Le tracce stellari sono uno dei campi in cui il digitale ci ha un po' complicato la vita: niente difetto di reciprocita'...batterie che finiscono e...sensori che si scaldano.
Perche' molti scatti e non uno solo lungo? Beh perche' la cattura della luce di un sensore e' lineare: tanto piu' tempo tanta piu' esposizione, con la pellicola non era cosi' (per il difetto di reciprocita' appunto), ma con il digitale se lo scatto e' troppo lungo si sovraespone.
Pero' c'e' Photoshop, fondere molte immagini per "sommare" le tracce e' banale. Gli scatti devono pero' essere continui, altrimenti si vedono degli spazi vuoti nelle tracce, e si notano davvero moltissimo!
Secondo problema: le batterie, il sensore che registra in continuo consuma, e molto. Nella mia esperienza un' esposizione di due ore (12 scatti da 10 minuti) consuma poco meno di meta' delle due batterie di un battery grip della 5D MKII a una temperatura ambiente di 2-3 gradi sopra lo zero. Quindi si hanno circa 4 ore di autonomia.
Terzo problema: Nelle lunghe esposizioni, il sensore, sotto tensione, si scalda. Quanto si scalda? Abbastanza da creare problemi? Quanto lungo può essere uno scatto prima che il sensore diventi troppo caldo e rischi di creare problemi al funzionamento della fotocamera?
Cercando in rete e sul manuale non é che si trovi molto e, castronerie a parte (ne accenno alla fine), ho trovato giusto un paio di cose interessanti:
Un'intervista del 2008 a Masaya Maeda, pezzo grosso di Canon:
Are there any issues with the sensor 'heating up' when shooting extended movie clips?
"We don't have that problem with heating because power consumption is very low in our newly developed sensors. There is no impact on stills image quality even after shooting extensively in movie mode."
Da cui si deduce che in Canon non sono preoccupati dal calore durante la ripresa video (e quindi neanche per le lunghe esposizioni si direbbe).
Un'altra cosa interessante viene da un forum di appassionati di fotografia astronomica, per loro il rumore termico nelle lunghe esposizioni é una piaga, in cui scopro che Canon registra nei dati exif il valore misurato da un sensore di temperatura (che si può chiamare in modo meno altisonante termometro) posto nel processore...cioé abbiamo un termometro attaccato al sensore e neanche lo sapevo.
E qui viene fuori il fisico che é in me: posso vedere che cavolo succede al mio sensore e trarmi le conclusioni da solo!
Primo esperimento, se cosi' si puo' chiamare: Recupero i RAW degli scatti di una foto fatta qualche sera fa. Ventuno scatti da sei minuti ciascuno, nessuna pausa tra gli scatti, il sensore non ha certo tempo di raffreddarsi da solo. Temperatura ambiente molto fredda, circa 3 gradi quando ho cominciato, ma poi e' scesa. Il primo scatto ha misurato 18 gradi, la macchina era dentro la valigia tenuta fino a quel momento piu' o meno proprio a quella temperatura. Quello che si vede nel grafico che riporta le temperature e' interesante: la temperatura sale subito a circa 23 gradi, ma poi dopo il sesto scatto diminuisce. Quasi sicuramente la macchina ha avuto il tempo di raffreddarsi a contatto con l'aria fredda, e la temperatura dell'aria ha continuato ad abbassarsi. L'ultima foto ha registrato una temperatura di 17 gradi, dopo due ore di esposizione pressoché continua...
Temperatura del sensore in funzione del tempo di esposizione, temperatura ambiente attorno ai 3 Gradi Centigradi |
Secondo Esperimento. Il primo non e' un gran esperimento, lo ammetto, ma quando ho fatto quegli scatti non immaginavo certo di usarli in questo modo. Non ho quindi registrato la temperatura ambiente che, pergiunta, non era neanche costante.
Ho deciso di fare quindi un esperimento in condizioni più controllate e, verosimilmente piu' pericolose per il nostro costoso sensore: Un'ora di scatti in un ambiente a temperatura mantenuta costante a 21 gradi centigradi. La macchina si e' scaldata progressivamente seguendo un bell'andamento logaritmico (molto velocemente all'inizio e poi sempre più lentamente). L'ultimo scatto ha registrato la temperatura di 38 gradi. Caldo, certo, ma non abbastanza da nuocere all'elettronica. Sicuramente pero' andremo incontro a rumore termico in quantità.
Ho deciso di fare quindi un esperimento in condizioni più controllate e, verosimilmente piu' pericolose per il nostro costoso sensore: Un'ora di scatti in un ambiente a temperatura mantenuta costante a 21 gradi centigradi. La macchina si e' scaldata progressivamente seguendo un bell'andamento logaritmico (molto velocemente all'inizio e poi sempre più lentamente). L'ultimo scatto ha registrato la temperatura di 38 gradi. Caldo, certo, ma non abbastanza da nuocere all'elettronica. Sicuramente pero' andremo incontro a rumore termico in quantità.
Temperatura del sensore in funzione del tempo di esposizione, temperatura ambiente 21 Gradi Centigradi |
Concludendo:
Questo studio di termodinamica non e' certo a al livello (ne altrettanto divertente) dello studio sul Tacchino Sferico del Prof. Sentimento Cuorcontento, ma si fa quel che si può (la foto sui chiodi del Professore e' mia NdR). Se qualcuno ha voglia di fare lo studio per bene, con più temperature di partenza, ben venga (e mi mandi il link a ai risultati grazie) noi ci accontentiamo di aver imparato che:
1) Se la temperatura e' bassa, tipica notte invernale, non ci dobbiamo affatto preoccupare del calore. La machina si raffredderà. Anzi, attenzione a non farle subire sbalzi termici riportandola al caldo troppo in fretta!
2) A temperature medie (primaverili) la macchina si scalda, ma abbastanza lentamente e qualche ora di esposizioni multiple non dovrebbero essere un problema.
Certo quanto detto vale per la 5D MKII, altre macchine si possono comportare diversamente...
E a temperature piu' alte? Vedremo...