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lunedì 30 aprile 2012
domenica 29 aprile 2012
venerdì 27 aprile 2012
Fuji X-Pro1 - ancora l'autofocus.
Nulla da fare, ho parlato troppo presto. Oggi ho potuto usare la macchina in condizioni di vita reali e, in modalità OVF (quella ottica), il punto di messa a fuoco é ancora troppo approssimativo, in pratica si finisce troppo spesso per mettere a fuoco lo sfondo, come già spiegato. Questo non succede, o per lo meno succede molto meno spesso, in modalità EVF ( elettronica ). Decisamente frustrante. Il firmware nuovo non lo ha poi aggiustato un gran che, mi ero sbagliato.
Altre due note, in modalità OVF non é possibile selezionare la dimensione dell'area di messa a fuoco, cosa possibile in EVF. perché mi chiedo io?
Seconda cosa, in modalità AF continua il punto di messa a fuoco non é selezionabile, o almeno io non ho capito come si fa a spostarlo, cercherò nel manuale, ma sicuramente il pulsante apposito non sortisce alcun effetto. Altro bel punto interrogativo.
Qui o Fuji pone riparo in fretta o la gente inizierà a disfarsi di questa macchina. Peccato perché la qualità immagine é ottima. Intendiamoci, si può accettare un autofocus un po' lento, ma uno che ti mette a fuoco lo sfondo, non potendo tra l'altro accorgersene facilmente, proprio non lo si può accettare.
Altre due note, in modalità OVF non é possibile selezionare la dimensione dell'area di messa a fuoco, cosa possibile in EVF. perché mi chiedo io?
Seconda cosa, in modalità AF continua il punto di messa a fuoco non é selezionabile, o almeno io non ho capito come si fa a spostarlo, cercherò nel manuale, ma sicuramente il pulsante apposito non sortisce alcun effetto. Altro bel punto interrogativo.
Qui o Fuji pone riparo in fretta o la gente inizierà a disfarsi di questa macchina. Peccato perché la qualità immagine é ottima. Intendiamoci, si può accettare un autofocus un po' lento, ma uno che ti mette a fuoco lo sfondo, non potendo tra l'altro accorgersene facilmente, proprio non lo si può accettare.
giovedì 26 aprile 2012
Fujifilm X-Pro1 - Firmware upgrade
Visto che le istruzioni per l'upgrade del firmware delle X-Pro 1 possono sembrare un po' ostiche a chi non mastica bene l'inglese, le ho tradotte. Sono disponibili qui.
Attenzione: l'upgrade di un firmware e' un operazone un po' rischiosa da fare con molta attenzione. Quella fornita e' solo una traduzione delle istruzioni originali Fuji reperibili a questo url. Un errore in fase di upgrade puo' risultare in un dispositivo completamente inutilizzabile che avra' bisogno di un bel giro in assistenza. Nel caso, non venite a lamentarvi con me.
Ho riportato solo le istruzioni per il corpo macchina. dovrete upgradare anche ogni singola ottica. La procedura e' quasi identica, differisce solo in due punti:
1) Il file del firmware da scaricare.
2) Dovrete selezionare LENS anziche' BODY.
Attenzione: l'upgrade di un firmware e' un operazone un po' rischiosa da fare con molta attenzione. Quella fornita e' solo una traduzione delle istruzioni originali Fuji reperibili a questo url. Un errore in fase di upgrade puo' risultare in un dispositivo completamente inutilizzabile che avra' bisogno di un bel giro in assistenza. Nel caso, non venite a lamentarvi con me.
Ho riportato solo le istruzioni per il corpo macchina. dovrete upgradare anche ogni singola ottica. La procedura e' quasi identica, differisce solo in due punti:
1) Il file del firmware da scaricare.
2) Dovrete selezionare LENS anziche' BODY.
martedì 24 aprile 2012
Fujifilm X-Pro1 - autofocus - UPDATE
Ho appena aggiornato la Fuji X-Pro1 e il 35mm al firmware versione 1.01, è presto per cantare vittoria, ma da alcune veloci prove mi sembra che il problema che avevo riscontrato sull'autofocus in modalità OVF mi sembra sia stato risolto.
Su una decina di prove mirate appositamente a trarre in inganno l'autofocus, sono riuscito a farlo sbagliare una volta soltanto, ma con un soggetto veramente difficile e, forse, troppo vicino per poterlo mettere a fuoco in modalità OVF.
Beh, se come sembra l'update ha risolto il problema devo fare i miei complimente a Fuji, era l'unico vero problema di questo gioiellino.
Ora non resta che vedere quali altre migliorie sono state apportate. Vi terrò aggiornati.
Update - 27-04-2012, mi dispiace ma devo correggermi. Dopo ulteriori verifiche mi sembra proprio che questo update non migliori l'affidabilità dell'autofocus.
Su una decina di prove mirate appositamente a trarre in inganno l'autofocus, sono riuscito a farlo sbagliare una volta soltanto, ma con un soggetto veramente difficile e, forse, troppo vicino per poterlo mettere a fuoco in modalità OVF.
Beh, se come sembra l'update ha risolto il problema devo fare i miei complimente a Fuji, era l'unico vero problema di questo gioiellino.
Ora non resta che vedere quali altre migliorie sono state apportate. Vi terrò aggiornati.
Update - 27-04-2012, mi dispiace ma devo correggermi. Dopo ulteriori verifiche mi sembra proprio che questo update non migliori l'affidabilità dell'autofocus.
lunedì 23 aprile 2012
Ops...
Questa mattina ho fotografato la Tuttadritta, una gara podistica di 10 Km che si tiene ogni anno a Torino. 10 minuti dall'arrivo dei primi: 10 metri dietro la linea del traguardo, all'interno del tracciato, seduto sullo sgabello, macchina appoggiata al monopiede, pronto, per quanto possibile, alle due ore di bolgia che seguiranno. Si perché fotografare in mezzo a 7000 persone che ti sfreccaiano attorno in modi a volte imprevedibili é un po' un casino.
Ecco, dicevo, inizio a concentrarmi e...TACK...che xxxxxx? Mi si é rotto il monopiede, uno degli anelli di serraggio delle sezioni telescopiche si é spaccato a metà...che sfiga. Butta via tutto...si fa alla buona vecchia maniera. Meno male che era una gara corta.
Mi aspettavo di meglio, come resistenza, dal monopiede Manfrotto in questione che non era neanche sotto sforzo in quel momento. L'anello si é rotto a causa della tensione di serraggio, non a causa del peso dell'attrezzatura. E meno male anche che era un monopiede, fosse stato un cavalletto il risultato sarebbe stato qualche migliaia di euro di attrezzatura che rovinava disastrosamente a terra...non voglio neanche pensarci.
Ecco, dicevo, inizio a concentrarmi e...TACK...che xxxxxx? Mi si é rotto il monopiede, uno degli anelli di serraggio delle sezioni telescopiche si é spaccato a metà...che sfiga. Butta via tutto...si fa alla buona vecchia maniera. Meno male che era una gara corta.
Mi aspettavo di meglio, come resistenza, dal monopiede Manfrotto in questione che non era neanche sotto sforzo in quel momento. L'anello si é rotto a causa della tensione di serraggio, non a causa del peso dell'attrezzatura. E meno male anche che era un monopiede, fosse stato un cavalletto il risultato sarebbe stato qualche migliaia di euro di attrezzatura che rovinava disastrosamente a terra...non voglio neanche pensarci.
sabato 21 aprile 2012
Formati di file - Il TIFF
Recentemente mi sono accorto che i formati di file possono creare qualche confusione. Cerco quindi di fare un po' di chiarezza sui principali formati di file che ogni fotografo dovrebbe conoscere e sui loro possibili utilizzi.
Partiamo dal file TIFF.
Intanto il nome: l'acronimo sta per Tagged Image File Format. É un formato piuttosto antico, ma é tuttora uno dei migliori.
Per cominciare, di default non é compresso anche se é possibile applicare una compressione non distruttiva in fase di salvataggio (in pratica e come se il contenuto venisse zappato); è un formato che tende dunque a generare file piuttosto grossi, i quali non soffrono però di problemi se vengono aperti e ri-salvati più volte come invece acca e ai JPEG.
Se usato per salvare da un programma di editing permette di mantenerne i livelli. Garantisce la massima qualità possibile, sopratutto se usato nella sua versione a 16 bit per canale, ma è possibile anche usarlo in codifica a 8 bit per canale.
Parlando di dimensioni del file, se non applichiamo nessuna compressione la dimensione di un TIFF dipende solo dal numero di pixel e dalla profondità di colore.
Nel caso, ad esempio, della Fuji X-pro1:
4896*3264 = 15980544 pixel
ogni pixel ha 16 bit per canale per tre canali = 48 bit, in totale:
15980544*48=767066112 bit nell'immagine. Quindi dividendo per 8:
95883264 byte
E, infine, dividendo per 1024*1024:
91.4 Mbyte.
Partendo invece dalla risoluzione di una Canon 5D e lasciando il calcolo per esercizio: 72.7 Mbyte.
I suoi principali ambiti di utilizzo sono:
- quando si esegue una scansione di una pellicola,
- dopo aver sviluppato un raw per passarlo a un programma di editing,
- per mantenere una copia da archivio del lavoro editato che ci garantisca la massima qualità possibile,
- per inviare il file in stampa a un laboratorio capace di gestire questo tipo di file, solo nel caso in cui le effettive esigenze qualitative lo rendano indispensabile.
Oggi giorno, con i nuovi programmi come Lightroom o Aperture, spesso l'uso del TIF come formato intermedio tra il raw e il jpeg é evitabile se tutta la post-produzione viene effettuata all'interno di questi software. Resta utile invece se parte della post-produzione rimane legata a Photoshop o programmi affini.
Partiamo dal file TIFF.
Intanto il nome: l'acronimo sta per Tagged Image File Format. É un formato piuttosto antico, ma é tuttora uno dei migliori.
Per cominciare, di default non é compresso anche se é possibile applicare una compressione non distruttiva in fase di salvataggio (in pratica e come se il contenuto venisse zappato); è un formato che tende dunque a generare file piuttosto grossi, i quali non soffrono però di problemi se vengono aperti e ri-salvati più volte come invece acca e ai JPEG.
Se usato per salvare da un programma di editing permette di mantenerne i livelli. Garantisce la massima qualità possibile, sopratutto se usato nella sua versione a 16 bit per canale, ma è possibile anche usarlo in codifica a 8 bit per canale.
Parlando di dimensioni del file, se non applichiamo nessuna compressione la dimensione di un TIFF dipende solo dal numero di pixel e dalla profondità di colore.
Nel caso, ad esempio, della Fuji X-pro1:
4896*3264 = 15980544 pixel
ogni pixel ha 16 bit per canale per tre canali = 48 bit, in totale:
15980544*48=767066112 bit nell'immagine. Quindi dividendo per 8:
95883264 byte
E, infine, dividendo per 1024*1024:
91.4 Mbyte.
Partendo invece dalla risoluzione di una Canon 5D e lasciando il calcolo per esercizio: 72.7 Mbyte.
I suoi principali ambiti di utilizzo sono:
- quando si esegue una scansione di una pellicola,
- dopo aver sviluppato un raw per passarlo a un programma di editing,
- per mantenere una copia da archivio del lavoro editato che ci garantisca la massima qualità possibile,
- per inviare il file in stampa a un laboratorio capace di gestire questo tipo di file, solo nel caso in cui le effettive esigenze qualitative lo rendano indispensabile.
Oggi giorno, con i nuovi programmi come Lightroom o Aperture, spesso l'uso del TIF come formato intermedio tra il raw e il jpeg é evitabile se tutta la post-produzione viene effettuata all'interno di questi software. Resta utile invece se parte della post-produzione rimane legata a Photoshop o programmi affini.
lunedì 16 aprile 2012
Fuji X-Pro1 - Le doppie esposizioni
Una funzionalità veramente carina della Fuji X- Pro1 è la possibilità di effettuare delle doppie esposizioni direttamente in fase di ripresa.
Il meccanismo è semplice ed efficace: si seleziona l'apposita funzione e si esegue uno scatto, la fotocamera ripropone sul display lo scatto appena effettuato e chiede se vogliamo confermarlo o rifarlo. Se lo confermiamo questo apparirà in sovra-impressione sul display o nel mirino in leggera trasparenza. A questo punto possiamo eseguire un secondo scatto, che sarà il secondo scatto della nostra esposizione multipla. La cosa bella? Se stiamo scattando in raw, lo scatto risultante sarà sempre un file raw. Personalmente non ho visto altre fotocamere che permettano una doppia esposizione in formato raw.
Ci sono però due piccole pecche a questo sistema:
1) Si possono fare solo doppie esposizioni, non di più... peccato comunque veniale.
2) La funzione è sepolta nei menu della macchina fotografica. Sarebbe il caso di spostarlo nell'apposito menu dedicato alle modalità di scatto, azionato dal tasto 'drive', insieme con i vari tipi di bracketing, il motion panorama e i filmati. Aggiornamento firmware?
Qualcuno che le doppie esposizioni si possono fare in post-produzione. Verissimo, ma l'immediatezza di questa funzione, che restituisce un file trattabile velocemente senza entrare in photoshop e spenderci troppo tempo mi ha catturato...
La foto del post precedente è stata ottenuta con questa funzione ed ha richiesto solo pochi minuti per sviluppare il file raw.
Il meccanismo è semplice ed efficace: si seleziona l'apposita funzione e si esegue uno scatto, la fotocamera ripropone sul display lo scatto appena effettuato e chiede se vogliamo confermarlo o rifarlo. Se lo confermiamo questo apparirà in sovra-impressione sul display o nel mirino in leggera trasparenza. A questo punto possiamo eseguire un secondo scatto, che sarà il secondo scatto della nostra esposizione multipla. La cosa bella? Se stiamo scattando in raw, lo scatto risultante sarà sempre un file raw. Personalmente non ho visto altre fotocamere che permettano una doppia esposizione in formato raw.
Ci sono però due piccole pecche a questo sistema:
1) Si possono fare solo doppie esposizioni, non di più... peccato comunque veniale.
2) La funzione è sepolta nei menu della macchina fotografica. Sarebbe il caso di spostarlo nell'apposito menu dedicato alle modalità di scatto, azionato dal tasto 'drive', insieme con i vari tipi di bracketing, il motion panorama e i filmati. Aggiornamento firmware?
Qualcuno che le doppie esposizioni si possono fare in post-produzione. Verissimo, ma l'immediatezza di questa funzione, che restituisce un file trattabile velocemente senza entrare in photoshop e spenderci troppo tempo mi ha catturato...
La foto del post precedente è stata ottenuta con questa funzione ed ha richiesto solo pochi minuti per sviluppare il file raw.
domenica 15 aprile 2012
sabato 14 aprile 2012
Un lago, da qualche parte
Fujifilm X-Pro1 - 35mm F1.4 @ISO non importa... |
giovedì 12 aprile 2012
mercoledì 11 aprile 2012
Fuji X-Pro1 vs Canon 5DMKII vs Canon 7D
In questo (lungo) post farò qualcosa che di solito non faccio, un po' di sano pixel peeping per confrontare tre macchine fotografiche.
Il Test
Il Test
Veniamo alla procedura usata per il test: lo stesso soggetto è stato fotografato in sequenza usando rispettivamente una Canon EOS 5DMKII, una Canon EOS 7D e una Fujifilm X-Pro1.
Lo scopo era di farmi un'idea almeno approssimativa della definizione ottenibile dal sensore e della sua risposta agli alti ISO, ho cercato quindi di usare due ottiche che fossero potenzialmente su piani comparabili: un 50 mm F1.4 USM per le Canon ed il 35mm F1.4 per la Fuji. Sono ottiche che più o meno si equivalgono come costo, quindi non dovrebbero esserci eccessive penalizzazioni da un lato o dall'altro.
Per tutte le macchine è stato fatto uno scatto a 6400 ISO ed uno alla sensibilità nominale del sensore, vale a dire 100 ISO per le Canon e 200 per la Fuji. Gli scatti sono stati effettuati usando un cavalletto (un Manfrotto 55), mantenendo inalterato il punto di ripresa per la Fuji e la Canon 5D MKII, dato che in questi due casi l'angolo di campo coperto dall'ottica era pressapoco il medesimo.
Il punto di ripresa per la 7D è stato invece arretrato di modo da ottenere la stessa inquadratura dei casi precedenti.
Il diaframma e' stato impostato a 7.1 per tutti gli scatti.
Ho deciso di presentare poi i file raw così come vengono aperti dal programma di conversione, senza nessuna postproduzione. Per le Canon ogni scatto è stato sviluppato due volte: la prima mantenendo lo sharpening e il noise reduction di default di Lightroom, la seconda disattivandoli.
Non essendo al momento disponibile una versione di Lightroom che possa digerire i file raw della Fuji, per questa macchina ho deciso invece di presentare il file raw, processato da silkypix, con i parametri di sharpening e di riduzione del rumore impostati a zero. Viene poi presentato anche il jpeg prodotto direttamente dalla macchina.
Degli scatti effettuati viene presentato solo un particolare, di circa 600 pixel di lato. Clickando sull'immagine viene visualizzata la versione al 100% di ingrandimento. Per chi volesse scaricare i file ad alta risoluzione, li può trovare qui. Fermo restando che la riproduzione su altri siti può avvenire solo dopo avermene chiesto il permesso.
Per tutte le macchine è stato fatto uno scatto a 6400 ISO ed uno alla sensibilità nominale del sensore, vale a dire 100 ISO per le Canon e 200 per la Fuji. Gli scatti sono stati effettuati usando un cavalletto (un Manfrotto 55), mantenendo inalterato il punto di ripresa per la Fuji e la Canon 5D MKII, dato che in questi due casi l'angolo di campo coperto dall'ottica era pressapoco il medesimo.
Il punto di ripresa per la 7D è stato invece arretrato di modo da ottenere la stessa inquadratura dei casi precedenti.
Il diaframma e' stato impostato a 7.1 per tutti gli scatti.
Ho deciso di presentare poi i file raw così come vengono aperti dal programma di conversione, senza nessuna postproduzione. Per le Canon ogni scatto è stato sviluppato due volte: la prima mantenendo lo sharpening e il noise reduction di default di Lightroom, la seconda disattivandoli.
Non essendo al momento disponibile una versione di Lightroom che possa digerire i file raw della Fuji, per questa macchina ho deciso invece di presentare il file raw, processato da silkypix, con i parametri di sharpening e di riduzione del rumore impostati a zero. Viene poi presentato anche il jpeg prodotto direttamente dalla macchina.
Degli scatti effettuati viene presentato solo un particolare, di circa 600 pixel di lato. Clickando sull'immagine viene visualizzata la versione al 100% di ingrandimento. Per chi volesse scaricare i file ad alta risoluzione, li può trovare qui. Fermo restando che la riproduzione su altri siti può avvenire solo dopo avermene chiesto il permesso.
5DMKII - ISO 100 - LR sharp & NR |
5DMKII - ISO 100 - No sharp & no NR |
5DMKII - ISO 6400 - LR sharp & NR |
5DMKII - ISO 6400 - NO sharp & NO NR |
Canon EOS 7D
7D - ISO 100 - LR sharp & NR |
7D - ISO 100 - NO sharp & NO NR |
7D - ISO 6400 - LR sharp & NR |
7D - ISO 6400 - NO sharp & NO NR |
X1-Pro - ISO 200 - In camera JPG |
X1-Pro - ISO 200 - Raw, NO sharp, NO NR |
X1-Pro - ISO 6400 - In camera JPG |
X1-Pro - ISO 6400 - Raw, NO sharp, NO NR |
Conclusioni
La prima cosa che si nota e' che alla sensibilità base il vantaggio in termini di risoluzione della 5D sulle due concorrenti e' palese: i pixel in piu' fanno la differenza. I risultati della 7D, che conta comunque quasi due Mpx più, sono confrontabili con quelli della X-Pro1, al mio occhio appena un po' più morbida. La differenza potrebbe comunque essere tranquillamente imputabile alla lente dotata di minor microcontrasto o all'algoritmo di demosaicizzazione diverso usato dai due programmi. Lavorandoci in fase di sviluppo e' possibile tirare fuori dettagli a sufficienza da entrambi i file.
Il gioco si fa pero' decisamente interessante negli scatti a 6400 ISO: La X-Pro1 ha un rumore cromatico quasi assente, decisamente inferiore a quello delle due Canon. Anche la resa dei dettagli rimane comunque ottima, un risultato impressionante.
Francamente mi e' addirittura venuto il dubbio che anche con tutti i controlli di riduzione del rumore impostati a zero sylkipix potrebbe stare applicando un po' di riduzione del rumore cromatico dietro le quinte. Ma questo non posso saperlo per certo. Se così non fosse sarebbe veramente notevole. Per togliermi questo dubbio dovrò aspettare di poter riprocessare il raw con Lightroom.
Anche tenendo conto di questo dubbio, i 6400 ISO per la X1-Pro sono una sensibilità utilizzabile senza remore e, considerata la vocazione naturale di questa macchina ad un utilizzo 'di strada' in luce disponibile, direi che Fuji ha centrato il bersaglio (se solo l'autofocus fosse implementato meglio...) .
domenica 8 aprile 2012
La Fuji X-Pro 1 e i flash, secondo tentativo...
Avevo già provato a usare la X-Pro 1 con un flash non dedicato, ma come ho raccontato, l'uso della funzione 'silenziosa' mi aveva causato qualche problema...
Oggi ho riprovato e sono riuscito a usare la macchina in combinazione con un flash Canon 580 EX II, comandato a distanza tramite il modulo a infrarossi Canon ST-E2. Funziona bene, ovviamente l'esposizione va calcolata a mano con il buon vecchio numero guida, perché non é possibile sfruttare nessun automatismo.
L'unica stranezza riscontrata, forse dovuta all'uso del comando a distanza, é che il tempo di sincro massimo che sono riuscito a usare é stato di 1/100 di secondo mentre la macchina dovrebbe supportare sincro a 1/180 di secondo...indagherò meglio piú avanti.
venerdì 6 aprile 2012
Fuji X-Pro1 - Autofocus
Diciamolo subito, la velocita' dell'autofocus non e' il punto forte di questa macchina. Per gli standard odierni stabiliti da macchine come le Panasonic G di ultima generazione e' piuttosto lento. In quasi tutte le situazioni e' comunque più veloce che focheggiare a mano con una macchina a telemetro, ma questa e' un'attenuante debole.
Parlandone nel dettaglio, l'autofocus si comporta diversamente a seconda che si stia usando il mirino ottico o quello EVF.
Se si usa l'EVF é tutto esattamente come ce lo si aspetta. Lentezza a parte, sopratutto in caso di luce scarsa, per il resto é preciso, difficilmente sbaglia un colpo.
Le sorprese arrivano con l'uso del mirino ottico. In questo caso l'indicatore del punto di messa a fuoco é situato nel punto dove la macchina mette a fuoco se il soggetto é lontano, approssimativamente oltre i dieci metri. La sorpresa é che la vera zona dove la macchina tenta di mettere a fuoco si sposta con l'avvicinarsi del soggetto puntato. Peccato che in configurazione di default l'indicatore visualizzato nel mirino non si sposta...sbagliarsi é un attimo.
Per ovviare a questa cosa é possibile attivare una funzione che permette di visualizzare due aree di messa a fuoco, una indicata con un quadrato solido, l'altra con uno tratteggiato, come si vede in figura. La prima é l'area di messa a fuoco per soggetti lontani, la seconda per soggetti posti a 80 cm di distanza. La vera zona utilizzata si sposta tra questi due estremi, ma in questa configurazione viene almeno evidenziata con un rettangolo verde di conferma. Macchinoso e trae in inganno. Mi chiedo se non si potesse studiare qualcosa di meglio.
Per giunta, anche se si identifica correttamente la zona da usare, nel caso l'area usata per mettere a fuoco contenga oltre al nostro soggetto uno sfondo ricco di dettagli, immancabilmente la macchina sceglie lo sfondo. Notate che la tecnica comunemente usata per mettere a fuoco un soggetto difficile e' identificarne un bordo e mettere a fuoco quello...ecco in questo caso é facile mettere a fuoco lo sfondo...decisamente non quello che vogliamo. Se poi consideriamo che con il mirino ottico non vi é modo di intuire cosa la lente sta mettendo veramente a fuoco e' facile ritrovarsi con un po' di scatti da buttare.
La cosa curiosa é che questo comportamento non si verifica con l'EVF. Personalemente mi puzza di bug. Staremo a vedere. In ogni caso penso che nella situazione descritta Fuji dovrebbe considerare che il comportamento preferibile sarebbe mettere a fuoco il piú vicino dei due presunti soggetti, non il piú lontano...
Comunque con un po' di pratica questa 'feature' si aggira facilmente. Consiglio, con il mirino ottico, di tenere sempre attiva la modalità che visualizza anche la distanza di messa a fuoco tramite una scala graduata sovrimposta in basso all'inquadratura...evita sorprese sgradite.
UPDATE: la versione 1.01 del firmware sembra aver risolto il problema.
UPDATE: No, purtroppo la versione 1.01 non risolve il problema, avevo parlato troppo presto.
Parlandone nel dettaglio, l'autofocus si comporta diversamente a seconda che si stia usando il mirino ottico o quello EVF.
Se si usa l'EVF é tutto esattamente come ce lo si aspetta. Lentezza a parte, sopratutto in caso di luce scarsa, per il resto é preciso, difficilmente sbaglia un colpo.
Le sorprese arrivano con l'uso del mirino ottico. In questo caso l'indicatore del punto di messa a fuoco é situato nel punto dove la macchina mette a fuoco se il soggetto é lontano, approssimativamente oltre i dieci metri. La sorpresa é che la vera zona dove la macchina tenta di mettere a fuoco si sposta con l'avvicinarsi del soggetto puntato. Peccato che in configurazione di default l'indicatore visualizzato nel mirino non si sposta...sbagliarsi é un attimo.
Per ovviare a questa cosa é possibile attivare una funzione che permette di visualizzare due aree di messa a fuoco, una indicata con un quadrato solido, l'altra con uno tratteggiato, come si vede in figura. La prima é l'area di messa a fuoco per soggetti lontani, la seconda per soggetti posti a 80 cm di distanza. La vera zona utilizzata si sposta tra questi due estremi, ma in questa configurazione viene almeno evidenziata con un rettangolo verde di conferma. Macchinoso e trae in inganno. Mi chiedo se non si potesse studiare qualcosa di meglio.
Per giunta, anche se si identifica correttamente la zona da usare, nel caso l'area usata per mettere a fuoco contenga oltre al nostro soggetto uno sfondo ricco di dettagli, immancabilmente la macchina sceglie lo sfondo. Notate che la tecnica comunemente usata per mettere a fuoco un soggetto difficile e' identificarne un bordo e mettere a fuoco quello...ecco in questo caso é facile mettere a fuoco lo sfondo...decisamente non quello che vogliamo. Se poi consideriamo che con il mirino ottico non vi é modo di intuire cosa la lente sta mettendo veramente a fuoco e' facile ritrovarsi con un po' di scatti da buttare.
La cosa curiosa é che questo comportamento non si verifica con l'EVF. Personalemente mi puzza di bug. Staremo a vedere. In ogni caso penso che nella situazione descritta Fuji dovrebbe considerare che il comportamento preferibile sarebbe mettere a fuoco il piú vicino dei due presunti soggetti, non il piú lontano...
Comunque con un po' di pratica questa 'feature' si aggira facilmente. Consiglio, con il mirino ottico, di tenere sempre attiva la modalità che visualizza anche la distanza di messa a fuoco tramite una scala graduata sovrimposta in basso all'inquadratura...evita sorprese sgradite.
UPDATE: la versione 1.01 del firmware sembra aver risolto il problema.
UPDATE: No, purtroppo la versione 1.01 non risolve il problema, avevo parlato troppo presto.
lunedì 2 aprile 2012
Fujifilm X-pro1 - Il mirino
Una delle cose piú caratteristiche della X-Pro1 é sicuramente il mirino ibrido ottico/elettronico. In poche parole funziona così: normalmente é un mirino ottico galileiano, in pratica un piccolo sistema di lenti attraverso cui possiamo osservare direttamente la scena. Basta pero agire su una piccola levetta e diventa un mirino elettronico EVF (in stile Panasonic G o Sony NEX per capirci).
Modalità Mirino Galileiano
In modalità ottica la qualità, luminosità e dimensione di questo mirino lo mettono quasi sullo stesso piano di quello, superlativo, presente sulle Leica.
Un mirino reflex vede il mondo attraverso l'obbiettivo alla sua massima apertura e tutto, tranne il piano di messa a fuoco, é fuori fuoco; viceversa con un mirino galileiano vediamo il mondo come lo vedono i nostri occhi. Tutto quello che guardiamo é a fuoco, con una profondità di campo virtualmente infinita. Sono due mondi diversi.
Un mirino reflex vede il mondo attraverso l'obbiettivo alla sua massima apertura e tutto, tranne il piano di messa a fuoco, é fuori fuoco; viceversa con un mirino galileiano vediamo il mondo come lo vedono i nostri occhi. Tutto quello che guardiamo é a fuoco, con una profondità di campo virtualmente infinita. Sono due mondi diversi.
Solitamente un mirino galileiano inquadra un angolo di campo maggiore di quello ripreso dalla lente. Nella Fuji non si fa eccezione. Questa cosa e' voluta: permette di farsi un'idea di cosa succede al di fuori del campo inquadrato, delimitato da una cornice disegnata nel mirino, per aggiustare eventualmente l'inquadratura seguendo gli eventi.
E' il motivo per cui le fotocamere a telemetro sono state lo strumento di elezione di molti fotografi di reportage.
E' il motivo per cui le fotocamere a telemetro sono state lo strumento di elezione di molti fotografi di reportage.
L'implementazione Fuji delle cornici luminose e' rivoluzionaria: la parte EVF del mirino permette di 'disegnare' qualsiasi cosa in sovraimpressione all'immagine trasmessa dal mirino. Quindi oltre alle tradizionali cornici di delimitazione (diverse per le varie focali) possono trovare posto i parametri di scatto, guide per la composizione, la livella a bolla, l'istgramma, gli scatti disponibili, la carica della batteria e quant'altro disponibile sul monitor della fotocamera o sull'EVF.
Il prezzo da pagare per questa manna e' una leggera diminuzione di luminosità del mirino rispetto a un mirino puramente ottico.
C'e da dire pero' che le cornicette della Fuji sono un pelo troppo conservative, la macchina riprende un'area decisamente superiore a quella segnalata. Il bello e' che questa cosa Fuji può agilmente correggerla via software...con le cornicette fisse di una Leica ad esempio questo non e' possibile.
Il prezzo da pagare per questa manna e' una leggera diminuzione di luminosità del mirino rispetto a un mirino puramente ottico.
C'e da dire pero' che le cornicette della Fuji sono un pelo troppo conservative, la macchina riprende un'area decisamente superiore a quella segnalata. Il bello e' che questa cosa Fuji può agilmente correggerla via software...con le cornicette fisse di una Leica ad esempio questo non e' possibile.
I principali vantaggi di un mirino galileiano rispetto a uno reflex sono:
1) Estrema luminosità del mirino, non vincolata all'apertura massima dell'ottica.
2) Il campo inquadrato e' più ampio di quello fotografato, permette di essere dentro la scena.
3) Non c'e' interruzione nell'osservazione della scena quando lo specchio si ribalta.
4) Il campo inquadrato e' completamente a fuoco.
E gli svantaggi:
1) Esiste un errore di parallasse, quello che viene visto non collima perfettamente con quanto inquadrato. Questo viene corretto parzialmente dalla cornicetta luminosa, ma la correzione non e' perfetta.
2) Il campo di focali realmente utilizzabili con un mirino a telemetro e' limitato, teleobiettivi e grandangolari ne sono tipicamente esclusi.
3) Il campo inquadrato e' completamente a fuoco...per certi tipi di fotografia e' meglio il contrario :) inoltre bisogna imparare a non fidarsi di cosa si vede...se l'AF sbaglia si rischia di non accorgersene.
1) Estrema luminosità del mirino, non vincolata all'apertura massima dell'ottica.
2) Il campo inquadrato e' più ampio di quello fotografato, permette di essere dentro la scena.
3) Non c'e' interruzione nell'osservazione della scena quando lo specchio si ribalta.
4) Il campo inquadrato e' completamente a fuoco.
E gli svantaggi:
1) Esiste un errore di parallasse, quello che viene visto non collima perfettamente con quanto inquadrato. Questo viene corretto parzialmente dalla cornicetta luminosa, ma la correzione non e' perfetta.
2) Il campo di focali realmente utilizzabili con un mirino a telemetro e' limitato, teleobiettivi e grandangolari ne sono tipicamente esclusi.
3) Il campo inquadrato e' completamente a fuoco...per certi tipi di fotografia e' meglio il contrario :) inoltre bisogna imparare a non fidarsi di cosa si vede...se l'AF sbaglia si rischia di non accorgersene.
Modalità EVF
E qui sta il bello della X-Pro1. Se ci troviamo in una situazione in cui il mirino ottico ci ostacola, un click e passiamo ad un EVF che osserva il mondo attraverso l'obiettivo innestato. Certo con il problema di stare osservando un piccolo monitor, e non un mirino reflex. Ma non si può avere tutto dalla vita...o no?
Comunque la qualità dell'EVF e' buona, ma niente di più. In questa macchina lo vedo come uno strumento secondario, da usare in caso di necessita'.
Un'ultima nota. Il copri oculare in gomma è rimovibile e presenta un innesto a vite, immagino per accomodare eventualmente degli accessori che la Fuji potrebbe rendere disponibili in futuro. Posso immaginare delle lentine di correzione diottrica o un angle finder.
Ah, attenzione perché si svita abbastanza facilmente...
A differenza della Leica dove mi capitava regolarmente, qui per qualche motivo mi viene abbastanza difficile piantare una ditata sulla parte frontale del mirino. Meglio, è piuttosto noioso da pulire.
Update:
Leggendo il manuale si scopre che sull'innesto del copri oculare si possono montare le lentine di correzione diottrica della Cosina. La Cosina e' il produttore delle fotocamere a telemetro Voigtlander Bessa. Forse la mia impressione che la X-Pro1 ricordasse tanto una Bessa non era poi del tutto campata per aria: non sarei stupito di scoprire che Cosina ha un ruolo non secondario dietro questa macchina. Se poi ci ricordiamo che Cosina fu partner di EPSON nel lancio di quella che rimane la prima fotocamera digitale a telemetro, la EPSON RD-1, la cosa suonerebbe ancora piu' probabile.
Ah...confermo le lentine della Bessa montano perfettamente sulla X-Pro1.
E qui sta il bello della X-Pro1. Se ci troviamo in una situazione in cui il mirino ottico ci ostacola, un click e passiamo ad un EVF che osserva il mondo attraverso l'obiettivo innestato. Certo con il problema di stare osservando un piccolo monitor, e non un mirino reflex. Ma non si può avere tutto dalla vita...o no?
Comunque la qualità dell'EVF e' buona, ma niente di più. In questa macchina lo vedo come uno strumento secondario, da usare in caso di necessita'.
Un'ultima nota. Il copri oculare in gomma è rimovibile e presenta un innesto a vite, immagino per accomodare eventualmente degli accessori che la Fuji potrebbe rendere disponibili in futuro. Posso immaginare delle lentine di correzione diottrica o un angle finder.
Ah, attenzione perché si svita abbastanza facilmente...
A differenza della Leica dove mi capitava regolarmente, qui per qualche motivo mi viene abbastanza difficile piantare una ditata sulla parte frontale del mirino. Meglio, è piuttosto noioso da pulire.
Update:
Leggendo il manuale si scopre che sull'innesto del copri oculare si possono montare le lentine di correzione diottrica della Cosina. La Cosina e' il produttore delle fotocamere a telemetro Voigtlander Bessa. Forse la mia impressione che la X-Pro1 ricordasse tanto una Bessa non era poi del tutto campata per aria: non sarei stupito di scoprire che Cosina ha un ruolo non secondario dietro questa macchina. Se poi ci ricordiamo che Cosina fu partner di EPSON nel lancio di quella che rimane la prima fotocamera digitale a telemetro, la EPSON RD-1, la cosa suonerebbe ancora piu' probabile.
Ah...confermo le lentine della Bessa montano perfettamente sulla X-Pro1.
domenica 1 aprile 2012
Fujifilm X-Pro1 - Qualche scatto in più
Fujifilm X-Pro1 - Fujinon XF35mm F1.4 R @ ISO 200 |
In questo post volevo però tornare su una delle cose fondamentali: la qualità delle immagini. Ho avuto modo di fare qualche scatto con buona luce alla sensibilità base di 200 ISO. Beh, se l'autofocus ci prende (qualche volta si sbaglia completamente, ma ne parlerò un'altra volta), i risultati sono notevoli: puliti e dettagliati con rumore inesistente ( questo c'era da aspettarselo ) ed una gamma dinamica che almeno al mio occhio, sembra molto ampia.
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