mercoledì 28 settembre 2011

Come si pulisce un sensore

Come ho già ricordato, MAI pulire un sensore con i materiali e le procedure validi per le lenti.
Sensor Swab della
VisibleDust

Non so quale sia la procedura migliore in assoluto per pulire un sensore, posso dire pero' che io uso i sensor swab della VisibleDust. In pratica sono dei bastoncini opportunamente sagomati, ricoperti con un panno morbidissimo su cui si deposita prima dell'uso una goccia di un opportuno liquido che evapora velocemente senza lasciare nessun residuo.

Per usarli:  Scegliete lo swab adatto al vostro formato di sensore e seguite SCRUPOLOSAMENTE le istruzioni del produttore.

Una nota aggiuntiva: per minimizzare il problema dello sporco, tenete puliti la camera dello specchio e i tappi posteriori delle ottiche. Se decidete di pulire il sensore fatelo in un ambiente pulito e ben illuminato e, per banale che possa sembrare, prima spazzolatevi i capelli e lavatevi la faccia onde evitare di essere voi una sorgente di polvere! Meglio ancora, per i capelli usate una cuffia per la doccia...

Non siate maniacali su questa cosa, qualche granello di polvere raramente si vede in foto, e se si vede e' quasi sempre facilmente spuntinabile con il vostro programma preferito di fotoritocco.
Quindi tranne viaggi nel Sahara o cambi ottica sulla spiaggia (questo se non c'e' in ballo il Pulitzer non fatelo), pulire il sensore più di una volta l'anno e' probabilmente eccessivo.


martedì 27 settembre 2011

Come si pulisce una lente

Un mio amico ieri mi ha mostrato orgoglioso la sua nuova macchina fotografica. La prima cosa che noto e' che la lente frontale dell'obbiettivo e' discretamente impolverata. Lo faccio notare e lui mi chiede: "Per pulirla va bene un fazzolettino di carta?"

Ovviamente no.

 Per pulire una lente la cosa migliore da fare e' di togliere la polvere con un pennello morbido, di quelli con annessa pompetta.

Se poi ci fossero anche ditate o sporco vario, allora si deve usare una cartina per lenti, chiedetene a un buon fotonegoziante, costano poco e durano tanto. Il modo migliore di usarle e' alitare sulla lente e poi passare la cartina con movimenti regolari, meglio se circolari, dal centro verso l'esterno. Delicatamente e senza grattare. Non usate liquidi detergenti, rischiate solo di rovinare l'antiriflesso.

Non siate paranoici, un po' di polvere sulla lente frontale non incide minimamente sulla qualita' della foto. E neanche qualche macchiolina d'acqua o di sporco.

Togliete invece immediatamente le ditate.

Ah, un'ultima cosa. NON usate MAI questo sistema per pulire un sensore. Per quelli la procedura e' completamente diversa. NON fatelo, ripeto, lo danneggereste.


domenica 25 settembre 2011

Robert Capa - Leggermente Fuori Fuoco


Endre Friedmann, da tutti conosciuto come Robert Capa, e' stato un grande reporter di guerra, anzi: Lui e' stato Il reportage fotografico di guerra fatto persona. Suoi sono gli scatti passati alla storia dello sbarco in Normandia cui allude il titolo del libro.

"Se le tue fotografie non sono abbastanza belle, non sei abbastanza vicino."

Una delle sue frasi piu' celebri, vera a tal punto che non si stenta a riconoscerne un concetto ispiratore della sua stessa vita. Essere vicino agli avvenimenti, essere vicino alle cose, essere vicino alle persone. Per capire. Per fotografare. Per raccontare.

Un racconto memorabile della guerra, della seconda guerra mondiale vista da chi l'ha vissuta sulla pelle, in cui passano "comparse" del calibro di Ernest Hemingway o Teddy Roosevelt. 
Una storia che fa da didascalia ad alcune delle piu' belle immagini di guerra mai scattate.

Un libro che parla di tre storie d'amore. Per una donna, per la fotografia e, per terribile che possa sembrare, per la guerra. In ultima istanza di sconfinato amore per la vita.

venerdì 23 settembre 2011

Samyang 8mm F/3.5 Fish Eye CS

Samyang 8mm F/3.5 Fish Eye CS


Categoria: 180˚ Attenti ai piedi!
Provato su Canon EOS 7D


Questo e' un obiettivo sulla carta decisamente interessante. Un Fish Eye diagonale per APS-C a circa 300 Euro (anche meno su Internet).

Per chi avesse un po' di confusione in materia, un Fish Eye diagonale e' un obiettivo che permette di inquadrare un angolo di campo pari a 180˚ sulla diagonale del fotogramma, riempiendo comunque tutto il fotogramma sia in altezza che in larghezza. Da non confondere con i Fish Eye circolari, i quali riprendono un angolo di campo di 180 gradi su tutto il campo inquadrato ed hanno la caratteristica di generare una fotografia appunto...circolare, con l'immagine racchiusa in un cerchio al centro del fotogramma, lasciando nera la parte esterna.

Per ottenere quest'angolo di campo, il prezzo da pagare e' la non correzione della curvatura delle linee. In altre parole l'obbiettivo non e' rettilineo e "disegna" le linee dritte come curve. Eccezione fanno tutte le linee che passano per il centro del fotogramma, le quali vengono invece 'disegnate' diritte.
Gli obiettivi 'rettilinei' (praticamente tutti) sono invee dotati di uno schema ottico che consente di mantenere dritte nella foto le linee che sono rettilinee nella realta'. Un obiettivo rettilineo, a parita' di focale, inquadra un angolo di campo minore di uno non rettilineo (o Fish Eye).

Torino - Lingotto - Rampa Elicoidale - Canon EOS 7D - Samyang 8mm Fish Eye CS @ ISO 640

L'angolo di campo di quest'ottica e' dunque di 180 gradi sulla diagonale, di circa 100 per il lato corto e 150 per quello lungo.
Giusto per fare un po' di chiarezza, qui sotto, riquadrato in rosso, si vede quello che indicativamente si potrebbe riprendere con un 28mm (in focale equivalente 35mm).



Costruzione

Il barilotto é prevalentemente in metallo, così come l'innesto. Le uniche parti in materiale plastico sono le ghiere della messa a fuoco e dei diaframmi. Di plastica é anche il tappone progettato per innesterai senza incertezze e in modo molto saldo sul paraluce, di metallo, solidale con il barilotto e non amovibile. Diaframmi e scala delle distanze sono incisi in modo ben visibile. Costruttivamente parlando, un'ottica come non se ne vedono più molte. E lo dico in positivo.

Ergonomia e comandi

Ho parlato di ghiera dei diaframmi. Ebbene si, il diaframma si imposta con un'apposita ghiera sull'obiettivo. In altre parole l'obiettivo va usato in stop-down e non comunica elettronicamente in nessun modo con il corpo macchina, cosa che impedisce l'impostazione elettronica del diaframma. In pratica la ghiera chiude il diaframma in posizione di lavoro. A diaframma chiuso l'immagine nel mirino diventa tanto più scura quanto più chiuso é il diaframma. In teoria quindi si dovrebbe mettere a fuoco e inquadrare a diaframma aperto, quindi chiuderlo manualmente prima di effettuare l'esposizione. Ma questo, come vedremo, non é assolutamente un problema.

La ghiera della messa a fuoco é fluida ed offre la giusta resistenza alla rotazione, solamente al di sotto dei 40cm, almeno sulla mia copia, la resistenza si fa eccessiva e la rotazione diventa poco fluida. Vedremo se la cosa migliorerà con il tempo. Una pecca: E' presente un'utilissima scala delle distanze, ma non quella delle profondita' di campo per l'uso con l'iperfocale. Male, ci sarebbe stata bene...

Qualità

Per la cifra di cui stiamo parlando, la qualità é notevole. A tutta apertura la resa é morbida e le fonti di luce tendono a generare un evidente alone. Questo effetto scompare a F5.6 e da qui fino a F8 la resa é ottima per poi calare a causa della diffrazione. L'aberrazione cromatica ai bordi é sempre presente, ma facilmente ed efficacemente correggibile in postproduzione. Il comportamento in controluce é buono, l'antiriflesso fa evidentemente un buon lavoro, ma non chiedete miracoli!

Sorvoleremo sull'evidente distorsione a barilotto :)

Torino - Borgo Medievale - Canon EOS 7D - Samyang 8mm Fish Eye CS @ ISO 1600


Il sistema di messa a fuoco

Un particolare già evidenziato di quest'ottica é il sistema di messa a fuoco, solo manuale con esposizione in stop-down. Per i figli dell'autofocus questo può apparire sconcertante, ma in un'ottica come questa non é assolutamente un problema. I grandangoli con una focale così corta, dispongono praticamente sempre di una profondità di campo elevatissima, cosa che li rende adattissimi ad essere usati con la tecnica dello "zone focusing", in pratica si usano mettendo a fuoco all'incirca alla distanza cui si trova il soggetto principale, oppure direttamente sull'iperfocale, e poi si confida nella profondità di campo. Tutte le foto che corredano questa recensione sono state fatte in questo modo, spesso senza preoccuparmi proprio di correggere in alcun modo la messa a fuoco.

Ho già detto che i diaframmi migliori sono F5.6 ed F8, e con questi diaframmi si ottiene, alle varie distanze di messa a fuoco la profondità di campo che riporto per comodità nella tabellina sottostante.

L'iperfocale per questi due diaframmi é rispettivamente a 60 e 40 cm.

Tabella delle profondita' di campo piu' utili, distanze in metri.


La tabella non fa che dimostrare che con i due diaframmi menzionati si puó tranquillamente focheggiare all'incirca tra 70 cm e un metro e preoccuparsi solo di comporre e scattare, una gran comodità.
É giusto il caso di ribadire che essendo il diaframma completamente meccanico, senza rimandi elettronici al corpo macchina, in teoria l'esposizione dovrebbe avvenire in questo modo:

1. A diaframma tutto aperto comporre la foto.
2. Portare il diaframma in posizione di lavoro.
3. Misurare l'esposizione e scattare.

Vista la gran quantità di luce catturata da un obbiettivo con quest'angolo di campo, con un buon mirino il punto uno non serve. Con i due diaframmi di cui sopra, che incidentalmente sono i più utili, si puo' tranquillamente lasciare sempre il diaframma in posizione di lavoro e preoccuparsi solo del punto 3.

Con il luminoso mirino della 7D questo approccio funziona benone.

Conclusioni

Che dire, per il prezzo a cui si può trovare in giro è un affare. Certo un fish eye non lo si usa tutti i giorni, andrebbe usato solo quando il soggetto lo richiede. Può tornare utile per l'architettura, per certi tipi di sport e, perché no, per dare un tocco di allegria alle foto delle feste con gli amici o in famiglia.

Potete trovare alcuni scatti di prova qui.

Torino - Borgo Medievale - Canon EOS 7D - Samyang 8mm Fish Eye CS @ ISO 2000

lunedì 19 settembre 2011

Torino - Lingotto - Rampa Elicoidale

Canon EOS 7D - Samyang 8mm Fish Eye CS @ ISO 640

Storico stabilimento produttivo della FIAT fino all'inizio degli anni '80 del secolo scorso, dopo un breve periodo di abbandono, viene poi recuperato come centro fieristico e commerciale. La struttura, vero capolavoro di architettura industriale, ispirata a un ferreo razionalismo produttivo e' caratterizzata dalla presenza di due rampe elicoidali la cui funzione era di permettere il trasporto delle autovetture dalle linee di produzione alla pista parabolica posta sul tetto dello stabilimento.

I miei ricordi di questa "Fabbrica" risalgono a quand'ero molto piccolo. In particolare, indelebile nella memoria, il giorno in cui mio padre, forse dimentico di qualche cosa in ufficio, mi fece entrare con lui in quello che era allora ancora uno stabilimento in piena attivita'. Il timore di un bambino di fronte agli odori, i suoni, i macchinari e alla sensazione, ancora presente, di qualcosa di unico, maestoso ed irripetibile.

martedì 13 settembre 2011

E poi ci troveremo come le star...

Panasonic Lumix GH2 - 20mm F1.7 @ ISO 640


Leggenda vuole che questo sia il famoso Roxy bar. Forse è solo una leggenda, qualcuno invece sostiene che sia proprio quello vero... Ma in fondo che importanza ha? ...forse non ci incontreremo mai, ognuno a rincorrere i suoi guai.

sabato 10 settembre 2011

C'era una volta un fabbro

Canon EOS 5D MKII - EF L 24 TS-E @ ISO 200

La vecchia officina di un fabbro, retaggio di un tempo in cui le cose forse non erano piu' semplici di oggi, ma sicuramente erano piu' chiare. Ormai destituita dalla sua funzione originaria, lascia passo al tempo che, inesorabile, ha iniziato ad insinuarsi, lasciando oggetti a lei estranei, ruggine, polvere e il senso delle cose che finiscono.

venerdì 9 settembre 2011

E usalo quel paraluce!

Torino sta diventando una città turistica, mi piacciono le città turistiche. Puoi andare in giro per il centro storico a caccia di buone occasioni fotografiche senza che nessuno o quasi faccia troppo caso a te. Anche se piazzi un voluminoso cavalletto nel mezzo di una delle piazze più rinomate. Anche la polizia municipale diventa meno invadente con i fotografi nelle città turistiche. Figuratevi che di recente un vigile urbano, mentre fotografavo in piazza San Carlo si é avvicinato e, sorpresa, mi ha chiesto se la sua macchina di servizio parcheggiata poco distante mi stesse dando fastidio.

Sono rimasto basito.

Ora, questo succede perché le città turistiche sono piene di fotografi, più o meno attrezzati, più o meno bravi.

Come tutti i fotografi, tendo a notare chi attorno a me sta, a vario titolo, facendo fotografie. C'é un genere di fotografi che attraggono immancabilmente la mia attenzione.

Quelli del paraluce montato al contrario.

Intendo innestato al contrario sulla baionetta. In posizione, per così dire, di riposo.

Osservateli, usano il paraluce forse solamente quando c'é un sole che spacca le proverbiali pietre. Se non é una di quelle giornate che ti fanno venire voglia di usare due paia di occhiali da sole, il paraluce rimane bello parcheggiato al contrario.

Osservateli meglio: le loro ottiche hanno sempre, immancabilmente, un filtro UV avvitato. Quello lo usano sempre.

IL PARALUCE SI USA SEMPRE!

E per due buoni motivi.

Indipendentemente dalla quantità e direzionalità della luce ambiente, la nostra fotocamera usa sempre la quantità di luce necessaria per esporre correttamente una foto. Che stiate fotografando a mezzanotte in luce lunare, iso quel che vi pare, F tutto aperto, posa B; oppure a mezzogiorno, iso che più basso non si può, F tutto chiuso, 1/8000 di secondo: se la foto viene ben esposta, la quantità di luce che arriva al sensore é più o meno la stessa.

Ma la luce che entra nell'ottica é più di quella utile che arriva al sensore per formare la nostra immagine.

Si perche' l'ottica ha un suo determinato angolo di campo, che determina un cono di spazio davanti alla fotocamera. Tutti i raggi di luce incidenti sull'ottica, con un angolo minore dell'angolo massimo determinato dall'angolo di campo, formano l'immagine. E gli altri? Rompono le ...

E si, mica spariscono annichilati dal noto principio fisico secondo cui tutto quello che non contribuisce alla foto deve togliersi di mezzo.

Altrimenti le suddette città turistiche piene di gente che ti si piazza per mezz'ora davanti al monumento che stai fotografando diventerebbero oggetto di misteriose sparizioni di massa, e questo non succede.

Tornando ai raggi luminosi che non formano l'Immagine, cosa fanno?

Notate che non é una quantità di luce trascurabile. Supponiamo di fotografare con un obiettivo con angolo di campo di una decina di gradi. Sulla lente frontale incide luce proveniente da ogni direzione nel semipiano davanti all'ottica. Sono 180 gradi, di cui 10 ci interessano. E gli altri 170?

Un po' di raggi vengono riflessi, ma la maggior parte di loro entra. Non servono pero' a formare l'immagine: si riflettono all'interno dell'ottica, si diffondono, diffrangono, rimbalzano sul diaframma, tornano indietro. I più bravi vengono assorbiti dal rivestimento nero interno all'ottica. I più indisciplinati alla fine arriveranno sul sensore, come accozzaglia di raggi di luce senza un senso, pronti a dare riflessi, flare ed un generale abbassamento del contrasto e della qualità della nostra immagine.

Senza il paraluce entrano nell'ottica tutti i raggi di luce, anche quelli "cattivi", in rosso, che arrivano da fuori del cono di luce creato dal nostro angolo di campo.


I vari trattamenti antiriflesso delle lenti aiutano, e molto, ma l'unico modo per evitare questi raggi é fermarli prima che entrino nella lente. A questo serve quel pezzo di plastica avvitato sulla baionetta. Li ferma prima che arrivino a rompere.

E non é che serve solo nelle giornate di sole, anche nelle giornate con luce diffusa c'é luce proveniente da tutte le direzioni.

Il paraluce ferma i raggi di luce "cattivi" prima che entrino a far casino.

Per giunta il nostro fotografo ha avvitato un filtro UV, aggiungendo due superfici aria vetro, spesso senza un buon trattamento anti riflesso, sommando danno al danno. E perché lo ha fatto? Per proteggere la lente frontale da polvere e urti.

Ora: la polvere; se non fotografate in spiaggia o in una tempesta di sabbia, un po' di polvere non incide sulla qualità della foto. E le lenti si possono pulire, basta sapere come fare. Quel cavolo di filtro invece spesso incide eccome.

E per proteggere l'ottica? Questa é la seconda funzione di un paraluce. Difficile che qualcuno o noi stessi possiamo urtare la lente frontale se é ben incassata in un paraluce. Il paraluce e' un ottimo paraurti.

Aggiungo che, se la dimensione della borsa lo permette, é il caso di lasciare il paraluce sempre avvitato in posizione di utilizzo. Se inavvertitamente riponiamo l'attrezzatura senza il tappo dell'ottica, il paraluce ci eviterà di abradere la lente con la cordura del rivestimento interno della borsa.

Il filtro invece si usa quando veramente le condizioni lo richiedono. E non sono molte.

E allora usalo quel paraluce, che ti costa?

mercoledì 7 settembre 2011

Sigma 20 F1.8 EX DG

Sigma 20 F1.8 EX DG

Categoria: tutta sua, ma se proprio volete: grandangolo molto luminoso.
Produttore: Sigma
Provato su Canon EOS 5D MKII


Questa è un'ottica difficile. Difficile da usare, da valutare ed anche da consigliare.

Partiamo dalle caratteristiche: E' un grandangolo (20 mm) per full-frame. E si tratta per giunta di un grandangolo ultra luminoso (F 1.8). Potrei sbagliarmi ma si tratta di una lente unica nel suo genere. Insomma, sfido chiunque abbia un po' di esperienza a non provare un minimo di curiosità per un ottica che promette un notevole angolo di campo ed un'apertura di diaframma del genere. Ma è utilizzabile veramente? E a cosa può servire?

Sigma la descrive come:

"This Sigma 20mm F1.8 EX DG Aspherical RF is a unique Sigma offering with an aperture of F1.8 making it the fastest super wide angle lens available from any camera or lens manufacturer. For the scenic or landscape photographer it’s important to have a wide angle lens with excellent optical performance and Sigma’s aspherical lens technology provides high quality images for the serious shooter. Sigma’s 20mm lens has a field of view of 94.5º and yet provides for a close focusing lens-to-subject distance of only 2.6 inches. Such performance parameters provide great creative freedom to the photographer who wishes to exploit its capabilities for juxtaposing very near subject with the surrounding background. This extreme wide angle view also makes this lens ideal for crating “stitched” panoramic scenes for dramatic effect. The architectural photographer will find this lens attractive for shooting building interiors and the photojournalists will find its fast speed a life saver in low light conditions."

Il produttore ne esalta dunque le possibiltà creative risultanti dalla possibilità di un deciso stacco dei piani tra il soggetto a fuoco e lo sfondo, nonché la grande luminosità adatta ai fotogiornalisti e a chi si occupa di architettura.

Personalmente incontrai quest'ottica quando cercavo qualcosa che mi desse la classica focale ed apertura del 35 luminoso su full frame, dato che la focale equivalente di quest'ottica, montata su una macchina APS-C é di 32 mm, mi sembrava l'ideale. In realtà non la usai moltissimo, ma per quel poco posse dire che non era poi adattissima allo scopo, non per ragioni di qualita', ma piuttosto dato che il suo autofocus tende ad essere un po' lento e ad andare "a caccia" in condizioni di scarsa luminosità con sensori AF non sensibilissimi come erano quelli della mia EOS 30d dell'epoca. Il reportage in luce disponibile sembrava essere sulla carta la sua vocazione su formato ridotto, ma la poca prontezza dell'autofocus era una vera limitazione. A un certo punto infatti la vendetti.

Intendiamoci, stoppata a F5.6 e in buona luce funzionava allo scopo, ma ci sono ottiche più compatte ed economiche se vogliamo scattare ad F5.6.

Su formato APS-C (EOS 450D) e chiusa a dovere (F5.6), con buona luce, l'ottica funziona bene per lo street. Ma forse oggi giorno ci sono alternative più valide.
Dettagli al 100% dell'immagine soprastante.


E su full frame?

Qualche anno dopo, passato al full-frame, mi venne la curiosità di vedere come l'ottica si sarebbe comportata sul formato per cui era stata progettata e pensata.

Angolo di campo



Quanto e' grandangolo questo grandangolo?

L'angolo di campo coperto é di 94º per il formato pieno e di 67º per quello APS-C, ovviamente sulla diagonale.

In figura potete vedere un raffronto rispetto al campo inquadrato su full-frame da un 12 mm. In rosso la copertura su formato pieno, in verde quella su formato ridotto (32 mm equivalenti).

La resa

La resa di quest'ottica é particolare. Diciamo subito che rischia di deludere chi ha l'abitudine di ingrandire gli scatti al 1000% e contare i pixel. La resa dei dettagli, anche al centro, é generalmente morbida. Non che questi manchino se ci si lavora in post, ma il microcontrasto é morbido, decisamente cosa che costringe ad un uso accorto della maschera di contrasto per esaltare i dettagli dove servono senza rovinare il resto dell'immagine.
I bordi sono comunque il vero aspetto critico della resa di questa lente, che diventa decisamente morbida, affetta da coma e aberrazioni cromatiche. Parlo ovviamente dell'ottica a tutta apertura. Le cose migliorano chiudendo il diaframma, ma nessuno prende un'ottica del genere per usarla sempre stoppata a F5.6, o no?

Inquadrando un soggetto vicino, a tutta apertura lo stacco dei piani è notevole.

Un dettaglio della zona centrale di messa a fuoco rivela come la resa dei dettagli sia decisamente morbida.

Quando parlavo di una resa particolare però mi riferivo al look delle foto che si possono ottenere con un minimo di lavoro, e non indulgendo all'abitudine, tutta digitale, della conta dei pixel. Si ottengono foto molto tridimensionali, grazie allo stacco dei piani garantito dalla grande apertura. Sigma non mente sulla vocazione creativa di quest'ottica. Non sarei forse concorde nel consigliarlo ad un fotogiornalista, anche se effettivamente permette di portare a casa scatti suggestivi quasi in assenza di luce, ma oggigiorno più che una grande apertura su un grandangolo, può fare in questo senso un buon stabilizzatore.


In questo scatto l'area di messa a fuoco è vicina al bordo e la morbidezza è evidente. Notate che è presente una maschera di contrasto (Lightroom V3.4 Amount 39, Radius 1.5, Detail 37, Masking 12).

In controluce

Qui bisogna fare attenzione: nonostante il paraluce, che Sigma ha la buona abitudine di dare sempre in dotazione, l'ottica soffre il controluce. La cosa diventa decisamente critica se la fonte di illuminazione è compresa, o immediatamente limitrofa, all'inquadratura. Compaiono flare, riflessi di ogni genere e il contrasto se ne va, dove non lo so, ma non rimane nella foto.

Da manuale dei problemi del controluce. C'e' tutto. flare, riflessi, abbassamento del contrasto. meno male che il digitale quest'ultima cosa, in parte, ci permette di migliorarla.

Autofocus

Qui arriva la nota dolente. L'autofocus è del tipo non ultrasonico. Appena il livello di luminosità della scena cala, e vien voglia di usare la grande apertura di quest'ottica, l'autofocus inizia ad andare a caccia, sbagliando anche spesso a identificare il corretto piano di messa a fuoco. Questo l'ho provato su una 5D ed una 5DMKII. Occhio poi alla taratura dell'autofocus. Con questa lente è decisamente il caso di curare che sia a posto.

Costruzione ed Ergonomia

La qualità costruttiva è ottima. Non si ha nessuna sensazione di "plasticosità". Anche il paraluce restituisce una sensazione di solidità non comune.

Accetta filtri dalla ragguardevole dimensione di 82 mm di diametro. Francamente difficili da reperire.

A un certo punto della sua storia, Sigma si e' inventata un meccanismo piuttosto curioso per la gestione del passaggio da AF a MF delle sue ottiche, noto come "Dual Focus (DF) System". In pratica, oltre al solito cursore di commutazione posto sulla sinistra del barilotto, quello che per intenderci hanno tutte le lenti, per passare da fuoco manuale e' necessario anche far slittare avanti o indietro l'anello di messa a fuoco. Questo movimento in pratica sgancia (posizione AF: in avanti) o aggancia (posizione MF: indietro), l'anello stesso dal meccanismo di messa a fuoco.

Sigma lo descrive come: "The DF (Dual Focus) system disengages the linkage between the internal focusingmechanism and outer focusing ring when the focusing ring is moved to the AFposition. This system provides easy and precise handling of the lens, since thefocusing ring does not rotate during autofocusing. The wide focusing ring alsoenables easy and accurate manual focusing".

Si ottengono quindi quattro combinazioni possibili dei due selettori presenti sul barilotto:

Selettore /Anello - Comportamento
1. AF/AF (avanti) - La lente è in autofocus, la ghiera di mesa a fuoco si muove liberamente senza influire sulla messa a fuoco.
2. AF/MF (indietro) - La lente è in autofocus, ma la ghiera ruota da sola focheggiando e intralcia le mani (e si ha la netta sensazione di sforzare il motorino). Non usare.
3. MF/AF (avanti) - La posizione di messa a fuoco rimane fissa dove è stata impostata. Movimenti della ghiera non alterano la messa a fuoco. L'autofocus della macchina non funziona.
4. MF/MF (indietro) - La lente viene operata in fuoco manuale.

Sinceramente trovo tutto questo un po' complicato, e mi sembra di capire che stia scomparendo dalle nuove lenti Sigma, soppiantato dal più utile e immediato sistema di messa fuoco "full time manual" messo a disposizione dal sistema HSM, come per le lenti Canon USM.

Conclusioni


Allora posso consigliare quest'ottica? Non senza qualche riserva. Su formato APS-C mi sento di consigliarla solo a patto di trovarla usata a un buon prezzo. Diciamo che in questo momento si trova a prezzi variabili tra i 250 e i 400 euro. Aspettate di trovarne una sull'estremo più basso della scala. L'uso della sola parte centrale del fotogramma ci restituisce una qualità ottica più che accettabile per l'uso nel reportage.

Su formato pieno consiglio di acquistarla solo se si è avuta occasione di provarla e di capire se è un ottica adatta a voi e al vostro gusto. Come si vede dagli scatti allegati (e disponibili qui in alta risoluzione), rende atmosfere piuttosto uniche e particolari, ma la morbidezza, la lentezza dell'autofocus e l'intrinseca particolarità di quest'ottica non la rendono adatta a tutti.










domenica 4 settembre 2011

Consigli di lettura


Ciao, mi sono da poco appassionato a questa stupenda passione che é la Fotografia, mi puoi consigliare un buon libro per iniziare?

Questa é una domanda che di tanto in tanto mi sento rivolgere. E questo é il libro che immediatamente mi viene da consigliare. Sarà forse perché é uno dei primi libri ben fatti che ho consultato quando ho iniziato io, o forse solo perché é un buon libro di uno dei nomi più conosciuti nella divulgazione fotografica Italiana:

Fotografia, di Maurizio Capobussi - Collana Guide Compact DeAgostini.

Il libro nasce negli anni dell'analogico. É evidente, ma é stato nelle edizioni successive aggiornato per tenere il passo con l'evolversi della tecnica digitale. Oltre che un buon testo per imparare adatto a tutti, rappresenta quindi anche un ottimo anello di collegamento per chi, convinto solo di recente al passaggio al digitale, voglia un testo che lo aiuti nel tragitto.

sabato 3 settembre 2011

Manfrotto 293 - Supporto per teleobiettivo

Manfrotto 293 - Supporto per teleobiettivo


Qualche giorno fa, dopo aver venduto la mia gloriosa Leica M8, ho svecchiato un po' il corredo con l'acquisto di una EOS 7D e di un 70-300 F4-5.6 L IS USM. Purtroppo però, nonostante stiamo parlando di una lente serie L, Canon non fornisce con l'obiettivo in questione l'anello per il cavalletto.

In caso di teleobiettivi questo accessorio (che non dovrebbe essere accessorio) è però fondamentale nell'uso con il cavalletto, pena l'inesorabile tendenza del nasone della fotocamera ad abbassarsi quando si serra la testa in posizione. Sfalsando l'inquadratura. La staffa per il cavalletto serve appunto a tenere il sistema fotocamera obiettivo ancorato alla testa in posizione di equilibrio, evitando la sindrome da naso pesante.

Dato che questa non è l'unica ottica su cui ho il problema, ho deciso di correre ai ripari con l'acquisto di questo supporto "universale" per teleobiettivi della Manfrotto.

Il concetto e' semplice: questa staffa dispone di un binario estensibile (per accomodare ottiche di varie lunghezze), di un supporto anteriore (con appoggio in gomma), su cui appoggiare il cannone, e di una testa basculante, dotata di piastra di attacco rapido (del tipo RC2), cui agganciare il corpo della fotocamera. La testa è basculante onde permettere la regolazione del sistema. Una cinghietta permette poi di migliorare l'ancoraggio dell'obiettivo all'appoggio anteriore.

Sul binario regolabile è presente una serie di fori filettati con i due diametri più diffusi. In uno di questi fori, quello che permette di bilanciare meglio il sistema, potete agganciare la testa del vostro cavalletto. A questo punto il gioco è fatto, niente più naso pesante.

Attenzione che il sistema è più indicato per ottiche che non si allungano zoomando, ma nulla impedisce di usarlo anche con ottiche (come il menzionato 70-300) che si allungano.

L'ho provato con il 70-300 L, con il 100-300 Panasonic, con il Macro EF 100 F2.8 USM e con il 200 F2.8 L. Fa il suo lavoro.



giovedì 1 settembre 2011

...Enters 7D

Canon EOS 7D - EF 70-300 F4-5.6 L IS USM @ ISO 800

Come ho scritto ieri, ho venduto la mia gloriosa M8. Non contento ho anche deciso di rimpiazzare la mia 5D primo modello con una 7D. Intendo usarla come secondo corpo affiancata alla 5D MKII.

Questa nuova macchinetta ha alcune funzionalità interessanti che mi auguro di vedere presto anche sui corpi full-frame.

E l'obiettivo usato per la foto? Ha rimpiazzato il mio 70-200 F4 L USM, ne sarà un degno sostituto? Speriamo.