sabato 31 dicembre 2011

Polvere di Stelle

Canon EOS 5D MKII - EF 50 F1.4 USM @ ISO 100
"The amazing thing is that every atom in your body came from a star that exploded. And, the atoms in your left hand probably came from a different star than your right hand. It really is the most poetic thing I know about physics: You are all stardust. You couldn’t be here if stars hadn’t exploded, because the elements - the carbon, nitrogen, oxygen, iron, all the things that matter for evolution - weren’t created at the beginning of time. They were created in the nuclear furnaces of stars, and the only way they could get into your body is if those stars were kind enough to explode. So, forget Jesus. The stars died so that you could be here today."

La cosa straordinaria é che ogni atomo del vostro corpo proviene da una stella che é esplosa. Di piú, gli atomi della vostra mano sinistra probabilmente provengono da una stella diversa rispetto a quelli della vostra mano destra. É di gran lunga la cosa piú poetica che conosco della fisica: Siete tutti fatti di polvere di stelle. Non potreste essere qui se delle stelle non fossero esplose, perché gli elementi - il carbonio, l'azoto, l'ossigeno, il ferro, tutte quelle cose importanti per l'evoluzione - non furono creati all'inizio del tempo. Sono state prodotte nelle fornaci nucleari delle stelle, e l'unico modo in cui questi atomi sono potuti finire nel vostro corpo é che queste stelle sono state così gentili da esplodere. Quindi, lasciate stare Gesù. Le stelle sono morte affinché voi poteste essere qui oggi.

Lawrence M. Krauss

Buon Anno a Tutti!


Nota tecnica: L'esposizione e' durata circa due ore, il 50mm per queste foto e' al limite dell'usabilita': mettere a fuoco e' stata un'impresa per far stare sia l'albero che le stelle nella profondita' di campo. Per la verita' ho volutamente sfocato leggermente le stelle per ottenere delle tracce piu' evidenti.

Nota astronomica: Le stelle sono quelle della costellazione di Orione al suo sorgere sopra l'orizzonte.


giovedì 29 dicembre 2011

Rami e stelle

Canon EOS 5D MKII - EF 17-40 F4 USM L @ISO 100
Le notti d'inverno sono le migliori per osservare le stelle. L'aria e' limpida, il cielo e' terso. Anche in zone, come quasi ovunque in Italia, dense di inquinamento luminoso e' possibile assistere a qualcosa di bello.

L'esposizione, verso Nord, e' durata cinquanta minuti, dopo di che le nuvole, che si vedono arrivare nella parte bassa, hanno completamente coperto il cielo. L'illuminazione del primo piano e' data da un paio di colpi di flash (un Canon 580 EXII) a meta' potenza da una distanza di un paio di metri.


martedì 27 dicembre 2011

Walkstool (Seduti e' meglio!)


Ricordo ancora la prima Maratona che ho fotografato. Milano 23 Novembre 2008 (ma si puo' organizzare una maratona a fine Novembre dico io?). Un freddo che me lo ricordo ancora oggi. Sopratutto la mattina alle 6.30 mentre ci preparavamo per distribuirci sul percorso, ma anche durante la giornata la temperatura non fu clemente. 



Durante la giornata ricoprii due posizioni, per un totale di circa 6 ore seduto per terra. Si, perché le foto da seduti vengono meglio. Ma le giunture non sono fatte per stare seduti a gambe incrociate per terra. No way. Allora ogni tanto ci si muove, si cambia posizione, ci si alza qualche minuto...la settimana successiva non avevo un muscolo delle gambe che non mi facesse male.

Da quella volta mi sono fatto furbo ed ho imparato una serie di trucchi del mestiere, come portarsi dietro uno sgabello e un monopiede. Tutta un'altra storia! All'inizio mi sono procurato un economicissimo, ma pesante, sgabello ripiegabile da pescatore, di recente mi sono alla fine regalato questo sgabello della Walkstool, io ho optato per uno da 50 cm. É leggerissimo e ripiegato si attacca comodamente allo zaino. Mai piú senza.

Se so di dover stare fermo in un posto, lo porto con me o in alternativa uso come sgabello il trolley della HPRC. Ma questo sgabello é indubbiamente piú comodo.



venerdì 23 dicembre 2011

Lance Keimig - Fotografia Notturna

"Trovare la strada giusta nell'oscurità"


Erano anni che non mi capitava per le mani un libro di tecnica fotografica da cui avessi la sensazione di imparare qualcosa di nuovo ad ogni pagina.

Quando ho preso questo libro dallo scaffale ho pensato che probabilmente non mi sarei cimentato spesso nella fotografia notturna, ma che comunque valeva la pena di vedere se si poteva trarne ispirazione per qualcosa.

Beh, se date un'occhiata alle ultime foto che ho postato potete vedere che sono praticamente tutte di fotografia notturna. Ho scoperto una vera passione, e questo libro mi ha dato anche gli strumenti per poterla esercitare.

Storia, considerazioni sull'esposizione, sull'attrezzatura, trucchi del mestiere, consigli sullo sviluppo con Lightroom e altri software, ma anche un intero capitolo sulla fotografia notturna con la pellicola, insomma c'é qualcosa proprio per tutti.

Consigliato, consigliatissimo. Soldi veramente ben spesi.

Lance Keimig
Fotografia Notturna
Editrice Il Castello

martedì 20 dicembre 2011

Rebecca Horn - Piccoli spiriti blu (secondo tentativo)




Su fotozona Max Ferrero mi ha fatto notare che le alte luci dello scatto precedente erano proprio bruttine. Inutile dire che aveva perfettamente ragione.

Visto che la foto veniva già da un procedimento HDR con fusione manuale di due scatti, uno per le ombre uno per le luci, l'ho ri processato cercando comunque di mantenere un aspetto naturale. Forse questa va meglio.

lunedì 19 dicembre 2011

Canon EF 17-40 F4 USM L


Categoria: Tra l'ultra e il normale.

Provato su: Canon EOS 5DMKII, Canon EOS 7D

Questo e' stato il primo obiettivo che ho preso dopo il fatidico passaggio al Full-Frame con la 5D. E' un'ottica onesta: non fa promesse eccessive e le mantiene. Pur appartenendo della famigerata serie 'L' ha un costo relativamente contenuto e contenuti sono anche il peso e l'ingombro.

Costruzione

L'ottica e' compatta, poco meno di 10 cm di lunghezza, non si allunga zoomando ed e' tropicalizzata. Come quasi tutte le ottiche Canon di questo tipo la tropicalizzazione va completata aggiungendo un filtro all'attacco a vite (un anti-UV va benissimo). Sulla baionetta e' presente un alloggiamento per usare filtri in gelatina. Il paraluce e' in dotazione.

Come accennato il peso e' contenuto, circa 500 grammi. Questo nonostante la costruzione quasi totalmente metallica, anche grazie ad un'apertura massima costante a F/4 su tutto lo spettro di focali ed all'assenza dello stabilizzatore.

La messa a fuoco e' pressoché istantanea, attuata da un motore USM di tipo ad anello. Le ghiere dello zoom e della messa a fuoco sono comode, fluide e precise.

Insomma, nulla da eccepire. Maneggevole, non sbilancia la fotocamera. Piacevole.

Angolo di campo


L'angolo di campo coperto sull'escursione delle focali disponibile va dai 56.8 gradi alla focale di 40mm ai 103.7 gradi alla focale di 17 mm.

Su formato APS-C abbiamo invece 36.8 gradi a 40mm e 76.1 a 17mm.

E' da notare pero' che in caso di utilizzo su formato ridotto, il paraluce in dotazione e' decisamente inadeguato. Pur essendo estremamente ingombrante e' progettato per angoli di campo troppo ampi e diventa inefficace.

Qualità


La nitidezza (per quel che conta) è buona, molto buona. C'e' un po' di distorsione, correggibile in post-produzione, ma attenzione a tenerne conto se si fotografano edifici, sopratutto nel valutare le verticali. Regge molto bene il flare e i bagliori lenticolari, anche con fonti di luce direttamente nell'inquadratura, cosa che,  unita alla corta focale, la rende una buona compagna per la fotografia notturna.




Conclusioni

Questa è un'ottica molto versatile: dal paesaggio, al reportage, all'architettura (attenti alla distorsione però), fino al ritratto di gruppo. Non e' indicata per lavori di riproduzione di oggetti o per il ritratto singolo, tranne forse per quello ambientato.



Per chi è dotato di una macchina con formato APS-C e sogna il passaggio al full-frame consiglierei di valutarlo al posto del classico 18-50, certo si perde qualcosa sulla focale lunga, ma si guadagna un'ottica della serie professionale Canon, robusta, tropicalizzata, veloce nel mettere a fuoco e pronta al fatidico, e consigliatissimo, passaggio al pieno formato.

Per chi invece una full-frame già la possiede: un'ottica serie L molto versatile ad un prezzo contenuto, che arriva a focali da super-grandangolare: immancabile.


Alcune foto in alta risoluzione le potete trovare qui

domenica 18 dicembre 2011

Rebecca Horn - Piccoli spiriti blu

Canon EOS 5D MKII - Canon EF 50mm F1.4 USM @ ISO 100

Come ogni anno, per Luci d'artista a Torino, i piccoli spiritelli di Rebecca Horn mettono in difficoltà (saranno mica un po' diavoletti?) le macchine fotografiche di chi vuole fotografare il Monte dei Cappuccini.


giovedì 15 dicembre 2011

Rami nel buio - Torino - Parco del Valentino




Canon EOS 5D MKII - Canon EF 50 F1.4 USM @ ISO 100

Questa volta la scheda l'ho portata. A onor del vero questa non é la foto che volevo fare Ieri l'altro, ma qualcosa mi ha detto che i rami di quest'albero valevano il tempo necessario. É stato anche un utile banco di prova per la nitidezza dal 50 1.4 che non ho mai veramente collaudato a dovere.

(Argh!)

Canon EOS 5DMKII - CANON EF 50mm F1.4 @ ISO xxx
Figlia grande con mia madre. Mia moglie va a fare compere natalizie con il piccolo. Evvvvvvaiii...Ore 17:00 Esco dall'ufficio.Mi precipito a casa. Recupero la 5D, 501.4,cavalletto,livella a bolla, scatto remoto, cambio batteria ed esco. Ore 17:45 sono dove avevo intenzione di fotografare. Studio l'inquadratura. Faccio uno scatto di prova e....ma che? Argh! Ho dimenticato la scheda di memoria attaccata al card reader del computer! E non ne ho un'altra nella borsa.

Va beh viaggiare leggeri ma questo e' troppo. Impacchetto il tutto e me ne torno a casa. Niente foto.

Da oggi ho messo due vecchie CF da 1GB nella tasca delle borse porta cavalletto. Con un GB non si va lontano, ma qualcosa di meglio dello scatto qua sopra sicuramente lo si ottiene.


lunedì 12 dicembre 2011

Pixel TW-282 Wireless Timer Remote Control

Il telecomando wireless Pixel TW-282
Ultimamente mi sto dedicando con soddisfazione alla fotografia notturna. Le condizioni di luce in questo campo possono essere veramente le piu' disparate. Da una strada ben illuminata dai lampioni dell'illuminazione pubblica, fino al chiaro di luna. 

L'unica cosa che queste illuminazioni hanno sempre (o quasi) in comune sono lunghi tempi di esposizione e forti contrasti.

Pure essendo il già felice possessore di un telecomando Canon RS 80 N3, questo non e' il massimo quando si tratta di esposizioni che superano i 30 secondi. Limite dettato dalla macchina fotografica, oltre cui si deve usare la posa Bulb.

La posa Bulb e' quella, indicata con B, che permette di lasciare aperto l'otturatore fintanto che teniamo premuto il pulsante di scatto (o non finiscono le batterie).

Quando la luce e' veramente poca le esposizioni diventano veramente lunghe. Un'esposizione di 4/5 minuti e' cosa comune anche in citta', esposizioni al chiaro di luna possono richiedere decine di minuti o piu'. Tenere il pulsante premuto e controllare la durata dell'esposizione con l'orologio non e' un'opzione.

Il radiocomando in questione risolve brillantemente questo e altri problemi.

A differenza di molti radiocomandi, questo usa le frequenze (15 canali) normalmente destinate al WiFi (2.4 GHz) ed ha una notevole portata: il produttore parla di 80 metri, anche fosse vero io mi terrei piu' vicino, e vi spiegherò perché più avanti.

E' composto da un trasmettitore, alimentato da due comuni batterie AAA e da un ricevitore, alimentato da una batteria RC2 (abbastanza facile da reperire e di lunga durata). Entrambi con display LCD illuminabile. Il ricevitore parla con la fotocamera tramite un cavetto staccabile, dotato di un jack mini di tipo audio sul lato ricevitore e del tipo dedicato alla fotocamera sul lato di quest'ultima.

Questo dettaglio non e' banale: se avete più fotocamere vi basta acquistare i relativi cavetti, e non vari telecomandi...

Il telecomando permette di fare varie cose:

- Posa lunga:  da 1 secondo a 99H 99Min e 99secondi.
- Scatti in sequenza
- Scatti ritardati

E ovviamente varie combinazioni  di queste funzioni. Può anche funzionare da semplice telecomando: premo il pulsante e la macchina scatta (ovvio, ma meglio specificarlo).

L'ho provato in varie occasioni. La portata e' buona, sicuramente almeno dieci metri li raggiunge. Se siete in posa B pero' non allontanatevi troppo ed ogni tanto controllate che lo scatto proceda.
Se per caso andate fuori portata l'otturatore si chiude, ma il timer continua a fare il suo conto alla rovescia. In almeno un'occasione ho aspettato 8 minuti la fine di uno scatto, mentre curiosavo in giro per cercare nuove inquadrature, per poi scoprire che lo scatto era finito da 7 minuti e 58  secondi (si: era durato 2 secondi...). Rabbia.

A parte questo avvertimento, decisamente un buon prodotto.

Sito del produttore del telecomando Pixel TW-282


giovedì 8 dicembre 2011

Torino - Fontana dei dodici mesi - Notturno (2)


Canon EOS 5D MKII - Canon EF L 17 F4 TS-E

Moglie e figli fuori città per qualche giorno. Quale occasione migliore per dedicarsi al nostro hobby? E allora ieri mi sono nuovamente dedicato alla fotografia notturna, che ultimamente mi sta decisamente affascinando.

A differenza del solito (preferisco fotografare da solo) ho potuto godere della compagnia del mio grande amico Maurizio, appassionato fotografo anche lui. La sua compagnia ha reso sopportabili il freddo e i lunghi minuti necessari per fotografare in queste condizioni di luce. Visto il risultato, e la bella serata, sono proprio contento di non essere rimasto chiuso in casa ad oziare. 

lunedì 5 dicembre 2011

Torino - Fontana dei dodici mesi - Notturno

Canon ESO 5D MKII - Canon EF L 17 F4 TS-E @ISO 100

La fontana dei dodici mesi, che prende il nome dalle statue che la circondano, venne costruita in occasione dell'esposizione nazionale del 1898. A pochi minuti a piedi da dove abito, è una delle mie mete fotografiche preferite. Per come è orientata ho sempre trovato piuttosto complicato darle un senso fotografico.

sabato 3 dicembre 2011

Torino - Alberi sul Po

Canon EOS 5D MKII - Canon EF 17 F4 TS-E @ ISO 100
Quasi a sfiorare il cielo questi alberi spogli fanno da contrappunto alle luci che si riflettono sul Po.
In realtà questa foto non è nulla di particolare, solo l'occasione di sperimentare un po' con la foto notturna.

giovedì 1 dicembre 2011

A cosa serve una luce

Badate bene, non a cosa serve *LA* luce, ma proprio a cosa serve *una* luce, una piccola lucetta tascabile, tipo quella in figura. A far luce? Si, ma immaginate il seguente scenario:

Voi. Un cavalletto. Una macchina fotografica. Magari con l'ottica. Sera tardi, diciamo notte. Fotografia notturna. Una bella scena da riprendere.

A occhio nudo non si vede un gran che. Impostate l'inquadratura, in live view magari, che ci si capisce un po' di più che dal mirino.

Ma se voi non ci vedete figuriamoci l'autofocus. E anche per focheggiare in liveview non c'e' abbastanza luce. Certo c'e' sempre l'iperfocale, ma quasi sicuramente per l'ottica che state usando non e' un'opzione. E allora?

Tirate fuori dalla tasca la magica lucetta. Accendetela. Poggiatela per terra vicino al soggetto che volete mettere a fuoco, o comunque alla distanza a cui volete mettere a fuoco, con la luce diretta verso la fotocamera.

Ora tornate alla macchina fotografica e mettete a fuoco lo spot luminoso. Come volete, con l'autofocus, in manuale, fate voi. Fatto questo riprendetevi la piletta e fate i vostri scatti.

Semplice.

lunedì 28 novembre 2011

Solo per gioco

Canon EOS 5D MKII - Canon EF L 17-40 F4 @ ISO 100

Qualche volta le ragioni per una foto non sono molte. Solo il piacere di giocare con la luce e con le infinite tonalità che questa ci può regalare.

domenica 27 novembre 2011

Reporter illuminatore X6 LEDPRO

Il faretto a LED X6 LEDPRO
Ogni tanto capita di sentirne qualcuna veramente spettacolare. Qualche tempo fa mi è capitato di sentir parlare un espertone di fotografia che illustrava le magnificenze dei nuovi sistemi portatili di illuminazione a LED ad un povero ragazzetto che, temo, avrà ora le idee piuttosto confuse.

Il discorso era per sommi capi: Oramai è inutile usare per una reflex dei flash a slitta pesanti, ingombranti, costosi e difficili da usare. Molto meglio procurarsi uno di questi dispositivi a LED che si attaccano sulla slitta della macchina fotografica e finiscono per costare anche meno di un flash. Perché? Perché i LED hanno un'efficienza energetica altissima (vi risparmio le stime energetiche del nostro esperto...) e l'energia fornita dalle nostre batterie stilo finisce praticamente tutta in luce, e non in calore!
In pratica abbiamo la stessa capacità di illuminare del nostro (per lui obsoleto) flash e tutta la semplicità della luce continua.

Sentendo questo discorso nel mio cervello si è formata un'unica parola: Cavolate! (no la parola non era PRECISAMENTE quella, ma voi fate finta...)

Per non rimanere nell'ambito delle opinioni personali è stato quindi il caso di fare qualche misura con uno di questi aggeggi, guarda caso in mio possesso...un illuminatore a LED X6 LEDPRO importato in Italia dalla Reporter, dotato di 63 LED e alimentato da 4 batterie a stilo ricaricabili. Il dispositivo in se e per se è interessante, ma ne parleremo più avanti. Veniamo alle misure.

Esposimetro alla mano abbiamo misurato alla distanza di un metro l'intensità luminosa del nostro aggeggio misurando in luce incidente a quale diaframma si ottiene una esposizione corretta. Lo scopo era misurare un parametro di riferimento per la potenza della luce flash noto a tutti: Il Numero Guida (NG).

Ora dalla definizione di Numero Guida, avendo misurato l'esposizione alla distanza di un metro, il valore del diaframma rilevato dall'esposimetro è anche, molto comodamente, proprio il Numero Guida che cerchiamo.

La misura è stata eseguita per due valori di sensibilità. ISO 100 e 200. Qui sotto la tabellina dei risultati ottenuti al variare del tempo di esposizione.



Al variare del tempo di esposizione? Ma il tempo di esposizione non ha influenza sul calcolo dell'esposizione usando un flash. Vero ma, enorme differenza, qui la luce è continua, quindi il diaframma varia col tempo di esposizione. Ovvio (ma forse non per il nostro grande esperto di cui sopra).

Una rapida occhiata ci mostra, nella sua evidenza, la tragica verità: per avere un diaframma decente a ISO 100, diciamo F 5.6, alla distanza di un metro (stendete un braccio, ecco più o meno ci siete...); dunque l'equivalente di un NG 5.6, dobbiamo usare un tempo di esposizione di 1/8 di secondo. Questo significa solo scatti su cavalletto a un soggetto bello fermo. A meno di non alzare gli ISO, si intende.

Per fare un raffronto il minuscolo flash con NG 11 montato sulla maggior parte delle reflex fa più luce e vi congela il movimento del soggetto.

Buttiamo dunque via i nostri flash? Non credo proprio.

Teniamo poi in conto che la cosa più importante della luce flash è proprio l'estrema velocità dell'impulso luminoso, che permette di congelare un movimento anche con tempi di otturazione relativamente lunghi. Con la luce continua questo non si può fare.

E questo illuminatore a cosa può servire dunque? A tante cose:

Per le riprese video (non a caso è venduto a questo scopo).
Per fotografare piccoli oggetti (lo uso spesso per le foto di questo sito).
Per aggiungere spot luminosi in luce ambiente nella fotografia d'interni.
Come luce di riempimento o d'accento in un ritratto sempre in luce ambiente.
Per aiutare un amico a fotografare con la sua compatta la torta di compleanno dei figli.
Come torcia elettrica per trovare le cose quando si fotografa al buio.

L'oggetto in questione è fatto bene: Ha in dotazione dei filtri per portare la temperatura di colore a 5600K e 3200K (di suo sarebbe a 6500K). Un paio di alette per direzionare meglio il fascio luminoso ed un diffusore. L'intensità luminosa è regolabile tramite un potenziometro. La durata delle batterie, che non so quantificare, è comunque almeno di qualche ora con le ricaricabili.

lunedì 21 novembre 2011

Solo un po' di luce

Canon EOS 5D MKII - Canon EF 100 F2.8 Macro @ ISO 100

Alla fine è solo luce. Tutto quello che fa la differenza. Una passeggiata di Domenica mattina, nel parco dietro casa. Il tempo di fumare mezzo toscano dopo colazione, approfittando del regalo fattomi da mia moglie di lasciarmi una mattinata libera da figli e impegni.

Diretto verso casa, tra le fronde degli alberi la luminosità delle foglie in controluce sullo sfondo, ed il contrasto con i tronchi scuri, attira la mia attenzione.

Il tempo di montare il cavalletto, prendere qualche esposizione, impacchettare il tutto e riprendere la strada verso casa. Alla fine è solo luce. Ma che luce!

sabato 19 novembre 2011

Lione - Sotto il ponte


Panasonic Lumix GH2- Panasonic VARIO G 14-140 F4-5.8 Mega O.I.S. @ ISO 640
Mi piacciono i ponti. Mi piace particolarmente vedere come la luce, filtrando dalle campate dipinge l'acqua di mille sfumature. Mi piacciono i riflessi che questa stessa luce crea sulle strutture del ponte. Mi piace l'acqua che, sotto i ponti, diventa turbolenta e sempre cangiante. Tutto questo é ipnotico, potrei guardarlo per ore.

Neanche ricordavo questo scatto fatto a Lione qualche mese fa, me lo ha fatto notare mia moglie perché le piaceva molto. Piace molto anche a me.

giovedì 17 novembre 2011

Bwindi Light Masks

Canon EOS 7D - EF L 24 TS-E @ ISO 100
Di Richi Ferrero per Luci d'artista a Torino. Quest'anno nel cortile del Rettorato dell'Università degli Studi di Torino.

Non e' mia abitudine dedicarmi alla realizzazione di video, e non lo so neanche fare. Per rendere l'idea dell'installazione pero' questa volta era proprio il caso di farne almeno un filmato documentale.

martedì 15 novembre 2011

Panasonic Lumix 20 mm F 1.7


Panasonic Lumix G 20mm F1.7 ASPH



Categoria: Normale "largo"

Provato su: Panasonic Lumix G1 e GH2


Introduzione

Quando un paio di anni or sono, piú o meno in questa stagione mi avvicinai al formato micro 4/3, acquistai una Panasonic Lumix G1 in kit con un 14-45 ed un 45-200. Qualche centinaio di scatti dopo, passate le vacanze del periodo natalizio, ero abbastanza deciso a rivende il tutto.

La G1 era indubbiamente leggera, comoda da portare ovunque e le ottiche in dotazione molto versatili in quanto a focali. L'ergonomia indubbiamente di prima qualità. E allora perché venderla?

Semplice, nonostante tutto le immagini che producevo non mi esaltavano, abituato com'ero alla qualità' di certe ottiche Canon, i file tirati fuori dalla G1 con le ottiche in kit erano solo passabili. La luminosità scarsa poi mi limitava enormemente proprio nel genere di foto per cui mi ero procurato l'attrezzatura: lo street e il reportage urbano.

Con questa disposizione d'animo mi sono così recato dal mio spacciatore di fiducia (di attrezzatura...ovvio) il quale, sapendo fare il suo lavoro mi ha fatto una controproposta:

Anziché vendere tutto mi ha suggerito di provare il 20mm F1.7 uscito da non molto e, guarda caso, appena arrivatogli in negozio. Se dopo aver usato un'ottica un po' piu' frizzante fossi rimasto dell'idea di rivenderla, mi avrebbe preso indietro tutto il malloppo.

Come e' andata a finire potete immaginarlo. Sono a tutt'oggi il (ora) felice possessore di un paio di micro4/3 Panasonic. Solo non ho più il 45-200, quello si che non sono mai riuscito a farmelo piacere fino in fondo.



Angolo di campo

Venendo ai fatti. Cosa significa che quest'ottica e' un normale 'largo'? Beh, intanto l'apertura massima, F1.7 non e' da buttare, permette di portare a casa scatti anche la sera in condizioni di luce artificiale con tempi di scatti abbastanza veloci da scongiurare il mosso del fotografo e, più importante, il mosso delle persone. Fondamentale per lo street.

Quest'ottica e' pero' larga anche come angolo di campo. Montata su sensori Micro 4/3 (ma dai?) fornisce una focale equivalente di 40mm e un'inquadratura di 33.4 e 48.5 gradi sui due lati del fotogramma e di 56.8 gradi sulla diagonale. Il risultato e' un angolo di visione ancora simile a quello dell'occhio umano rimanendo pero' un po' più ampio del classico cinquantino. Anche questo la rende un'ottima scelta per lo street.



Vale la pena notare che l'uso di un sensore di formato ridotto aumenta la profondita' di campo quel tanto che basta da rendere agevole l'uso dell'ottica anche a tutta apertura alle normali distanze di lavoro di qualche metro dai soggetti.


Qualità costruttiva

L'ottica e' leggera, compattissima, in pratica ve la potete mettere nella tasca della giacca senza problemi, attenzione solo a ricordarvi di toglierla prima di farle fare un giro in lavatrice...la garanzia non coprirebbe il danno.

Ovviamente, lenti e innesto (di metallo) a parte e' tutto plastic-fantastic. Non ci sono selettori sul barilotto (non e' stabilizzata). La ghiera di messa a fuoco, ben dimensionata e' la solita degli obiettivi Panasonic, con la sgradevole sensazione, tipica del fly by wire, di non avere un vero controllo su cosa si sta facendo. Difficile anche l'impostazione sulla distanza iperfocale, se si vuole va fatto ad occhio. Panasonic su questo dovrebbe fare qualcosa a livello di software. Basterebbe una semplice modalità di messa a fuoco che imposta automaticamente la distanza sull'iperfocale. Suvvia sarebbero poche linee di codice, Panasonic ce lo vuoi fare questo regalo in un prossimo update del firmware?

Qualità ottica

Buona. Inutile soffermarsi troppo. La nitidezza c'e' ed e' tutto quello che si può valutare oggettivamente quando parliamo di ottiche per EVIL. Distorsioni ed aberrazioni vengono sempre corrette via software, quindi inutile preoccuparsene. L'unica cosa degna di nota e' la tendenza, in alcune condizioni, di produrre degli aloni attorno alle alte luci nelle foto. Sopratutto quelle tipiche dell'illuminazione stradale. Un po' un peccato vista la vocazione da reportage urbano di quest'ottica. Questo fortunatamente non succede sempre e in generale la resistenza al controluce e' buona.


In qualche occasione si presenta un alone attorno alle alte luci puntiformi

Conclusioni

Un po' costosa se comprata nuova. Un affare se la si trova usata. Non c'e ragione per non averla se si possiede una EVIL Micro 4/3.

Ultima nota. L'ottica non ha un paraluce in dotazione, certo il paraluce fa dire addio alla compattezza, ma dovrebbe essere usato. Sempre. L'unica soluzione per avere un paraluce e' cercarne uno di quelli universali in gomma, ripiegabili. Difficilmente pero' lo si puo' trovare con la filettatura da 46mm che servirebbe, ma se ne puo' facilmente adattare uno da 52 o da 58 con un anello di step-up.


Qualche scatto di prova in alta risoluzione lo potete trovare qui.


Sempre un po' più in la...

Panasonic G1 - Lumix 45-200 F4-5.6 - Filtro Hoya INFRARED R72 - @ISO400

La fotografia agli infrarossi può rendere interessanti anche scatti ordinari. Questa foto panoramica non e' forse tecnicamente perfetta. L'albero caduto nel lago e' leggermente sfocato a causa della difficoltà di mettere a fuoco fotografando agli infrarossi. Nonostante questo lo scatto continua a piacermi.

sabato 12 novembre 2011

Scende la pioggia...

The North Face, giacca plasma thermal jacket della linea Summit Series
Recentemente ho descritto come proteggo la mia attrezzatura quando fotografo sotto la pioggia. Purtroppo, o per fortuna, macchina fotografica, ottiche ed accessori vari, sono solo metà di quello che ci serve per fare delle buone foto.

L'altra metà siamo ovviamente noi. Il fotografo bagnato non fa belle foto, e di solito si becca anche il raffreddore. Meglio evitare.

Negli anni mi sono trovato a voler o dover fotografare sotto ogni genere di pioggia, anche acquazzoni decimante spettacolari.

Nel caso si preveda pioggia, tra protezioni per l'attrezzatura e per noi, non é raro finire per avere uno zaino stra pieno di roba, quasi tutta dedicata a riparare dalla pioggia e riscaldare e quasi nulla, o il minimo indispensabile, di vera e propria attrezzatura fotografica.

Diventa importante scegliere l'abbigliamento in modo ragionato, limitandone il piú possibile il peso e massimizzandone le caratteristiche fondamentali:

Protezione dall'acqua senza compromessi.
Protezione dal vento.
Isolamento termico.
Capacita di traspirazione.
Leggerezza.

Purtroppo non esiste il capo perfetto e adatto a qualsiasi condizione, ma almeno tre capi di vestiario sono di fondamentale importanza e bisogna dedicarci la giusta attenzione e spesa:

Gli scarponcini
Dei sovrapantaloni impermeabili
Una giacca termica impermeabile

In tutti i casi, con gli anni ho capito che qualsiasi siano le nostre esigenze, l'abbigliamento tecnico da montagna o trekking é la scelta migliore.

In particolare per la giacca e i sovrapantaloni.

Recentemente mi sono dotato di una giacca della: The North Face, della linea summit series e in particolare la plasma thermal jacket. Protegge egregiamente da acqua e vento ed ha una protezione termica discretamente efficace (io sono freddoloso). Magari se proprio fa un freddo cane e si deve stare ore esposti al vento freddo é meglio aggiungerci un sotto giacca termico. Oggi ad esempio alla Maratona di Torino avevo sottovalutato il vento e alla fine della gara ero un po' provato.

Come sovrapantaloni sto usando dei Raintec waterproof RTC pants che mi hanno tenuto asciutto addirittura seduto dentro una pozzanghera di qualche centimetro di profondità.

Gli scarponcini perfetti non li ho ancora trovati, se mai dovessi trovarli non mancherò di scriverne.

Update (14/11/2011) - Rileggendo il post ho notato che manca una cosa: un buon paio di guanti! Non c'e' la ricetta giusta. Devono essere caldi, impermeabili ed antivento. Purtroppo poche macchine (nessuna?) sono realmente utilizzabili con i guanti in tutte le loro funzioni, ma le Canon e le Nikon di fascia alta si riescono ad usare abbastanza bene anche con guanti di medio spessore.

venerdì 11 novembre 2011

Volo su...

Canon EOS 5D MKII -  EF L 24 F3.5 TS-E @ ISO 100 (Unione di tre scatti)
Di Francesco Casorati. Per Luci d'artista a Torino. Quest'anno su...Via Po.

Il casino, si è il termine scientifico, di via Po alle 6 di sera mi stava scoraggiando dal riuscire a fotografare quest'opera.

Passeggiando lungo il marciapiede esterno ai portici ho visto il riflesso di una delle illuminazioni in una pozzanghera, all'interno di un posto auto per disabili che quindi era uno dei pochi rimasti liberi da autovetture. Mi viene immediatamente l'idea di questa foto, per farla avrei avuto bisogno di unire più foto effettuate decentrando l'obiettivo. Certo sarebbe bastato forse un grandangolo più corto, ma non lo avevo con me.

Apro il cavalletto, lo piazzo in posizione, metto tutto in bolla. Calcolo l'esposizione. Monto il cavetto di scatto. Decentro l'ottica verso il basso. Scatto due o tre esposizioni. Tolgo il decentramento per l'esposizione di mezzo e....

...due signori di una certa età, ma decisamente non disabili, parcheggiano sulla pozzanghera occupando, ovviamente, il posteggio per disabili. Con la massima naturalezza se ne vanno a farsi un giro, lasciando la loro auto nel posteggio e cosa gravissima (ironia) in primo piano nella mia inquadratura....rabbia.

Aspetto qualche minuto. Niente. Decido di prendere l'esposizione non decentrata e poi quella decentrata verso l'alto ugualmente, sperando che ci sia comunque abbastanza sovrapposizione con la prima per eliminare l'automobile dal primo piano. Aspetto altri 20 minuti, sperando che i due simpaticoni (sprovvisti del talloncino per i disabili, a quel punto ho controllato) ritornino, magari riuscirò a fare altri scatti per stare sul sicuro. Niente. Mi arrendo smonto tutto e me ne vado.

Sono stato fortunato, lo stitch e' stato possibile.

giovedì 10 novembre 2011

Iperfocale - grafico interattivo sensore Micro 4/3

Un grafico interattivo dell'iperfocale. Passando il mouse sulla linea per una determinata focale viene visualizzata la distanza iperfocale per una data apertura del diaframma. Le distanze si intendono espresse in metri.

Ricordate che mettendo a fuoco sull'iperfocale la profondità di campo utile si estenderà da meta' della distanza iperfocale all'infinito.

mercoledì 9 novembre 2011

Iperfocale - grafico interattivo sensore APS-C

Un grafico interattivo dell'iperfocale. Passando il mouse sulla linea per una determinata focale viene visualizzata la distanza iperfocale per una data apertura del diaframma. Le distanze si intendono espresse in metri.

Ricordate che mettendo a fuoco sull'iperfocale la profondità di campo utile si estenderà da meta' della distanza iperfocale all'infinito.

martedì 8 novembre 2011

Fradicio ma felice.

Mi piace fotografare sotto le intemperie. Neve e pioggia mi mettono proprio voglia di uscire a fotografare. E' più forte di me. L'unica cosa che mal sopporto e' il vento. A quello faccio fatica ad abituarmi e, sinceramente, raramente una giornata ventosa rende un soggetto più interessante, almeno ai miei occhi.

Ieri sera ho approfittato della pioggia per andare a fotografare in centro citta', lo scopo era fare fotografia notturna alle installazioni luminose di Torino note come "Luci d'artista". La piogga ha reso piu' interessanti i riflessi sulle superfici.

Fotografare di notte e con la pioggia richiede tempo, quindi ho ripreso un'unica installazione, Palomar. L'inverno e' lungo, le altre installazioni per un po' non se ne andranno da dove sono state piazzate.

Fotografare sotto la pioggia non si improvvisa. Bisogna mettere addosso e nello zaino le cose giuste. L'uomo infreddolito e bagnato non fa belle foto. L'attrezzatura bagnata non funziona al meglio, posto poi che funzioni.

Par questa volta parliamo dell'attrezzatura.

Lo so, avete l'ultimo grido in fatto di fotocamere e ottiche tropicalizzate. Bene, e' un buon punto di partenza. Per pioggerelle leggere probabilmente e' sufficiente, per me di solito lo e'. Per la verità almeno un paio di volte ho inzuppato di pioggia o neve la 5DMKII e il 24-105 e mi e' andata bene, ma questo termine tropicalizzazione e' un po' fuorviante. In pratica significa che hanno messo delle guarnizioni, ma non dice molto sull'effettivo grado di resistenza alle intemperie.

Per andare sul sicuro con un corpo e un'ottica (!) tropicalizzati, ma anche per proteggere l'attrezzatura ordinaria, io uso regolarmente le rainsleeve della op/tech USA.

In pratica un sacchetto di nylon con un foro per l'ottica, regolabile con un laccetto, e una manica dove infilare la mano. C'e' anche una piccola apertura dove far passare il mirino ottico da chiudere poi con l'oculare in gomma. Semplice, funzionale, efficace.

Leggere ed economiche, compratene una confezione (ogni confezione ne contiene due) e tenetene una sempre nello zaino.

Esistono in due varianti. Una semplice come quella mostrata in figura ed una con un'ulteriore protuberanza per alloggiare il flash. Io opto per il secondo tipo, poi vi spiego il perché.

In un giorno di pioggia spesso non c'e' molta luce. Certo dipende da cosa volete fotografare, ma un cavalletto, uno scatto remoto e una livella a bolla potrebbero essere una buona idea.

Ottiche: se avete un corpo tropicalizzato, optate per un'ottica tropicalizzata anch'essa, altrimenti l'acqua vi entra dall'ottica. Non portatevi dietro troppe ottiche, sotto l'acqua meglio non cambiare lenti. Uno zoom tutto fare e' l'ideale.

Molte ottiche per completare la tropicalizzazione richiedono che venga usato un filtro a vite avvitato sul portafiltri. Va bene qualunque filtro, uno anti UV sarà perfetto. Se ne avete un paio anche meglio, potrete montare il secondo al posto del primo se quest'ultimo dovesse bagnarsi.

Portatevi un kit di pulizia composto da cartine per pulire le lenti, un pennello e un panno adatto ad asciugare l'attrezzatura (meglio se abbastanza morbido da usare anche sul filtro).

Se avete optato per l'uso del cavalletto vi tornera' utile il rainsleeve in versione flash. E perche' mai? Semplice se tagliate con un paio di forbici la parte terminale della protuberanza destinata al flash ottenete una seconda manica che potra' comodamente avvolgere la testa del treppiedi e parte della colonna. Questo evita che si bagni la testa, cosa che ne rende piu' precisi i movimenti e vi lascia libera la manica principale della custodia per tenerci, all'asciutto, la vostra mano destra.

Se poi state usando il cavalletto starete usando anche il telecomando. E' buona pratica, visto il costo (insensato?) di questi aggeggi, evitarsi problemi inserendo la parte contente l'elettronica  in un sacchettino di nylon che chiuderete con un po' di giri di scotch o meglio con un bell'elastico.

Altro?

Si. Lo zaino o la borsa. Serve una cosa leggera e ben impermeabile. Purtroppo nessun tessuto e' impermeabile per sempre. Portatevi quindi dietro dei sacchetti di nylon da congelatore, in discreto numero, e usateli per metterci dentro le cose che riporrete nello zaino. Perche' come dice un mio amico: It is better to be safe than sorry.

Venendo al titolo del post. Felice? Certo, far foto mi rende felice. Fradicio? Con un po' di accortezza no. Ma questa e' un'altra storia.

Iperfocale - grafico interattivo sensore 24x36

Un grafico interattivo dell'iperfocale. Passando il mouse sulla linea per una determinata focale viene visualizzata la distanza iperfocale per una data apertura del diaframma. Le distanze si intendono espresse in metri.

Ricordate che mettendo a fuoco sull'iperfocale la profondità di campo utile si estenderà da meta' della distanza iperfocale all'infinito.

lunedì 7 novembre 2011

Palomar

Canon EOS 5DMKII - EF L 17-40 F/4 @ ISO 100

Palomar di Giulio Paolini, quest'anno gioca con le luci all'ingresso di Piazza Castello.


sabato 5 novembre 2011

(grid) trapped

Panasonic Lumix GH2 - Panasonic Lumix G 20mm F1.7 @ ISO 1250

Intuisci che c'è qualcosa oltre. Lo senti. Ma non puoi liberarti, proprio non ci riesci.

venerdì 4 novembre 2011

GITZO GT 1551 T

Mi son fatto il Gitzo...

Era un po' che ci pensavo. E ora si avvicina l'inverno, le giornate sono corte. All'uscita dall'ufficio e' praticamente notte. Se voglio fotografare il treppiede e' l'unica soluzione.

Girare per la città con il Manfrotto 294 non e' pero' agevole. Ne come peso ne come ingombro. Intendiamoci, non e' un cavalletto in se e per se enorme ed eccessivamente ingombrante. Lo e' solo troppo per me e per questo tipo di cose.

E allora sono andato a caccia del cavalletto giusto. Non quello da portare insieme alla borsa. Quello da mettere nella borsa. Doveva essere leggero (ricordate? la mia cervicale), compatto, con testa a sfera, permettere un'altezza di lavoro quasi a livello occhio  e poter tenere il peso di una 5D MKII (senza il grip...) con un'ottica medio corta. Ai tele per questo tipo di attività potevo rinunciare.

Si...e poi? E poi basta. Mi posso accontentare.

L'ho trovato, gente di poca fede, eccome se l'ho trovato: un GITZO GT 1551T che, essendo uscito di produzione credo rimpiazzato dal 1550T, ho potuto anche portare via con un discreto sconto sul listino.

Il cavalletto mi e' stato fornito in kit con la testa a sfera GH1780TQR, che posso usare configurata con la piastra ad aggancio rapido oppure con la classica piastra fissa, anch'essa in dotazione.

Nel kit era compreso anche il ground level kit che serve per togliere la colonna centrale a agganciare la testa direttamente alla struttura, aumentando la stabilita' e riducendo ulteriormente il peso.

Il cavalletto e' veramente compatto, grazie alle cinque sezioni di cui sono composte le gambe sta comodamente richiuso nella sua sacca morbida all'interno della mia borsa da spalla (una Earth explorer marchiata National Geographic), questo anche grazie a un intelligente sistema di chiusura delle gambe che permette di ripiegarle all'indietro verso la testa, riducendone sensibilmente l'ingombro.

Come va?

Benone. La struttura in fibra di carbonio e' leggerissima. Con colonna e testa pesa poco più' di un Kg. Attorno agli 1.2-1.3 Kg per essere più precisi.

Una volta esteso, colonna compresa e considerando la testa, e' fin più alto di quanto mi serva. Alla massima estensione avrei problemi a leggere l'LCD superiore della 5D.

Per ora l'ho provato di notte, con pose lunghe, usando la 5DMKII e un 17-40 F4, ottenendo sempre scatti nitidi. La testa e' fluida e ben regolabile. Le gambe sono un po' dure da posizionare, ma in fondo e' meglio così.

L'unica cosa con cui non mi trovo tanto e' il meccanismo di aggancio della piastra alla testa. Mi trovo meglio con i Manfrotto RC2 anche se devo ammettere che il sistema Gitzo potrebbe risultare in meno possibilità' di gioco tra la testa e la piastra, ma non ho prove ne in un senso ne nell'altro.

Ovviamente la testa non e' compatibile con le piastre Manfrotto, cosa che mi dispiace per due motivi:

1) Dovrò acquistare altre piastre.
2) Non posso agganciare la tracolla Blackrapid alla piastra perche', a differenza delle Manfrotto, le piastre Gitzo non hanno un anello alla base.

Quest'ultima cosa, se vogliamo e' l'unica nota dolente di questo acquisto. Il non poter tenere sempre la piastra montata al fondello. Se voglio usare la tracolla devo togliere la piastra.

Per i signori della Gitzo: nelle piastre un robusto anello adatto ad agganciare un moschettone, al posto della vite piatta, sarebbe cosa molto gradita.

giovedì 3 novembre 2011

Torino, una notte d'autunno

Canon EOS 5D MKII - EF 17-40 F4 @ ISO 100, Cavalletto GITZO GT1551T
Una delle prime notti d'autunno. Una leggera pioggerella, non abbastanza da bagnare, ma abbastanza da dipingere il Po con una piacevole foschia. Un fotografo immerso nel silenzio. Una foto.


Uguali ma diverse

Mi sono già in passato addentrato nella spiegazione dell'origine delle cosiddette focali equivalenti, che nascono dall'usare un'ottica con una data lunghezza focale su sensori più piccoli del formato 24x36 con cui ci eravamo abituati a ragionare.

In una serie di post passati questo argomento e' stato sviluppato dal punto di vista dell'angolo di campo coperto da una data ottica su un dato sensore.

Ma volendo parlare di focali equivalenti?

Riporto ora la tabellina delle focali equivalenti che si "ottengono" montando un'ottica su un dato tipo di sensore.

Più per gioco che per altro, introduco anche le focali per i due ultimi arrivati nel mucchio: le Nikon J e le Pentax Q.

Tabella delle focali equivalenti tra formato 35mm e i vari sensori attualmente in commercio

lunedì 31 ottobre 2011

Appena un po' più in la...

Canon Powershot G9 @ISO 100 - Filtro Hoya INFRARED R72 - Exp.Time 5.Sec

Saltuariamente mi capita di dedicarmi alla fotografia agli infrarossi. Quella che ti permette di fotografare la radiazione elettromagnetica appena più in la di quello che il nostro occhio permette di vedere.

La fotografia ad infrarossi può stravolgere l'aspetto di un soggetto donandogli magia o drammaticità a seconda delle condizioni di luce. Un esperimento affascinante che consiglio a tutti di provare.

venerdì 28 ottobre 2011

DNG o non DNG?

Questo e' il problema....

La mia risposta e' DNG.

Veniamo alla vera domanda. Sul forum di discussione del sito fotozona.it, un utente ha riscontrato un interessante problema:

Egli ha convertito i suoi file RAW, con il programma Adobe DNGConverter su un computer avente una versione recente di Adobe Camera RAW, da cui i DNG venivano correttamente letti.

Provando poi ad utilizzare i file DNG su un computer con una versione meno recente di Photoshop (CS4), con una versione più vecchia di CameraRAW, non riusciva a leggere i file.

Giustamente ha iniziato a chiedersi, ma la garanzia del DNG di poter utilizzare i miei file al dispetto dei cambiamenti di software allora e' vera oppure no?

Io avrei giurato di si, ed effettivamente e' così, ma per esserne certo ho voluto verificare.

Devo fare una premessa. Nelle preferenze di Adobe DNGConverter e' presente un menu a tendina che permette di selezionare le opzioni di retro-compatibilita' del file DNG che viene generato.


Più e' basso il valore (es: 2.4), più vecchia sarà la versione di PhotoShop o Lightroom in grado di leggere il file generato.

La domanda e' stata. Ma se io ho già inavvertitamente generato il file DNG con l'opzione sbagliata?

Se la macchina e' recente c'e' il caso che una vecchia versione di  CameraRaw, e quindi di PS e LR, non sia in grado di leggere il file. Bel problema?

No.

In questo caso basta riconvertire il DNG (es. con compatibilità 5.4) in DNG con compatibilità più vecchia (es. 2.4). A quel punto le vecchie versioni di CameraRaw saranno in grado di leggere il nuovo DNG.

Notare che abbiamo cosi' riconvertito il DNG, non siamo passati dal file RAW originale che potremmo ragionevolmente non avere piu' a disposizione.

Io ho verificato la cosa prendendo un file RAW della Panasonic Lumix GH2 (Piu' nuova di PS CS4 e rispettivi CameraRaw) e provandolo a leggere i file con PS CS4 e CS5, rispettivamente versioni DI CR 5.0 e 6.4.1.

1.Ho provato il file RAW originale.
2.Il file RAW convertito in compatibilita' 5.4+,
3.Il file RAW convertito in DNG con compatibilità 2.4+ (24+Dir),
4.Il file DNG di prima (punto 2), riconvertito in DNG  con compatibilità 2.4+ (24+Conv).

Il risultato:



Tutto bene dunque. Possiamo usare tranquillamente i nostri DNG.

Per chi comunque voglia stare ancora  più tranquillo c'e' sempre la possibilità di salvare all'interno del file DNG una copia del RAW originale...