domenica 31 ottobre 2010
Cosa fare quando...
...piove e moglie e figlia sono in altre faccende affaccendate? Ovvio, si esce a fare foto.
Si, va bene, non siete i soli a pensare che io sia un po' matto. Lo ha di sicuro pensato anche chi mi ha visto infradiciarmi per bene sotto una pioggia torrenziale con una macchina fotografica in mano, ma vi svelerò un segreto, ci sono almeno due ottimi motivi per fotografare sotto la pioggia:
1) La luce, spesso e volentieri, è fantastica: morbida e facile da gestire. L'acqua poi rende fotogeniche quasi tuttte le cose. Si possono trovare scorci interessanti anche dietro l'angolo di casa propria.
2) La gente. Le persone sane di mente con la pioggia stanno al coperto. Quindi posso stare tranquillo che nessuno mi possa sbucare alle spalle chiedendomi: cosa fotografa? Anche normalmente mi sento un po' pirla a rispondere: gli alberi (o risposte analoghe), figuratevi sotto la pioggia. Intendiamoci, non che abbia nulla contro la curiosità delle persone, ma mettetevi nei miei panni, riesco a stento a ritagliarmi tre querti d'ora per fotografare...vorrei usarli per fotografare.
Certo ci sono anche degli ottimi motivi per non fotografare sotto la pioggia, tipo la cervicale che si blocca per l'umidità, ma preferisco non tenerne conto :)
lunedì 4 ottobre 2010
Suggerimenti di lettura...
Di recente ho finito di leggere un bel libro :"Take Your photography to the Next Level", di George Barr (Link). Veramente un bel libro. Sicuramente non adatto come guida introduttiva per un principiante, ma piuttosto per qualcuno un po' piu' avanti nel proprio percorso di apprendimento.
Quello di cui questo libro non parla e' di come affrontare problematiche 'tecniche' di ripresa, credo che non parli mai di tempi e diaframmi per intenderci.
Parla piuttosto di Composizione, Creativita' ed ispirazione. Il solo capitolo sulla composizione e in particolare il, lungo, paragrafo sui bordi e angoli dell'immagine vale, a mio modesto parere, il prezzo del biglietto...
P.S. A onor del vero io ho letto la versione Italiana de libro, e qui devo muovere una piccola critica. In due o tre punti la traduzione lascia un po' a desiderare, ma senza per questo inficiare la lettura.
sabato 2 ottobre 2010
Pulito!
Per fortuna che pulire un sensore non è più complicato come ai primi tempi del digitale (la prima volta che lo feci con una 300D dovetti poi mandarla in assistenza...ma ero giovane ed inesperto). Per pulire l'immondezzaio descritto qui Sono bastati dieci minuti, un sensor swab della VisibleDust e qualche goccia dell'opportuno liquido. Magia...sensore pulito.
Per la verità una piccola macchia è rimasta, ma chissenefrega, come ho detto, non sono mai riuscito ad avere quel sensore perfettamente pulito, ed una macchia appena visibile ad f/22 non si vedrà mai in una foto. Inutile preoccuparsene.
Schifezze...
...sul sensore. Qualcuno mi dovrà spiegare un giorno perchè il sensore di alcune macchine fotografiche tende a sporcarsi più che quello di altre. Tipo: Non sono mai riuscito ad avere il sensore della Leica M8 perfettamente pulito, mentre il sensore della Panasonic G1 e' praticamente sempre immacolato. E il secondo quando cambio le lenti è esposto, senza neanche le tendine dell'otturatore a proteggerlo!
Si va bene, uno e' un CCD, l'altro un CMOS, il secondo ha il dispositivo di vibrazione ad alta frequenza, il primo no, ma non credo che questo basti a spiegare la cosa. Insomma, il sensore della 5d MkII ha tutte le carattteristiche di quello Panasonic, ed e' pure coperto dall'otturatore. Eppure si sporca spesso, ma niente, e dico niente che io abbia usato per fotografare si riduce in sei mesi (data dell'ultima pulizia) come quello della M8 riprodotto nella foto! E no, non ho cambiato ottiche nel mezzo del deserto durante una tempesta di sabbia.
venerdì 1 ottobre 2010
Passing Through - Passaggi
Da qualche mese sto lavorando ad un nuovo progetto. L'idea risale almeno ad un paio di anni or sono. Ero a Monaco di Baviera per un viaggio di lavoro, inutile dire che mi ero portato dietro la macchina fotografica e che avevo speso ogni minuto libero fotografando. Il risultato lo potete vedere qui.
Una caratteristica notevole di quella citta' e' la notevole quantita' di persone sempre in giro, ad ogni ora. Cercare di fotografare molti dei posti piu' belli senza la presenza delle persone era impossibile. Che fare? Ovvio, fotografare anche le persone.
Pero' le prime foto mi venivano banali, caotiche, confuse. Cavoli con sto andirivieni! E rendere proprio l'andirivieni?
La cosa veramente strana e' che quella volta mi ero portato dietro un buon cavalletto. In aereo? Si.
Allora, messa la macchina sul cavalletto ho preso piu' scatti dalla stessa posizione, con l'idea di fare delle esposizioni multiple da fondere poi in postproduzione.
Il risultato mi e' piaciuto ed ha dato inizio a questo lavoro i cui primi risultati si possono trovare qui.
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