotografare, ma un cavalletto, uno scatto remoto e una livella a bolla potrebbero essere una buona idea.

Ottiche: se avete un corpo tropicalizzato, optate per un'ottica tropicalizzata anch'essa, altrimenti l'acqua vi entra dall'ottica. Non portatevi dietro troppe ottiche, sotto l'acqua meglio non cambiare lenti. Uno zoom tutto fare e' l'ideale.

Molte ottiche per completare la tropicalizzazione richiedono che venga usato un filtro a vite avvitato sul portafiltri. Va bene qualunque filtro, uno anti UV sarà perfetto. Se ne avete un paio anche meglio, potrete montare il secondo al posto del primo se quest'ultimo dovesse bagnarsi.

Portatevi un kit di pulizia composto da cartine per pulire le lenti, un pennello e un panno adatto ad asciugare l'attrezzatura (meglio se abbastanza morbido da usare anche sul filtro).

Se avete optato per l'uso del cavalletto vi tornera' utile il rainsleeve in versione flash. E perche' mai? Semplice se tagliate con un paio di forbici la parte terminale della protuberanza destinata al flash ottenete una seconda manica che potra' comodamente avvolgere la testa del treppiedi e parte della colonna. Questo evita che si bagni la testa, cosa che ne rende piu' precisi i movimenti e vi lascia libera la manica principale della custodia per tenerci, all'asciutto, la vostra mano destra.

Se poi state usando il cavalletto starete usando anche il telecomando. E' buona pratica, visto il costo (insensato?) di questi aggeggi, evitarsi problemi inserendo la parte contente l'elettronica  in un sacchettino di nylon che chiuderete con un po' di giri di scotch o meglio con un bell'elastico.

Altro?

Si. Lo zaino o la borsa. Serve una cosa leggera e ben impermeabile. Purtroppo nessun tessuto e' impermeabile per sempre. Portatevi quindi dietro dei sacchetti di nylon da congelatore, in discreto numero, e usateli per metterci dentro le cose che riporrete nello zaino. Perche' come dice un mio amico: It is better to be safe than sorry.

Venendo al titolo del post. Felice? Certo, far foto mi rende felice. Fradicio? Con un po' di accortezza no. Ma questa e' un'altra storia.

Iperfocale - grafico interattivo sensore 24x36

Un grafico interattivo dell'iperfocale. Passando il mouse sulla linea per una determinata focale viene visualizzata la distanza iperfocale per una data apertura del diaframma. Le distanze si intendono espresse in metri.

Ricordate che mettendo a fuoco sull'iperfocale la profondità di campo utile si estenderà da meta' della distanza iperfocale all'infinito.

lunedì 7 novembre 2011

Palomar

Canon EOS 5DMKII - EF L 17-40 F/4 @ ISO 100

Palomar di Giulio Paolini, quest'anno gioca con le luci all'ingresso di Piazza Castello.


sabato 5 novembre 2011

(grid) trapped

Panasonic Lumix GH2 - Panasonic Lumix G 20mm F1.7 @ ISO 1250

Intuisci che c'è qualcosa oltre. Lo senti. Ma non puoi liberarti, proprio non ci riesci.

venerdì 4 novembre 2011

GITZO GT 1551 T

Mi son fatto il Gitzo...

Era un po' che ci pensavo. E ora si avvicina l'inverno, le giornate sono corte. All'uscita dall'ufficio e' praticamente notte. Se voglio fotografare il treppiede e' l'unica soluzione.

Girare per la città con il Manfrotto 294 non e' pero' agevole. Ne come peso ne come ingombro. Intendiamoci, non e' un cavalletto in se e per se enorme ed eccessivamente ingombrante. Lo e' solo troppo per me e per questo tipo di cose.

E allora sono andato a caccia del cavalletto giusto. Non quello da portare insieme alla borsa. Quello da mettere nella borsa. Doveva essere leggero (ricordate? la mia cervicale), compatto, con testa a sfera, permettere un'altezza di lavoro quasi a livello occhio  e poter tenere il peso di una 5D MKII (senza il grip...) con un'ottica medio corta. Ai tele per questo tipo di attività potevo rinunciare.

Si...e poi? E poi basta. Mi posso accontentare.

L'ho trovato, gente di poca fede, eccome se l'ho trovato: un GITZO GT 1551T che, essendo uscito di produzione credo rimpiazzato dal 1550T, ho potuto anche portare via con un discreto sconto sul listino.

Il cavalletto mi e' stato fornito in kit con la testa a sfera GH1780TQR, che posso usare configurata con la piastra ad aggancio rapido oppure con la classica piastra fissa, anch'essa in dotazione.

Nel kit era compreso anche il ground level kit che serve per togliere la colonna centrale a agganciare la testa direttamente alla struttura, aumentando la stabilita' e riducendo ulteriormente il peso.

Il cavalletto e' veramente compatto, grazie alle cinque sezioni di cui sono composte le gambe sta comodamente richiuso nella sua sacca morbida all'interno della mia borsa da spalla (una Earth explorer marchiata National Geographic), questo anche grazie a un intelligente sistema di chiusura delle gambe che permette di ripiegarle all'indietro verso la testa, riducendone sensibilmente l'ingombro.

Come va?

Benone. La struttura in fibra di carbonio e' leggerissima. Con colonna e testa pesa poco più' di un Kg. Attorno agli 1.2-1.3 Kg per essere più precisi.

Una volta esteso, colonna compresa e considerando la testa, e' fin più alto di quanto mi serva. Alla massima estensione avrei problemi a leggere l'LCD superiore della 5D.

Per ora l'ho provato di notte, con pose lunghe, usando la 5DMKII e un 17-40 F4, ottenendo sempre scatti nitidi. La testa e' fluida e ben regolabile. Le gambe sono un po' dure da posizionare, ma in fondo e' meglio così.

L'unica cosa con cui non mi trovo tanto e' il meccanismo di aggancio della piastra alla testa. Mi trovo meglio con i Manfrotto RC2 anche se devo ammettere che il sistema Gitzo potrebbe risultare in meno possibilità' di gioco tra la testa e la piastra, ma non ho prove ne in un senso ne nell'altro.

Ovviamente la testa non e' compatibile con le piastre Manfrotto, cosa che mi dispiace per due motivi:

1) Dovrò acquistare altre piastre.
2) Non posso agganciare la tracolla Blackrapid alla piastra perche', a differenza delle Manfrotto, le piastre Gitzo non hanno un anello alla base.

Quest'ultima cosa, se vogliamo e' l'unica nota dolente di questo acquisto. Il non poter tenere sempre la piastra montata al fondello. Se voglio usare la tracolla devo togliere la piastra.

Per i signori della Gitzo: nelle piastre un robusto anello adatto ad agganciare un moschettone, al posto della vite piatta, sarebbe cosa molto gradita.

giovedì 3 novembre 2011

Torino, una notte d'autunno

Canon EOS 5D MKII - EF 17-40 F4 @ ISO 100, Cavalletto GITZO GT1551T
Una delle prime notti d'autunno. Una leggera pioggerella, non abbastanza da bagnare, ma abbastanza da dipingere il Po con una piacevole foschia. Un fotografo immerso nel silenzio. Una foto.


Uguali ma diverse

Mi sono già in passato addentrato nella spiegazione dell'origine delle cosiddette focali equivalenti, che nascono dall'usare un'ottica con una data lunghezza focale su sensori più piccoli del formato 24x36 con cui ci eravamo abituati a ragionare.

In una serie di post passati questo argomento e' stato sviluppato dal punto di vista dell'angolo di campo coperto da una data ottica su un dato sensore.

Ma volendo parlare di focali equivalenti?

Riporto ora la tabellina delle focali equivalenti che si "ottengono" montando un'ottica su un dato tipo di sensore.

Più per gioco che per altro, introduco anche le focali per i due ultimi arrivati nel mucchio: le Nikon J e le Pentax Q.

Tabella delle focali equivalenti tra formato 35mm e i vari sensori attualmente in commercio